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F.B. per “Libero quotidiano”
Sarà ora l' aula di palazzo Madama a votare la decadenza del senatore Augusto Minzolini sulla base della legge Severino, dopo che è diventata definitiva la condanna superiore ai due anni per la vicenda dei rimborsi spese da direttore del Tg1 con la carta di credito aziendale.
Proprio mentre l' istruttoria stava facendo il suo corso regolare davanti alla giunta per le immunità, e lo stesso Minzolini aveva chiesto di essere ascoltato insieme al proprio difensore di fiducia, al presidente della giunta, Dario Stefano, è arrivata una telefonata furibonda del presidente del Senato, Piero Grasso, in cui si accusava la giunta stessa di avere perso fin troppo tempo nella vicenda, e si chiedeva di prendere subito una decisione.
A Minzolini non è stata concessa l'audizione con il legale, ed è arrivato così il voto che ha dato parere favorevole alla decadenza, motivato sostanzialmente come atto dovuto dalla relatrice Pd, Doris Lo Moro. Il voto ha spaccato però la giunta stessa, perché è finita 11 a 9 ed era pure assente un componente di Forza Italia per motivi familiari.
Un membro di giunta del Pd, Giorgio Pagliari, si è quasi scusato per il suo voto favorevole, «non nascondendo una certa sofferenza umana e personale in ordine alla vicenda processuale del senatore Minzolini che presenta oggettivamente alcuni aspetti controversi».
Come è emerso dal dibattito, gran parte della commissione ha colto nella vicenda giudiziaria il classico "fumus persecutionis", anche perché dopo essere stato assolto in primo grado, Minzolini è stato condannato in appello a pena superiore a quella chiesta dal pm da un collegio di cui faceva parte Giannicola Sinisi, ex parlamentare dell' Ulivo che fu sottosegretario nei governi di Romano Prodi e Massimo D' Alema.
Anche il capogruppo Pd, Luigi Zanda, è parso imbarazzato con i colleghi di Forza Italia per l' improvvisa accelerazione della pratica, e ha attribuito al pressing di Grasso l'evoluzione. Secondo le ricostruzioni, il presidente del Senato si sarebbe legata al dito un' altra vicenda di alcuni mesi fa, quando proprio Minzolini lo aveva denunciato alla Cedu per l'utilizzo della regola del canguro che aveva fatto decadere gli emendamenti alle riforme. Decisione che a Grasso è sembrata quasi un dispetto verso la sua persona, anche se la denuncia è stata presto archiviata.
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