DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
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DONALD TRUMP JOE BIDEN BENJAMIN NETANYAHU
Sul più turbolento cambio d'epoca che si possa immaginare, nel momento in cui crisi economica, valori tradizionali e istituzioni e guerra vanno a sciogliersi dentro l’autoritarismo rampante della tecnodestra dei Musk e dei Thiel, la sinistra è annichilita, paralizzata, concentrata a guardarsi l’ombelico cercando qualcuno con cui prendersela per aver perso la bussola della cultura di massa e il potere.
Solo un esempio, il più recente e catastrofico perché riguarda la più grande democrazia dell’Occidente: l’inettitudine al limite della coglioneria politica dell’amministrazione dem di Joe Biden. Il piano di tregua per porre fine alla guerra tra Israele e Palestina a Gaza, con un Netanyahu in modalità “Dottore Stranamore” al fine di mantenere il suo potere, appartiene alla lunga e incessante trattativa di “Sleepy Joe”, con il suo segretario di Stato Antony Blinken trasformato in una trottola viaggiante tra Washington e Tel Aviv
Alla fine, il cessate il fuoco è stato firmato questa mattina. Ma chi si è impossessato del successo è stato, mediaticamente, il presidente eletto Donald Trump. A novembre scorso, una volta vinte le presidenziali, il Tycoon col ciuffo ha chiamato Netanyahu e l’ha subito sistemato per le feste: o poni termine al conflitto entro il giorno che ritornerò alla Casa Bianca oppure dal 20 gennaio non riceverai nemmeno mezza pallottola dalla mia amministrazione. Fine della telefonata.
ANTONY BLINKEN - BENJAMIN NETANYAHU
Domanda: quante volte Biden ha minacciato di “disarmare” l’esercito d’Israele? Ma Bibi Netanyahu se ne fregava beffardamente ben conoscendo il “celomollismo” liberal e bello dei democratici americani, tutto chiacchiere e distintivo.
Ecco: se Biden avesse mostrato al suo interlocutore qualche atteggiamento in modalità Chicago anni Trenta e avesse imposto e ottenuto sei mesi fa da Netanyahu la tregua in Medio Oriente, intanto avrebbe conquistato di sicuro la ricandidatura per un secondo mandato, anziché finire in un ospizio per vecchi rincoglioniti da Obama-Clinton-Pelosi, e poi avrebbe avuto ottime probabilità di essere rieletto. Ma purtroppo, la storia non si fa con i “se” né con il sorriso prestampato di Kamala Harris.
BENJAMIN NETANYAHU DONALD TRUMP
La mossa muscolare del Trumpone, quel coatto bullismo che prima ti mena e poi ti spiega, è stata innescata da un obiettivo, per lui strategico: raggiungere una alleanza, con il principe ereditario saudita, Mohammed Bin Salman. Da parte sua, lo sceicco ha posto solo una condizione alla firma dello schema degli ‘’Accordi di Abramo’’ per la normalizzazione delle relazioni diplomatiche fra Arabia Saudita e Israele: il via libera alla nascita di uno stato palestinese. La clausola più indigesta per Netanyahu: una terra, due stati.
E qui entra in ballo il “celodurismo” trumpiano: caro Bibi, o finisci di rompere i cojoni o “ti spiezzo in due”.
mohammed bin salman trump visit da cbc
POST SCRIPTUM
Anche per Bin Salman, la normalizzazione del Medio Oriente è una priorità per non regalare spazi economici regionali agli Emirati Arabi Uniti, alleati ma competitor. Il sito Affari Internazionali aggiunge: “Con Washington Riyadh ha in ballo il loro programma nucleare per uso civile e la diversificazione economica post-oil di Vision 2030, che necessita di stabilità e interdipendenza regionale”.
barack obama al convegno per kamala harris 5donald trump e mohammed bin salman al g20 di osakamohammed bin salman al saud con donald trumpDONALD TRUMP E JOE BIDEN NELLO STUDIO OVALE DELLA CASA BIANCA
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