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M.Antonietta Calabrò per il "Corriere della Sera"
«Errore», «commedia degli equivoci», «maggioranza variabile» a seconda se si tratti di economia o giustizia, maggioranza addirittura a rischio di trasformarsi in «un albergo a ore». Ieri bagarre per tutto il giorno in Commissione alla Camera sulla giustizia, prima sul nuovo ddl anticorruzione (con un forte ostruzionismo del Pdl contro «i nuovi giustizialisti») e poi sul falso in bilancio, con l'ok a un emendamento del Pdl con il parere favorevole del governo espresso dal sottosegretario Salvatore Mazzamuto.
Tutto questo avveniva proprio mentre il ministro Guardasigilli, Paola Severino, era a New York nella sede della borsa, il New York Stock Exchange, e stava illustrando nel corso di una colazione di lavoro con alcuni rappresentanti del «big board» la novità dei Tribunali delle imprese, in modo da favorire gli investimenti in Italia da parte degli operatori americani.
Il caso sul falso in bilancio è nato dal fatto che governo ha dato parere favorevole a un emendamento presentato dal pdl Manlio Contento che produrrà come unica modifica un modesto aumento della pena da 2 a 3 anni, mentre per il resto la legge rimarrà com'è adesso, cioè - ha detto Antonio Di Pietro - «la legge ad personam che Berlusconi si è fatto a uso e consumo proprio». A favore hanno votato Pdl, Udc e Fli. Idv e Pd hanno votato contro, chiedendo subito l'intervento del ministro. Donatella Ferranti, capogruppo Pd, ha affermato: «Abbiamo vissuto momenti sconcertanti».
Antonio Di Pietro è andato molto più in là , insinuando che nell'ufficio del ministro ci sia un «agente» al servizio del centrodestra. Ovvero? «Io dico che quando si cambia il governo, si deve cambiare anche il capo dell'ufficio legislativo del ministero» con riferimento ad Augusta Iannini, magistrato, responsabile del legislativo di via Arenula.
A questo punto il ministro Severino da oltreoceano ha chiarito, quanto all'emendamento Contento, che «l'ufficio legislativo, su indicazione del ministro, ha fornito un parere favorevole solo al limite massimo di pena e dunque contrario quanto alla restante parte dell'emendamento». «Tale indicazione è coerente - ha aggiunto la nota della Severino - con il parere, favorevole previa riformulazione, espresso dal Governo sull'emendamento 1.4 presentato dall'onorevole Ferranti».
Soprattutto, il ministro ha annunciato che «se errore c'è stato, nel senso che il sottosegretario Mazzamuto non ha letto per intero la scheda fornitagli, si porrà rimedio in Aula». Anche la deputata di Fli, Angela Napoli, è convinta che l'errore commesso, in base al parere di Mazzamuto, potrà essere corretto. Il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto ha sollevato la questione politica: «Non è accettabile che esistano di fatto due maggioranze, una fra il Pdl, il Pd e il Terzo polo sulle questioni economiche e sociali e un altro schieramento fra il Pd, l'Idv e altri sulla giustizia».
In mattinata l'ostruzionismo del Pdl ha tenuto banco sul ddl anticorruzione, una delle misure richieste dalla Ue. «In una seduta che è durata un'ora e mezza il risultato è di aver votato un solo emendamento, sono preoccupata» ha detto la presidente della commissione Giulia Bongiorno (Fli).
Il perché è presto detto. Il testo del ddl è confermato per l'aula il 28 maggio senza la formula «ove concluso l'esame», e questo vuol dire che potrebbe andarci senza mandato ai relatori e senza aver completato le votazioni, nella versione arrivata dal Senato (ddl Alfano). E quindi, senza le modifiche preparate dalla Severino qualche settimana fa. Il che significa che tutto potrebbe tornare in alto mare, ponendo a rischio l'accordo tra Alfano, Bersani, Casini e Monti siglato a Palazzo Chigi.
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