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Rosario Dimito per "Il Messaggero"
Dopo Benetton, anche Giuseppe Rotelli prende le distanze dall'aumento di capitale Rcs, di cui è primo azionista (fuori patto) con il 16,6% di cui il 13% diretto. L'imprenditore lombardo della sanità si sente troppo impegnato sul rilancio del San Raffaele e potrebbe quindi disimpegnarsi. Le possibili defezioni di Ponzano Veneto, di Rotelli e la «riflessione» in corso da parte di FonSai (parole del presidente Fabio Cerchiai), uno dei soci del patto (dove altri azionisti sono in stand by), rendono fluidi gli assetti futuri del gruppo editoriale. Nel primo pomeriggio di oggi il cda della casa editrice esaminerà i dati preliminari dei conti 2012 e gli accordi di massima su debito e aumento di capitale a supporto del piano industriale al 2015.
VIA LIBERA L'11 APRILE
Il bilancio e il piano verranno approvati da un altro cda che dovrebbe tenersi l'11 aprile, in modo da dare a soci e banche il tempo di decidere. Ma ieri sera è maturata un'altra novità . Nel corso di una conference call tra Intesa Sanpaolo, Ubi, Unicredit, Bpm, Bnl, sulla ristrutturazione degli 800 milioni di debiti tramite tre nuove linee da 575 milioni complessivi (gli altri 225 verranno rimborsati con i proventi dell'aumento), colpo di scena di Piazza Cordusio: la banca intende partecipare solo ai 200 milioni della tranche di accompagnamento delle vendite (versando la quota parte di 73 milioni), ma non aderisce alle altre due linee. In totale vengono dunque a mancare i 50 milioni di Unicredit, che dal primo momento ha assunto una posizione rigida sostenendo che la ricapitalizzazione deve essere di 600 milioni tutti e subito.
La presa di posizione dell'istituto milanese ha spiazzato le altre banche che hanno riannodato il negoziato con Rcs grazie all'avvicinamento dei fronti sul pricing: ora la casa editrice offre 500 punti base a fronte dei 620 chiesti dagli istituti. Inoltre Mediobanca potrebbe riattivare un prestito bilaterale da 50 milioni.
Le banche avranno in garanzia l'ipoteca sull'immobile di via San Marco in vendita: secondo una perizia vale 134-157 milioni. Una delle condizioni per rifinanziare il debito è l'approvazione del piano, compresa la prima tranche di aumento da 400 milioni, più la delega per altri 200 in tre anni. Questi interventi e i risparmi da realizzare con le vendite e i tagli del personale (alla Gazzetta accordo raggiunto su 19 pensionamenti) consentiranno a regime di mantenere i ricavi a 1,6 miliardi.
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