DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Articolo di Paul Krugman per The New York Times pubblicato da “la Stampa”
Quando la Russia ha invaso l'Ucraina, l'idea che potesse essere sconfitta sembrava a dir poco forzata. Vladimir Putin pareva avere un esercito potente e moderno, sostenuto da un budget per la difesa di una decina di volte superiore a quello ucraino. Per aspettarsi una rapida vittoria sul campo dei russi non c'era nemmeno bisogno di abboccare alle fantasie in stile Ted Cruz sul valore di un esercito né "woke" né "effeminato".
Perfino dopo la miracolosa sconfitta dell'iniziale aggressione russa da parte dell'Ucraina, c'era da porsi varie domande sulle prospettive a più lungo termine. Prima della guerra, l'economia russa era superiore di circa otto volte rispetto a quella ucraina; malgrado l'impatto che stanno avendo le sanzioni sulla produzione russa, la devastazione provocata in Ucraina dall'invasione quasi certamente implica che il divario tra le due oggi è ancora maggiore.
Insomma, ci si sarebbe potuti aspettare che, con il solo peso delle sue risorse, la Russia alla fine avrebbe vinto una guerra di logoramento. Invece, non sembra proprio che stia accadendo una cosa del genere. Nessuno può affermare con sicurezza di sapere in che misura lo stesso Putin si renda conto di come sta andando la guerra; i suoi ufficiali intimoriti sono disposti a dirgli la verità?
Da come la Russia si sta sfogando a parole - con tremende quanto vaghe minacce contro l'Occidente e con attacchi d'ira autodistruttiva, come la decisione di mercoledì di interrompere i flussi di rifornimento di gas naturale in direzione della Polonia e della Bulgaria - sembra proprio che almeno qualcuno a Mosca si stia preoccupando di una cosa: il tempo non è dalla parte della Russia, tanto che i funzionari degli Stati Uniti iniziano a parlare con ottimismo di un'Ucraina che non soltanto riesce a tenere a bada la Russia, ma riesce addirittura a vincere. Come è possibile?
VLADIMIR PUTIN JOE BIDEN - ILLUSTRAZIONE TPI
La risposta è che l'America, seppure non direttamente impegnata in combattimento, sta facendo di nuovo ciò che fece l'anno prima di Pearl Harbor: noi, con l'aiuto dei nostri alleati, fungiamo da "arsenale della democrazia" e offriamo a chi difende la libertà quello che occorre per continuare a combattere. Per quanti non sono a conoscenza di ciò, è bene ricordare che nel 1940 la Gran Bretagna, come l'Ucraina nel 2022, ebbe un successo inatteso contro un nemico apparentemente inarrestabile quando la Royal Air Force sventò il tentativo della Luftwaffe di conquistare la superiorità aerea, un prerequisito fondamentale in vista di un'invasione.
Eppure, alla fine del 1940, i britannici erano in gravi difficoltà: il loro sforzo bellico richiedeva considerevoli importazioni, tra cui sia gli armamenti militari sia cose indispensabili come il cibo e la benzina. Ed erano rimasti quasi a corto di soldi. Franklin Delano Roosevelt rispose con il Lend-Lease Act, la "legge degli affitti e dei prestiti" che rese possibile trasferire ingenti quantità di armi e di alimenti ai britannici messi alle strette. Quell'aiuto non fu sufficiente a capovolgere la situazione, ma dette a Winston Churchill le risorse di cui aveva bisogno per resistere, e ciò alla fine servì a creare le condizioni per la vittoria degli Alleati.
Oggi la legge Lend-Lease è stata ripresentata e gli aiuti militari su vasta scala stanno affluendo in Ucraina, in provenienza non soltanto dagli Stati Uniti, ma anche da molti nostri alleati. Grazie a questo aiuto, i calcoli della guerra d'attrito di fatto stanno funzionando decisamente a discapito di Putin. L'economia russa sarà anche molto più grande di quella ucraina, ma è piccola rispetto a quella americana, per non parlare delle economie combinate degli alleati occidentali. Oltretutto, con la sua base economica limitata, la Russia non sembra proprio avere la capacità di sostituire le sue perdite sul campo di battaglia.
Gli esperti occidentali, per esempio, credono che i combattimenti in Ucraina finora siano costati alla Russia l'equivalente di due anni di produzione di carri armati. L'esercito ucraino, al contrario, è equipaggiato meglio di giorno in giorno e dispone di un numero sempre maggiore di armi pesanti. Presumendo che il Congresso accolga e approvi la richiesta del presidente Biden di aiuti per ulteriori 33 miliardi di dollari - somma che possiamo permetterci benissimo -, il sostegno occidentale all'Ucraina nel complesso si avvicinerà alla spesa militare russa annua.
vladimir putin joe biden ginevra
In altri termini, come ho detto, sembra che il tempo giochi a favore dell'Ucraina. A meno che i russi non riescano a ottenere quel tipo di plateale successo sul campo di battaglia che finora non hanno avuto - per esempio un assalto in stile blitzkrieg che accerchi un'ampia parte delle forze armate ucraine - e ci riescano molto presto, il rapporto di forza pare pendere a favore dell'Ucraina.
Cerchiamo di essere chiari su due punti. Primo: se l'Ucraina vincerà sul serio, sarà un trionfo per le forze della libertà ovunque. Gli aspiranti aggressori e i criminali di guerra si troveranno obbligati a prendersi una pausa. I nemici occidentali della democrazia, molti dei quali fino all'altro ieri erano fanboy di Putin, riceveranno una lezione pratica sulla differenza tra gli atteggiamenti da macho e la vera forza. Secondo: mentre il credito di tale vittoria, se si materializzerà, andrà ovviamente e perlopiù agli stessi ucraini, niente di tutto ciò sarebbe stato possibile senza la leadership coraggiosa ed efficace di alcune nazioni occidentali (ahimè, non tutte).
A prescindere da quello che si può dire di Boris Johnson, la Gran Bretagna si è comportata come una roccia in questa crisi. La Polonia e altre nazioni dell'Europa orientale si sono dimostrate all'altezza della situazione, sfidando le minacce russe. Quanto a Joe Biden, ha fatto un lavoro straordinario, tenendo unita l'alleanza occidentale e al contempo rifornendo l'Ucraina delle armi di cui ha bisogno. I precedenti presidenti degli Stati Uniti in passato hanno fatto discorsi entusiasmanti sulla libertà, come quando esclamarono: "Butta giù questo muro" o "Ich bin ein Berliner". È un bene che l'abbiano fatto. Tuttavia, è innegabile che Biden ha fatto molto di più per difendere la libertà, in modi concreti che vanno ben oltre le semplici parole di qualsiasi altro presidente dai tempi di Harry Truman. Mi chiedo se e quando gli si riconoscerà il merito che gli spetta di diritto.
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
FLASH! – MARIA ROSARIA BOCCIA CONTRO TUTTI: L’EX AMANTE DI GENNY-DELON QUERELA SANGIULIANO (GIÀ…
DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…