DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
Laura Cesaretti per “il Giornale”
A volte ritornano. Tonino Di Pietro si è da tempo stufato del trattore e scalpita per tornare - da par suo - alla politica nazionale. «Mi candido da indipendente nel maggioritario», ha annunciato ieri. Aggiungendo commosso: «Lo faccio per potere alla fine, nell' ultima parte della mia vita, pensare al mio Molise».
Da indipendente, però, l'ex pm non andrebbe lontano: in lizza in un collegio contro i candidati di altre forze difficilmente guadagnerebbe un seggio. Così Tonino lancia un messaggio sia alla LeU di Pietro Grasso (ad ottobre si era affiliato ai bersaniani di Mdp, dopo un giro di valzer con i Cinque Stelle che però non gli aveva fruttato il posto di assessore di Virginia Raggi cui ambiva) che al Pd: «Spero da indipendente che possano votarmi entrambi, perché sono due fratelli coltelli che però sempre fratelli sono. Fondamentalmente sono la stessa cosa, al di là dei rancori».
Di Pietro minaccia una candidatura di disturbo per convincere dalemiani e Pd a rinunciare ai propri candidati per appoggiare lui? La cosa non è chiara. Anche perché, fin dall' estate scorsa, l' ex pm si era detto «disponibile» ad un altro ruolo politico: quello di candidato presidente della Regione Molise, che va al voto - probabilmente - in aprile: «A patto che la mia candidatura sia condivisa e rappresenti un elemento di unione di tutto il centrosinistra».
Non ci stava, insomma, a fare quel che gli avevano proposto i bersaniani, ossia il candidato della sinistra radicale con lo scopo di far perdere il Pd, che governa la regione con il presidente Paolo Frattura (la cui giunta è appoggiata dal figlio di Di Pietro, Cristiano, che il papà aveva piazzato in Regione).
E c' è chi ora interpreta l' autocandidatura a sorpresa di Tonino in Parlamento come una mossa per spingere il Pd ad appoggiarlo in Regione. Del resto, come dice un esponente Pd, «in Molise siamo messi talmente male che non è escluso che lo facciamo».
La maggioranza di Frattura è infatti in frantumi: la sinistra del Pd lo ha mollato, un pezzo se n' è andato con Mdp e gli rema contro, e i centristi che lo appoggiavano vogliono tornare con il centrodestra. Il responsabile Enti locali del Pd Matteo Ricci non si sbottona: «Non c' è niente di deciso». Una cosa è certa: di riffa o di raffa, Di Pietro vuole tornare.
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