DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL…
Giuseppe Salvaggiulio per www.lastampa.it
Ci fu un tempo in cui Rodotà&Zagrebelsky erano i numi tutelari del costituzionalismo democratico, al punto da essere proposti invano per il Quirinale da un’alleanza ante litteram M5S-sinistra. Ora, invece, i due nomi identificano una divisione di fondo tra giuristi. Da una parte Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte costituzionale, che difende la gestione dello stato di emergenza e il suo prolungamento per opera del governo Conte (considerato, tra l’altro, il migliore tra quelli possibili di questi tempi). Dall’altra l’Osservatorio sulla legalità costituzionale del comitato per i beni comuni, costituito da allievi e collaboratori di Rodotà, tra cui il presidente Ugo Mattei, e a lui intitolato dopo la morte, tre anni fa.
Zagrebelsky guida il fronte dei costituzionalisti pro stato di emergenza (con lui l’ex giudice costituzionale Paolo Maddalena e Tommaso Edoardo Frosini, tra gli altri). La sua tesi, espressa in un testo anticipato ieri su Repubblica e che sarà pubblicato a ottobre da Laterza nel volume “Il mondo dopo la fine del mondo”, è che bisogna distinguere emergenza ed eccezione. La prima è interna al sistema, anzi lo difende da una minaccia grave; la seconda lo frantuma per travolgerlo e superarlo. Dunque lo stato di emergenza per tutelare la salute ed evitare una strage è un salvavita della democrazia e non ha nulla a che vedere con i «pieni poteri».
Tesi opposta viene sostenuta dall’Osservatorio. Spiega Marina Calamo Specchia, ordinario di diritto costituzionale a Bari: «Zagrebelsky ha visione sostanzialista, per cui la salute si identifica con la Costituzione stessa. Noi siamo per il bilanciamento dei principi fondamentali, la salute va tutelata ma senza un sacrificio assoluto di altri beni meritevoli di protezione». Tra cui le libertà fondamentali, «limitate illegittimamente dai dpcm, che hanno alterato il sistema costituzionale delle fonti del diritto, tanto che il governo ha goffamente cercato di porre riparo con i decreti legge».
Motivo per cui l’Osservatorio (citato alla Camera da un’insolitamente sobrio intervento di Sgarbi) denuncia la proroga come una «rottura costituzionale», lancia una petizione che ha già raccolto 52mila firme e annuncia ricorsi a Consulta e corti internazionali.
I costituzionalisti sono divisi (c’è anche un terzo fronte, quello dei critici con moderazione, tipo Francesco Clementi). L’associazione che li raduna non si schiera. Il congresso 2020 è stato rinviato per l’emergenza Covid e sostituito da un seminario che si terrà a Roma il 4 dicembre. Tema: «Stato di necessità e diritti fondamentali».
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