LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO-…
Niccolò Carratelli per “La Stampa”
CAMERE IN SEDUTA COMUNE PER L ELEZIONE DEL PRESIDENTE
Non si vede un film, non si ordina da mangiare, non si fanno tamponi. Si vota per eleggere il presidente della Repubblica. Forse, senza nemmeno scendere dalla macchina. Il seggio drive-in non lo avevamo mai visto. Ma sarà allestito nel parcheggio adiacente al palazzo di Montecitorio, in via della Missione, dove di solito i deputati lasciano le loro auto.
Lì, sotto le pensiline, all'aria aperta, verranno raccolte le schede dei grandi elettori positivi al Covid. Due segretari d'aula e alcuni funzionari della Camera assicureranno la correttezza delle operazioni, a partire da lunedì pomeriggio. Il presidente Roberto Fico ieri ha illustrato ai capigruppo questa soluzione logistica, che garantisce «la segretezza del voto e la contestualità della votazione con il resto dei grandi elettori — hanno spiegato dal suo staff — oltre che la sicurezza di tutti».
Del resto, questa modalità è anche «coerente con le disposizioni costituzionali a presidio della libertà parlamenta-re, come ad esempio l'immunità di sede - viene precisato - in quanto il luogo individuato è di pertinenza della Camera, non esterno». Dal punto di vista operativo, non è ancora deciso come voteranno i parlamentari (o delegati regionali) interessati.
IL PRESIDENTE DELLA CAMERA ROBERTO FICO
Si potrebbe montare un'apposita cabina, con tutte le protezioni del caso. «Ma potrebbero anche non scendere per niente dalla macchina - dice Gregorio Fontana (FI), uno dei deputati questori di Montecitorio, incarica-ti di definirei dettagli organizzativi - basta che siano soli nell'abitacolo: ricevono la scheda, votano e se ne vanno».
Molto dipenderà da come dovranno arrivare all'interno del parcheggio, perché «di certo non potranno farlo a piedi né in taxi, dovrebbero guidare la loro auto privata o usare un trasporto sanitario -spiega Fontana - ma su questo aspetto vediamo cosa decide il governo».
Per far sì che tutto ciò accada, infatti, serve uno specifico atto normativo, che disciplini gli spostamenti dei grandi elettori alle prese con il Covid, dal luogo dove stanno trascorrendo il periodo di isolamento fino alla Camera (se sono già a Roma) o al domicilio prescelto per la permanenza nella Capitale. Domicilio dove, è bene precisarlo, dovranno restare confinati tutto il giorno, tranne per il tempo necessario a rag-giungere il parcheggio di via della Missione e votare.
«C'è chi ha una casa a disposizione e chi, invece, dovrà alloggiare in un "Covid hotel", una struttura idonea da individuare, non per forza vicino a Montecitorio», precisa Fon-tana. Oggi la questione verrà affrontata in Consiglio dei ministri, ma è improbabile che si scelga la strada del decreto legge, più semplice op-tare per un atto amministrativo.
Il punto di partenza è la circolare del ministero della Salute del 13 gennaio scorso, in cui si fa riferimento proprio alle indicazioni riguardanti lo spostamento (in via eccezionale e previa autorizzazione) di casi Covid o contatti stretti dalla se-de di isolamento/quarantena ad altro luogo. Si potrebbe integrare quel provvedimento o scriverne un altro ad hoc per i grandi elettori del Quirinale.
Al momento, quelli che attendono istruzioni per muoversi sono circa una ventina (da qui a lunedì dovrebbero restare 5 i positivi trai senatorie 16 tra i deputati), un numero in netto calo rispetto alla scorsa setti-mana, quando si temeva di do-ver far fronte a più di 50 defezioni.
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