1. OGNI DOMENICA, SCALFARI MARTELLA L’“AMICO”(?) MONTI: SEI IL NUOVO GHINO DI TACCO 2. “CARO MARIO, MI SPAVENTI PER LE CONDIZIONI POSTE DA TE E CASINI PER SUPERARE L´EVENTUALITÀ CHE AL SENATO NESSUN PARTITO AVRà LA MAGGIORANZA: VOLETE LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO, ANCHE NEL CASO CHE IL CENTROSINISTRA ABBIA RAGGIUNTO NEL COMPLESSO UN CONSENSO DOPPIO A QUELLO OTTENUTO DALLA VOSTRA COALIZIONE” 3. "E GLI ELETTORI? E IL POPOLO SOVRANO? RISULTATO: O IL PD ACCETTA DI PAGARE IL PEDAGGIO AD UN NUOVO GHINO DI TACCO O LA LEGISLATURA DIVENTEREBBE INGOVERNABILE CON LE CONSEGUENZE CHE CIÒ COMPORTEREBBE SUI MERCATI E IN EUROPA” 4. ALTRA BOTTA: “MONTI HA COMINCIATO LA CAMPAGNA ELETTORALE CON LA PROMESSA DI DIMINUIRE LE IMPOSTE SUI REDDITI MINIMI. MA NON INDICA LA COPERTURA MA SOPRATTUTTO DIMENTICA CHE NEL PROSSIMO LUGLIO SCATTERÀ L´AUMENTO DI UN PUNTO DELL´IVA”

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Eugenio Scalfari per La Repubblica

Mario Monti, in appena un anno, ha salvato l´Italia dal peggio in cui stava precipitando ed ha recuperato al Paese la credibilità internazionale che da tanti anni aveva perduto.
La nascita del suo governo fu dovuta a varie circostanze e a vari protagonisti che è opportuno ricordare. Anzitutto al voto con il quale la Camera dei deputati bocciando il rendiconto di bilancio mandò in minoranza il governo Berlusconi.

Uscì da quel voto una nuova maggioranza formata dal Pd, dall´Udc e da Fini. Su questa svolta parlamentare, sull´aggravarsi della situazione economica, sulla totale caduta della credibilità del governo e sulla lettera di commissariamento indirizzata a Berlusconi dalla Banca centrale europea il Cavaliere dette le dimissioni e Napolitano, dopo averlo nominato senatore a vita, incaricò Monti di formare un nuovo governo.

In quel frangente il Partito democratico avrebbe potuto chiedere lo scioglimento delle Camere e nuove elezioni. Il Pdl era allo stato comatoso, il Terzo polo valeva al massimo il 6 per cento, Grillo ancora non esisteva o quasi. Il Pd avrebbe stravinto ma sciogliere il Parlamento in quelle condizioni avrebbe spalancato le porte all´assalto dei mercati e il debito italiano sarebbe stato preda d´una vera e propria macelleria speculativa. Prevalse il senso di responsabilità di Bersani e del gruppo dirigente del Partito democratico.

Mario Monti ha cominciato la sua campagna elettorale con molta aggressività. È normale per una forza politica nuova che si batte per vincere. Ma l´azione di governo di cui porta legittimamente il vanto fu resa possibile dal Pd e il ricordo di quest´antecedente rappresenta un´omissione ingenerosa da parte di chi, utilizzando quel disco verde, si mise e mise il Paese sulla giusta strada.

Due domeniche fa pubblicammo su queste pagine una mia lunga conversazione con l´amico Mario Monti. Ci siamo conosciuti mezzo secolo fa, non era quindi un´intervista tra un giornalista e un capo di governo ma un incontro tra vecchi amici che resi pubblico senza preavvisarlo e me ne scusai a fatto compiuto. Del resto avevo riferito esattamente quanto ci eravamo detti e lui stesso lo riconobbe.

Sennonché a pochi giorni anzi a poche ore di distanza le sue scelte cambiarono: da uomo "super partes", come lo stesso Presidente della Repubblica avrebbe gradito, è diventato uomo di parte inalberando un´agenda più che accettabile ma nelle parti qualificanti identica o analoga a quella del partito con il quale compete affermando quel suo programma come il solo capace di condurre l´emergenza al suo termine e prospettare nuovi orizzonti per il futuro.

Purtroppo Monti ha cominciato la campagna elettorale con la promessa di diminuire le imposte personali sui redditi minimi. Non mi pare abbia indicato la copertura di questa promessa ma soprattutto ha dimenticato che nel prossimo luglio scatterà l´aumento di un punto dell´Iva, un´imposta regressiva quant´altre mai che colpirà soprattutto i redditi dei più deboli. Se ci sarà spazio per diminuire le tasse è proprio dall´Iva che bisognerebbe cominciare.

Ma non è per questo "dettaglio" che il nuovo Monti mi ha deluso. Parlo in prima persona perché per un anno sono stato tra i suoi più motivati sostenitori. Mi ha deluso e mi preoccupa molto perché la sua azione avrà come risultato inevitabile quella di rendere ingovernabile il nuovo Parlamento gettando il Paese (e l´Europa) nel caos. Vi sembra un´affermazione azzardata? È facile spiegare che purtroppo non lo è affatto ed ecco la spiegazione.

1. Pensare che le liste di Monti superino tutte le altre è estremamente illusionistico. Nei sondaggi effettuati in questi giorni è all´ultimo posto. Se gli va bene supererà Grillo; se gli va benissimo supererà Berlusconi. Per superare il centrosinistra ci vorrebbe un miracolo. È vero che il Vaticano è con lui, ma non credo che basti.

2. È tuttavia possibile che al Senato nessun partito abbia la maggioranza. Gianluigi Pellegrino ha spiegato ieri la vergogna dell´attuale legge elettorale specialmente per il Senato.

3. Superare quest´eventualità in teoria non è difficile, basterebbe un´alleanza tra centrosinistra e centro, cioè tra uno schieramento che avrebbe la maggioranza assoluta alla Camera e un altro schieramento (il centro) che non ha la maggioranza al Senato ma può renderla possibile.

4. A quali condizioni? Monti e Casini l´hanno già detto: vogliono la presidenza del Consiglio, vogliono un governo che sia il loro governo anche nell´eventualità che il centrosinistra abbia raggiunto nel complesso un consenso doppio a quello da loro ottenuto. E gli elettori? E il popolo sovrano?

5. Risultato: o il Pd accetta di pagare il pedaggio ad un nuovo Ghino di Tacco o la legislatura diventerebbe ingovernabile con le conseguenze che ciò comporterebbe sui mercati e in Europa.

Ho più volte indicato a Monti l´esempio di Carlo Azeglio Ciampi che, dopo aver risollevato il Paese da una gravissima crisi economica ed aver modificato la legge elettorale, si ritirò dopo un anno di governo a vita privata e ritornò poi a dare il suo contributo al bene pubblico come ministro del Tesoro di Romano Prodi con il quale fece la più grande delle riforme del secolo portando l´Italia nella moneta comune europea.

Ma potrei aggiungere l´esempio di Giuliano Amato che da presidente del Consiglio cedette d´accordo con il Presidente della Repubblica la sua carica a Ciampi dopo essersi assunto la responsabilità d´una manovra economica di proporzioni inusitate nonché la svalutazione necessaria della lira e poi, quando ne fu richiesto, fu di nuovo ministro dell´Interno, delle Riforme o tornò alla sua vita di studi e di cultura.

La classe politica ha i suoi gravi difetti ma anche qualche virtù.
C´è un ultimo punto che mi preme chiarire. Cambiamento, riforme, conservazione: questi secondo Monti sono gli spartiacque tra le forze politiche in campo. Detto così è molto vago. Riforme? Quali? Quelle che propone Monti le propone anche Bersani. Alcune sono state fatte e il Pd le ha votate in Parlamento.

Cambiamento. Quale? Robespierre cambiò la Costituzione ereditata dagli Stati generali dell´Ottantanove. Naturalmente cambiò a suo modo. Il Direttorio che venne dopo cambiò all´incontrario. Poi arrivò Napoleone e cambiò anche lui. Per dire: la storia cambia di continuo e procede a balzelloni, non c´è un disegno divino ma la forza dei fatti e delle idee.

Renzi, tanto per fare un esempio, voleva un cambiamento nel suo partito e c´è riuscito anche se ha perso le primarie. Poi ha mantenuto la parola data, non come Ichino. A me, quando faceva il rottamatore, mi sembrò troppo semplicista e rozzo nel pensare e nel dire. Adesso m´è diventato simpatico perché anch´io cambio.

Anche tu, caro Mario, sei cambiato. Mi piaci molto per quello che hai fatto e che eri, mi preoccupi per quello che sei ora e riesci perfino a spaventarmi per quello che potresti fare se, non vincendo il piatto, lo vorrai comunque tutto per te.

 

 

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