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Carmelo Lopapa per “la Repubblica”
A un passo dal definitivo “sì”. Ultimi dettagli da mettere a punto, ultime garanzie “professionali” da strappare, poi Alessandro Sallusti ufficializzerà la sua candidatura a sindaco di Milano. «Se sono rose fioriranno, al momento è solo una ipotesi di lavoro - spiega il direttore del Giornale a Radio 105 - Sono voci che mi fanno onore. Fare il sindaco di Milano però non è una professione che piace o non piace, è una possibilità importante, seria e come tale va valutata. È iniziato un percorso di verifica di condizioni. Ora se l’offerta che mi è stata fatta superasse questo percorso di verifica, vedremo cosa fare».
È il direttore del quotidiano della famiglia Berlusconi, la sfida con Giuseppe Sala - se il manager Expo scioglierà a sua volta la riserva per il centrosinistra - si preannuncia assai ardua. Dunque il giornalista sta valutando anche i rischi in caso di sconfitta, l’eventuale paracadute.
Se una direzione Mediaset o a Panorama (Giorgio Mulè è in pole position per succedergli al Giornale) si vedrà. Quel che è certo è che dopo la telefonata di investitura di Silvio Berlusconi di pochi giorni fa e il via libera di Matteo Salvini nel vertice di mercoledì a Palazzo Grazioli, la strada è spianata.
Lo sarebbe anche per Giorgia Meloni, anche lì è questione di tempo. Ma lei tentenna, vorrebbe prenderne dell’altro, come ha spiegato ieri a pranzo quando ha fatto il punto col fedele Fabio Rampelli e altri di Fdi. Preferirebbe ufficializzare la candidatura il 7 febbraio, in occasione della manifestazione di piazza a Roma.
«Troppo tardi», le hanno opposto i suoi. Anche perché uno degli avversari più insidiosi, Alfio Marchini, è già in campagna elettorale. Abbandonato dal centrodestra, ma non da tutti, l’imprenditore romano. Raffaele Fitto, ora leader dei Conservatori e riformisti, si sbilancia: «Marchini? È un candidato molto competitivo, da valutare attentamente. Ma le primarie sono indispensabili».
Di primarie Berlusconi non vuole sentir parlare. Il Cavaliere ieri a Roma ha trascorso una delle sue giornate nere, dopo la richiesta di rinvio a giudizio per il Ruby ter. «Ci sono cinque terroristi in circolazione e la procura di Milano anziché perseguire i criminali si preoccupa di incriminare me» si è sfogato. Oggi il rientro a Milano, dove domenica terrà una lectio di politica estera alla scuola di formazione politica della Lega curata da Armando Siri.
MARCHINI
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