DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Goffredo De Marchis per "la Repubblica"
Il caso è chiuso. Il Pd aderisce al Partito socialista europeo con un voto della direzione: 121 sì, 1 no e 2 astenuti. Rimangono agli atti il dissenso di Beppe Fioroni e, a sorpresa, i dubbi del renziano Matteo Richetti. Ma si risolve una vexata quaestio che dura da 7 anni ossia dalla nascita del Partito democratico che avrebbe dovuto trovare una casa nuova nell'Unione ma alla fine ha scelto di stare in una delle vecchie famiglie. Anche per rimarcare il carattere bipolare della sua natura e replicarlo nel Continente dove si fronteggiano socialisti e popolari.
A dare l'accelerazione definitiva è stato Matteo Renzi che si presenterà domani al congresso del Pse di Roma come uno dei leader dell'organizzazione, segretario del partito e premier in carica. «Non è un punto di arrivo, è un punto di partenza», dice l'ex sindaco. Il Partito socialista cambia simbolo (ma non il nome), diventa Pse-Socialists&democrats. Quando ci saranno le assise ordinarie modificherà anche il suo statuto permettendo a Renzi di diventare vicepresidente. Su questo tema si salda un'asse tra il premier e Massimo D'Alema. Un viatico per la candidatura alle Europee? A Largo del Nazareno dicono di no, è confermato il veto di Renzi su D'Alema. Almeno per ora.
L'unico a dare battaglia è il cattolico Fioroni. «Non voglio morire socialista. Sono sicuro che il Pd di Renzi prenderà una marea di voti di moderati e di delusi di Berlusconi. Ma il Pd dentro il Pse e con il nome di Schulz nel simbolo quei voti li perde». Gli ribatte D'Alema: «Il mio amico Beppe Vacca non vuole morire democristiano, tu non vuoi morire socialista. Fermiamoci alla prima parte della frase».
Ovvero, evitiamo di morire. «E se vuoi organizzo un seminario per spiegarti l'influenza del cristianesimo nel socialismo europeo ». Renzi li prende in giro entrambi: «Comprerò i popcorn per assistere allo storico scontro tra D'Alema e Fioroni». à la pietra tombale su una discussione lunghissima. Che può riaprirsi polemicamente solo se domani,
al Palazzo dei Congressi, suoneranno l'Internazionale. L'inno fu cantato al congresso di Madrid (2008) ma non a Bucarest (2012) per non mancare di rispetto a un Paese ex comunista.
Per suggellare l'intesa alla direzione partecipa anche il presidente bulgaro del Pse Serghei Stanishev. Fioroni ironizza: «Diciamo che la mia storia non è la stessa della Bulgaria». L'isolamento non spaventa il deputato cattolico: «Il Pd è nato sapendo che costituiva un'anomalia e proprio per questo dobbiamo creare uno spazio nuovo, del riformismo democratico». Richetti invece si lamenta del poco tempo concesso alla riflessione. Da fuori, via Twitter, arriva anche il dissenso di Arturo Parisi: «Il Pd si associa ai Ds entrando nel Pse: come sempre troppe parole vane e troppi voti insinceri per una decisione tanto importante».
Domani al congresso l'ingresso del Pd verrà salutato solennemente. à atteso anche Pierluigi Bersani, alla seconda uscita dopo l'operazione («Sono soddisfatto, c'è stato un passo avanti da parte di tutti» il suo commento di ieri). Il socialista Riccardo Nencini, che nel Pse c'è dalla fondazione, però rilancerà subito durante la sessione plenaria: «Adesso non c'è più motivo per non costruire una lista socialista alle Europee. Con
il Pd, noi e una parte di Sel».
RENZI dalemaDALEMA E RENZI Fioroni Matteo Richetti schulz martin official portrait
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