DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
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1. Grande amarezza in via XX Settembre, dove il ministro Pier Carlo Padoan è ormai un uomo solo. Gli elogi del Corriere della Sera, in quell’editoriale in cui si attaccava Renzie, non gli hanno certo dato una mano. I rapporti con il premier sono al minimo e il ministro parla ormai con Yoram Gutgeld, lo svalvolato consigliere economico di Pittibimbo e, secondo le ultime voci, candidato alla sua poltrona in via XX Settembre. Tra Economia e Palazzo Chigi non ci sono contrasti su grandi temi, ma semplicemente non c’è più collaborazione. E Padoan fa i suoi compitini.
2. Per un ministro che si deprime, eccone un altro in gran spolvero come Dario Franceschini. Il tenutario della Cultura ha messo nel mirino il Campidoglio e si vede decisamente bene al posto di Ignazio Sotto-Marino. Per questo trama con il sovrintendente dell’Opera, Carlo Fuortes, che si muove come una tenaglia, per mettere in difficoltà il sindaco della capitale. L’autocandidatura di Franceschini taglia la strada anche a Marianna Madia, altro ministro che ha messo gli occhi sul Campidoglio.
3. Acque agitate a “Libero”, dove Antonio Angelucci, imprenditore della sanità e deputato di Forza Italia, non è contento dei conti (in rosso) del giornale. Dal profondo Nord arriva notizia di un grande attivismo di Vittorio Feltri, che starebbe mettendo su una cordata di imprenditori amici per rilevare la testata.
4. L’editoria è una brutta (e avara) bestia e c’è anche chi pensa a filarsela il prima possibile. Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di Rcs, ha capito l’aria che tira e sta cercando un nuovo posto lontano da giornali e giornalisti. Anche quest’anno gli toccherebbe firmare un bilancio in rosso e con debiti finanziari per quasi 500 milioni di euro.
5. Continua la guerra tra Abramo Bazoli e Ignazio Visco. Il presidente (in uscita) di Intesa SanPaolo ha cambiato lo statuto duale ma per il governatore di Bankitalia anche così non va…
6. La volubilità di Renzi è ormai da antologia: ora sono caduti in disgrazia Bassanini e Gorno Tempini della Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Castellano della Sace.
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