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POLVERE DI 5 STELLE – IL M5S SI SPACCA SU DRAGHI: FONTI INTERNE AL MOVIMENTO HANNO FATTO TRAPELARE CHE LA LINEA DI CRIMI, CONTRARIA ALL'ESECUTIVO PRESIEDUTO DA SUPERMARIO, "NON È CONDIVISA". IL VICEMINISTRO BUFFAGNI: “MARIO DRAGHI HA UN PROFILO INATTACCABILE, NULLA DA DIRE” – OGGI POMERIGGIO DECIDERA’ L'ASSEMBLEA DEI GRILLINI CHE SI PREANNUNCIA INFUOCATA...
Alessandro Sala per corriere.it
Mario Draghi è stato chiamato a svolgere, di fatto, il ruolo di «salvatore della patria». Il presidente Mattarella lo ha chiamato dopo avere invocato un «governo di alto profilo». Il suo nome suscita attenzione e rispetto all’estero, per il suo standing internazionale e per i suoi successi come presidente della Bce.
E i mercati hanno subito reagito positivamente, con Piazza Affari che ha aperto in salita e lo spread in calo e ormai a ridosso di quota 100. Insomma, dopo il flop della politica, arriva un tecnico di peso che potrebbe mettere molti d’accordo. Ma c’è anche chi dice che la fiducia al presidente incaricato non la voterà.
I M5S divisi
Il no più pesante è quello annunciato via Facebook da Vito Crimi, capo politico del Movimento 5 Stelle: «Già durante le consultazioni avevamo annunciato che l’unico governo possibile sarebbe stato un governo politico. Pertanto non voterà per la nascita di un governo tecnico presieduto da Mario Draghi». Resta da vedere se il partito resterà compatto. Le dimissioni dal gruppo di Emilio Carelli («Il M5S ha perso la sua anima») e la creazione di un nuovo «contenitore» moderato potrebbe attrarre i pentastellati contrari a un ritorno immediato alle urne, che per molti significherebbe fine della carriera politica.
Per ora hanno preso posizione solo gli anti-Draghi: la ministra uscente Fabiana Dadone, Roberta Lombardi, Michele Gubitosa, Luigi Gallo, Paola Taverna, Riccardo Fraccaro, Elio Lanutti,Danilo Toninelli. Sono in molti a pensare che i Cinque Selle si divideranno e che tra i governisti ci possano essere molti dei big, che in nome della realpolitik nel corso degli ultimi due anni e mezzo si sono adattati a governare prima con la Lega e poi con il Pd, considerati innominabili fino alle elezioni del 2018. Riuscendo a portarsi appresso il partito. Questa volta non si sa.
Stefano Buffagni, viceministro uscente, ha precisato che «deciderà oggi l’assemblea», ovvero i gruppi parlamentari. Ma ha anche aggiunto: «Mario Draghi ha un profilo inattaccabile, nulla da dire». E proprio mentre Draghi varcava la soglia del Quirinale per ricevere l’incarico da Mattarella, fonti interne al Movimento hanno fatto trapelare alle agenzie di stampa che «la linea di Crimi non è condivisa».
STEFANO BUFFAGNI
TAVERNA
SERGIO MATTARELLA MARIO DRAGHI
vito crimi 2
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