SALVATE IL SOLDATO NICK - DA IERI SERA IL PDL È IN MOBILITAZIONE PERMANENTE. MA NESSUNO, DAVVERO NESSUNO, PUÒ SCOMMETTERE SU COME FINIRÀ. E ALLORA AL PIANO TERRA DEL GRAND HOTEL POGGIOREALE, PADIGLIONE FIRENZE, SI PREPARA LA CELLA NUMERO CINQUE - IL TETSO DEL MEMORIALE DIFENSIVO DI NICK ‘O MERICANO CHE PUNTA TUTTO SU UNA CIRCOSTANZA: “ALL’EPOCA DELL’INCONTRO DI ROMA IL FINANZIAMENTO AVEVA GIA’ AVUTO L’OK DI UNICREDIT"…

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Carlo Tarallo per Dagospia

Al Grand Hotel di Poggioreale è tutto pronto per il possibile arrivo dell'"ospite" dell'anno: Nick ‘o Mericano. Il coordinatore del Pdl in Campania potrebbe aver bisogno di una singola ed è bene essere pronti all'accoglienza. Intorno alle 19 di domani, la Camera dovrà decidere se mettere le manette ai polsi di Nicola Cosentino.

Se fosse scaricato dalla Lega, insieme al Pdl e agli alleati residui, l'ex potentissimo accusato dalla Procura della Repubblica di Napoli di essere il segretario politico del "Partito dei Casalesi", si ritroverebbe accerchiato da decine di riflettori sul marciapiede all'ingresso, taccuini e microfoni, e la foto della sua fine politica sarà sui siti internet, sui giornali e in tv.

Scene già viste la scorsa estate: si moriva di caldo aspettando fino alle due di notte Alfonso Papa, si crepererebbe di freddo domani. Napoli tornerebbe ad essere Why Not City. "Chi sarà il prossimo?": questa la domanda che già corre tra un cellulare e l'altro sotto ‘o Vesuvio. E Nick? Si aspettava il voto favorevole della Lega in Giunta, ma non quello contrario al suo arresto di Maurizio Turco, che voterà "no" anche in aula, insieme ai suoi cinque colleghi radicali.

"Per noi Cosentino è un criminale politico ma non è un criminale comune. Lui stesso lo ha ammesso quando ha spiegato che la sua colpa è stata quella di fare raccomandazioni, spartizioni, clientele. Ed ha detto di non essere il solo, di fare così insieme ad altri, secondo un metodo piuttosto diffuso".

Salvate il soldato Nick: da ieri sera il Pdl è in mobilitazione permanente. Ma nessuno, davvero nessuno, può scommettere su come finirà. E allora al piano terra del Grand Hotel Poggioreale, padiglione Firenze, si prepara la cella numero cinque. Ieri il direttore del carcere, Cosimo Giordano, ha passato quasi tutta la giornata in giro per padiglioni.

1 - IL MEMORIALE
"Io sottoscritto Nicola Cosentino, nato a Casal di Principe il 2 gennaio 1959..." inizia così il memoriale che ieri pomeriggio il deputato ha consegnato alla Giunta per le Autorizzazioni, che ha rinviato di due ore la votazione (finita 11 a 10 per il sì all'arresto) per esaminarlo. Settanta pagine di difesa dell'imputato Cosentino Nicola, scritte per convincere i colleghi delle sue ragioni. "Leggetevi le carte!" sembra chiedere Cosentino. Eccone altri ampi stralci dopo quelli pubblicati ieri.

"Ritengo doveroso - scrive ‘o Mericano - in via preliminare, offrire una più ampia informazione in ordine ai materiali istruttori sui quali si fonda il provvedimento cautelare in discussione. La compiuta disamina degli atti d'indagine, infatti, ha consentito di evidenziare tutti i profili di debolezza dell'impianto d'accusa, peraltro evidenziati anche nel corso dell'interrogatorio da me reso il 20.12.2011 e del quale mi pregio di fornire il verbale trascrittivo".

2 - I MATERIALI INVESTIGATIVI

A. L'incontro presso UNICREDIT del 7.2.2007.
Quando mi si propone l'incontro?
Il primo dato emergente dall'indagine tecnica relativo ad un incontro al quale avrei dovuto partecipare è del 4 febbraio 2007. Cioè in un tempo successivo alla raggiunta consapevolezza da parte del Di Caterino che l'operazione è ormai favorevolmente conclusa; Zara ha già parlato con la fiduciaria che emetterà la garanzia.

Poi: il primo accenno alla possibilità che - su richiesta dello Zara - l'incontro abbia luogo non nella sede di F.I. ma presso i locali della banca si rinviene il 5 febbraio 2007 (v. conv. 10337), nel corso della stessa conversazione nella quale gli interlocutori nuovamente commentano il positivo contatto Zara/Pelliccioni e l'intervenuto assenso degli uffici legali Unicredit all'operazione.

Come mi si sollecita?
Il sottoscritto, ritenuto sponsor politico dell'intera operazione, verrà sempre e soltanto compulsato tramite il Cristiano.

Di cosa si discute nell'occasione?
I contenuti dell'incontro vengono riferiti (v. 10490): Cosentino ha incontrato "quello che doveva incontrare" (Santocchio); hanno anche parlato del progetto elettorale per Casale e Cosentino ha detto che ancora non è definita la candidatura di Cristiano per le comunali. Tale circostanza provoca contrarietà negli interlocutori. E' un fatto che del finanziamento nella conversazione n. 10490 non si parli affatto.
Del resto: in nessuno dei colloqui telefonici intercettati tra La Rocca, Zara, Di Caterino o Cristiano l'argomento viene MAI menzionato. MAI nessuno di costoro legherà l'incontro ad effetti benefici sull'andamento della pratica di finanziamento.


L'interessamento alle vicende inerenti il finanziamento.
Le informazioni che si traggono dalla inf. DIA 125/NA/III prot. 852 del 8.5.2009 (faldone 2 GIP)

Il sottoscritto NON interviene nella scelta della banca e della agenzia di credito presso cui incardinare la pratica di finanziamento (sarà il La Rocca a segnalare Zara al Di Caterino);
Il sottoscritto NON interviene presso Unicredit né durante la fase istruttoria della primavera 2006 né nei successivi luglio-agosto del 2006, allorquando si trattava di ottenere la prima delibera di finanziamento (v. conv. 771 del 27.06.06, ore 19,42: Di Caterino / La Rocca: il Direttore ha firmato), effettivamente sottoscritta ai primi di agosto dal Direttore p.t. Salvo Malandrino all'esito di articolata istruttoria interna (v. allegati memoria Zara);

Il sottoscritto NON interviene presso Unicredit a settembre-ottobre 2006, allorquando si trattava di ottenere, dopo la approvazione del finanziamento, la concreta erogazione delle somme, bloccate per ragioni inerenti le garanzie (ritardato trasferimento titoli Fideuram);
Il sottoscritto NON interviene presso Fideuram (Ferrara Alessandro) per sollecitare il trasferimento al quale l'erogazione era subordinata;
Il sottoscritto NON interviene nel febbraio 2007 per "sbloccare" la pratica di finanziamento; del resto la approvazione da parte del Protino (che proprio in ragione di ciò non incorrerà in alcun provvedimento disciplinare) avverrà (v. doc. nonché interr. Protino 10.12.11, f. 9 trascr.) "previa verifica della perfetta regolarità della garanzia". Che è a dire: se il mio intervento fosse stato sollecitato al fine di ammorbidire i controlli sulla garanzia, ebbene esso intervento non ha sortito alcun effetto;

Il sottoscritto, soprattutto, NON interviene né viene in alcun modo menzionato, evocato, indicato, contattato nelle lunghe e complesse attività di ricerca da parte del Di Caterino (gestore operativo del progetto) o del La Rocca (inizialmente appaltatore; di poi: finanziatore e socio) di finanziatori o prestatori di garanzia o brokers finanziari (si badi anzi: tanto Di Caterino quanto La Rocca, come s'è visto, non hanno interlocuzioni con me, né possibilità di interlocuzione); né viene mai menzionato o evocato nelle conversazioni correnti tra Di Caterino e Corvino aventi ad oggetto l'aggiornamento della ricerca.

3 - IL FUMUS

Sin qui i dati "indiziari" sulla cui base la Autorità Giudiziaria di Napoli ritiene che lo scrivente debba essere sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere. Appare adesso però opportuno fornire una seconda serie di informazioni volte a rappresentare a codesto Onorevole Consesso la natura delle mie "relazioni" con gli Uffici Giudiziari che hanno chiesto il mio arresto; o meglio: la cifra di pregiudizio e di accanimento che - nei comportamenti processuali di seguito descritti - si evidenzia quale tratto caratteristico delle iniziative investigative che mi hanno riguardato.

Le peculiari anomalie comportamentali, sintomo di una relazione non indifferente tra gli Uffici Giudiziari investiganti ed l'investigato già evidenziata in occasione del primo procedimento (ma che sono utili anche qui, nella rappresentazione di una risalente ed articolata strategia accusatoria), sono state parzialmente descritte e ricostruite anche nel corso del dibattimento in celebrazione innanzi il Tribunale di S. Maria Capua Vetere, durante l'intervento defensionale svolto all'udienza del 2.5.2011, del quale fornisco in copia un estratto (all. 2).

Alcuni singoli dati, tuttavia, meritano di essere riportati, secondo un criterio cronologico.

il primo atto formale di indagine che la Procura della Repubblica di Napoli, DDA, mi rivolge espressamente (pur senza avere effettuato alcuna iscrizione del mio nominativo nel registro degli indagati) consiste in una delega di indagine emessa nell'ambito del proc. n. 55569/07 RGNR in data 20.5.2008, cioé otto giorni dopo l'assunzione da parte del sottoscritto dell'incarico di Sottosegretario. L'oggetto della delega inerisce la individuazione dei miei rapporti di parentela con "individui organici e contigui al sodalizio criminoso cosiddetto dei casalesi". Tempi, modi e contenuto appaiono già estremamente significativi;

il 10.6.2008 il mio nominativo viene iscritto al registro indagati nel proc. n. 55569/07 RGNR con l'ipotesi (per la quale successivamente sarà emessa ordinanza cautelare e interverrà il dibattimento) di concorso esterno in associazione camorristica in relazione ad ipotesi di accordi elettorali "voti contro favori";

il successivo 13.6.2008 verrò iscritto anche nell'ambito del proc. n. 36856/01 RGNR con riferimento ad ipotesi di reato inerenti la gestione dei rifiuti in Campania (per la quale successivamente sarà emessa ordinanza cautelare e interverrà il dibattimento), sulla base di elementi investigativi acquisiti entro l'ottobre del 2007 (all. 4). In questo procedimento, il 20.6.2008, sarà richiesto il certificato del casellario e dei carichi pendenti (all. 5);

nell'agosto del 2008 il settimanale l'Espresso inizia una violenta campagna pubblicando stralci (non si sa come e da chi ricevuti) delle dichiarazioni rese in passato (tra il 13.9.1996 ed il 19.2.1998) da quattro collaboratori di giustizia, oltre che quelle di altri dichiaranti (Orsi e Vassallo);

in data 21.10.2008 (all. 6) per il tramite dei miei difensori inoltro una prima richiesta di ascolto, nelle forme alternative dell'interrogatorio o delle dichiarazioni spontanee (di guisa che è imprecisa l'obiezione secondo cui avrei potuto chiedere di rendere dichiarazioni spontanee in luogo dell'interrogatorio: è proprio quello che inutilmente ho fatto), onde fornire immediati chiarimenti;

le risposte che, per lungo tempo, riceveremo dal Procuratore Aggiunto DDA pro tempore sono tutte: "non sappiamo in che veste procedere all'ascolto, non essendovi alcuna iscrizione". Sappiamo invece che sin dal giugno 2008 ero stato iscritto quale indagato sia con riferimento alle vicende inerenti i presunti accordi elettorali ed il voto di scambio che con riferimento alle questioni relative alla gestione dei rifiuti in Campania;

comunque, alla data del 12.11.2008, deposito alla attenzione della Procura della Repubblica ampio memoriale (all. 7) con documentazione di corredo, volto a smentire documentalmente le accuse che, secondo quanto appreso esclusivamente dalla lettura de l'Espresso, erano state rivolte nei miei confronti;
in data 9.1.2009 viene effettuato lo stralcio della mia posizione investigativa dal proc. n. 55569/07 RGNR, formando il fascicolo n. 983/09 RGNR, che poi riconfluirà nel fascicolo madre identificato dal n. 36856/01 RGNR (all. 8);

il successivo 12.2.2009 (all. 9) si procederà a re-iscrizione (inutile: ero già iscritto per concorso esterno sin dal 10.6.2008; ma evidentemente occorreva lucrare i tempi per le proroghe di indagine) per l'ipotesi di cui agli artt. 110, 416 bis c.p., stavolta nell'ambito del proc. n. 36856/01 RGNR (nel quale era però già confluito il fascicolo 983/09 RGNR che conteneva l'originario compendio di cui al fascicolo n. 55569/07 RGNR per il quale era intervenuta l'iscrizione del 10.6.2008);

solo tre mesi dopo il suo deposito, e cioè in data 16.2 2009, verrà emessa ulteriore delega di indagine (all. 10) volta a verificare la fondatezza delle difese da me espresse con il memoriale del 12.11.2008. Il giorno successivo, 17.2.2009 (dunque: prima ovviamente che pervenissero gli esiti di tale delega e senza che ad essi si dovesse o volesse fare comunque riferimento; ed appena cinque giorni dopo la mia formale re-iscrizione), viene però comunque depositata la corposissima e lunghissima richiesta di custodia cautelare in carcere che sarà poi accolta il 7 novembre del 2009 dal GIP Dr. Piccirillo;

il 23.10.2009, all'esito di una incredibile e gravissima divulgazione di notizie coperte da segreto (: esistenza della richiesta cautelare; nomi dei magistrati richiedenti; data di presentazione; nome del magistrato destinatario; titoli di reato; etc.), depositavo esposto-denuncia alla attenzione della Procura della Repubblica (all. 11). L'indagine sulla fuga di notizie, ricevuto il n. 573558/09/ignoti, verrà incredibilmente affidata al medesimo magistrato procedente (che, teoricamente, avrebbe dovuto svolgere indagini anche per verificare chi, tra i propri collaboratori, si fosse reso responsabile dell'illecito) e di poi, rapidamente e senza scosse archiviata;

nella stessa data, 23.10.2009, depositavo ulteriore richiesta di interrogatorio o presentazione spontanea (all. 12); ma ormai, con la decisione cautelare alle porte (: il Presidente dell'Ufficio GIP rilascerà proprio in quei giorni e dopo il clamore suscitato dalla fuga di notizie una intervista nella quale, in luogo di smentire l'informazione uscita, si preoccuperà di giustificare il ritardo della decisione!), evidentemente non c'era alcun interesse a sapere e capire da parte degli inquirenti;

intanto, in data 3.11.2009, il magistrato procedente rivendica l'assegnazione esclusiva delle indagini nei miei confronti, ottenendo l'assegnazione del fascicolo n. 983/09 RGNR e disponendone l'inserimento nel fascicolo n. 36856/01 "trattandosi di fatti connessi e parzialmente identici" (all. 13);

mette conto rilevare che una esemplificazione di tale pretesa di investigazione "in privativa" si avrà allorquando il medesimo magistrato procederà ad iscrivere nel fascicolo n. 36856/01 RGNR anche i fatti di cui alla c.d. "vicenda Sica"; come emerge dalla lettura del capo di incolpazione provvisoria (all. 14), dagli avvisi di proroga delle indagini (all. 15) e dalle note difensive (all. 16), sembra si sia istituita una Procura della Repubblica competente - oltre i limiti di tempo ed i confini della competenza per materia e della competenza per territorio - a svolgere investigazioni ad personam.

A voler tirare le fila, sintetizzando i dati salienti:
1) si sono iniziate indagini su di me - senza alcuna iscrizione e su temi che denotano un violentissimo pregiudizio - appena otto giorni dopo l'assunzione dell'incarico di Sottosegretario, pur avendo i magistrati materiali investigativi risalenti alla seconda metà degli anni '90 ed al 2006/2007;
2) il gioco delle ritardate iscrizioni e delle re-iscrizioni ha aggirato i limiti fissati dalla legge per l'effettuazione delle indagini;

3) delle note difensive non si voleva tener alcun conto, atteso che la delega per la verifica partirà il giorno prima della richiesta di cattura. E se questo non è un pre-giudizio allora proprio non saprei cosa d'altro possa rappresentarlo;
4) mi si è impedito di rendere dichiarazioni difensive allegando una mia mancata iscrizione come indagato: circostanza falsa, atteso che ero stato già iscritto per tutti i fatti sui quali intendevo difendermi e per i quali sarebbe stata richiesta la misura cautelare ed avviato il dibattimento;

5) si è preteso di istituire un ufficio investigativo ad personam utilizzando sempre il vecchio fascicolo-madre, al fine di attribuire al medesimo magistrato inquirente la competenza esclusiva ed al fine, comunque, di mantenersi anche sempre il medesimo GIP - Dr. Piccirillo - per il caso di eventuali richieste (proroghe, misure, intercettazioni, etc.).

Si delinea, dunque, un Ufficio investigativo particolarmente "attento" ed aggressivo nei miei confronti; che si attiva in tempi significativi; che si preoccupa di mantenersi i tempi delle indagini; che mi impedisce - mentendo - di difendermi; che svaluta pregiudizialmente il mio contributo difensivo; che si pretende depositario esclusivo della competenza ad indagarmi. Un Ufficio, peraltro, che - anche nelle sue articolazioni soggettive - non risulta apparire neutrale (secondo gli insegnamenti della Consulta), ma piuttosto schierato ed anche ideologicamente "appartenente".

Il Tribunale del riesame di Napoli, per parte sua, ha prodotto un provvedimento che legittima il dubbio circa la funzionalità (anche del Collegio di controllo, il cui Presidente ed estensore del provvedimento risulta fortemente connotato politicamente; v. all. 22) alla effettuazione di una vera battaglia politica nei miei confronti. Per certi versi testimoniata già dalla bizzarra ed inusuale iniziativa di trasmettere al Parlamento, "d'ufficio", il provvedimento a me sfavorevole.

Il Collegio, invero, si è limitato a riassumere e riordinare gli elementi accusatori di cui alla ordinanza sottoposta a scrutinio, incorrendo nelle identiche omissioni (: sul punto assume pregnante rilevanza la comparazione delle risultanze investigative sintetizzate qui in apertura con le sintesi ed i tagli ricostruttivi svolti dal Tribunale) ed indulgendo nel medesimo errore metodologico; quello di fornire - a dati storici del tutto privi di significatività indiziaria e che anzi documentano la mia assoluta inconsapevolezza in ordine all'impresa ed alla sua mafiosità - una "interpretazione" (ovviamente: in malam partem) delle emergenze d'indagine senza valutarle in modo critico, così ulteriormente operando scelte di campo (: tali sono le propensioni per l'una o l'altra interpretazione di dati neutri) dimostrative del fumus persecutionis.

Emblematica la ossessiva ricerca di presunte mie menzogne difensive: effettuata inciampando in palesi errori (?) di lettura dei materiali. Così, ad esempio, quanto alla sostenuta menzogna inerente la consapevolezza che la pratica di finanziamento fosse stata già perfezionata. Omette il Tribunale di rilevare che io non ho mai riferito la circostanza quale dato di fatto (: è evidente la sua impossibilità, atteso che, come risulta dalla lettura del compendio processuale, la pratica verrà approvata il 20. 2. 2007), ma semplicemente quale informazione che mi era stata resa dai diretti interessati e di cui vi è prova documentale nelle intercettazioni (v. supra).

Così come omette di prendere in considerazione - sempre in ordine al famigerato incontro del 7 febbraio - che la Unicredit, in persona del Direttore Protino, approverà il finanziamento ma comunque previa verifica della solidità della garanzia (v. supra). Che è a dire: se il mio intervento fosse stato sollecitato per ammorbidire i controlli sulla solidità della garanzia, ebbene, esso non ebbe alcun risultato. Circostanza, poi, di enorme rilievo: proprio in ragione di tale verifica preliminare, il Protino non subirà alcun procedimento disciplinare da parte della Unicredit.

Bene, questi dati di fatto erano presenti in atti; ed erano stati rappresentati al Collegio. Che, pure, ha ritenuto di non doverne fare neppure menzione, scartandoli evidentemente come irrilevanti. Dico piuttosto: come rappresentativi della inconsistenza dell'assunto accusatorio.

Parimenti: la valorizzazione delle parentele (con pedissequa riscrittura del provvedimento cautelare: le 180 pagine di cui consta il riesame si risolvono in quattro o cinque striminzite paginette di "interpretazioni" del Collegio, essendo - tutto il resto - la riproduzione grafica dell'ordinanza o dei verbali di interrogatorio) mantiene un ruolo "indiziario" (!) rilevante; anche se il Tribunale ha omesso di annotare che il matrimonio di mio fratello data del 1982; e che al famoso matrimonio di mio cugino Palmiro - ritenuto espressivo di vincoli e di affectio - io NON avevo partecipato.

Ed ancora: i collaboratori di giustizia. Nella prima parte di questa memoria sono state evidenziate le inesattezze, le menzogne, le calunnie, le imprecisioni della dichiarazioni; così come sono stati individuati i vuoti rappresentativi consistenti nella mancanza di informazioni dirette dei propalanti (: che riferiscono di cose apprese da terze persone) e le stranezze procedurali, che inducono gli inquirenti a ri-ascoltare i collaboratori (a distanza di oltre cinque o sei anni, laddove il "contributo" deve, per legge, concludersi nei 180 giorni dall'inizio della collaborazione) per ottenerne informazioni "mirate" su profili evidentemente del tutto nuovi e mai prima riferiti.


In sostanza: il Tribunale del Riesame ha, ancora una volta, estromesso gli elementi a me favorevoli (tutti sintetizzati in apertura), semplicemente evitando di menzionarli: come sarà agevole a codesto Onorevole Consesso verificare comparando il provvedimento del Collegio ai dati indicati nella prima sezione di questa memoria. Sfido il lettore a trovarne traccia.

Per il resto: ipotesi e supposizioni; il Collegio "suppone" che mio fratello Giovanni mi abbia parlato del colloquio da lui avuto con Di Caterino in merito al finanziamento, senza che sia presente in atti alcun riscontro; "suppone" che io abbia raccomandato Iavarazzo per fare un favore (non a lui, ma) al fratello di lui, pregiudicato; "suppone" che io sia intervenuto per segnalare al Ministero della Difesa il caso del soldato Stolder: ma neppure è stata fatta alcuna verifica presso io Ministero;

"suppone" che io mi sia incontrato con Cacciapuoti, ma di tale incontro nessuno parla e non vi è traccia; "suppone" che io dovessi essere informato della procedura di finanziamento e dell'iniziativa imprenditoriale, nonostante i dati captativi smentiscono tale assunto. E sarei io a mentire? Che fine hanno fatto tutti questi elementi favorevoli? Svaniti e sacrificati sull'altare della interpretazione malevola e forzata di conversazioni (di e tra terzi) e di comportamenti che, per quanta riguarda la persona dello scrivente, ho ampiamente ed esaustivamente spiegato e motivato.

Ed a fronte di spiegazioni lineari e coerenti e conformi alle risultanze investigative, trincerarsi dietro un "non ci credo" (: tale è la sintesi del corposissimo provvedimento del Tribunale) è sintomo di una valutazione certamente pregiudicata.
Del resto: quando l'organo di controllo, a voler fare un ulteriore esempio, esclude la responsabilità per i delitti di falso, ma ritiene sussistente quella per il delitto di corruzione pur interrogandosi sulla effettiva consapevolezza del sottoscritto e riconoscendo l'esistenza di molteplici dubbi circa la sussistenza dell'elemento psicologico, fornisce una ulteriore riprova della pregiudizialità - selettiva di dati e di argomenti - dell'operazione di "controllo" effettuata. Non potevo non sapere; o comunque: è male che io non sapessi; dunque: devo essere ritenuto concorrente nel reato di corruzione anche se del tutto all'oscuro dell'oggetto della corruzione medesima.

Il tentativo di coinvolgermi a qualunque costo, pur quando esistono vistosi dubbi sulla consapevolezza, emerge, dunque, anche nel provvedimento del Tribunale del riesame di Napoli e in tutta la sua latitudine leggendo la pag. 52 dell'ordinanza del riesame napoletano.

Il fumus emerge, poi, se si legge la parte (in verità, assai sintetica) relativa alle esigenze cautelari, ove sostanzialmente si afferma che le necessità cautelari - quelle per le quali dovrebbe essere necessario il carcere - sono la potenza economica della mia famiglia e - quel che è più grave - il mio ruolo di parlamentare della Repubblica. Insomma, l'essere deputato al Parlamento Italiano diventa, ancora una volta, l'elemento per ritenere sussistente la pericolosità sociale.
L'argomento, in verità, fu già utilizzato nella prima ordinanza cautelare del GIP del Tribunale di Napoli e proprio questo dato, allora, allarmò gli Onorevoli colleghi i quali ritennero, in questo richiamo, annidarsi, in modo subdolo, il fumus persecutionis.

E' dunque palpabile la ricorrenza di una situazione di motivato diniego della autorizzazione alla esecuzione del provvedimento cautelare di cui si discute. Un provvedimento che, nelle sue articolazioni argomentative, neppure si preoccupa di nascondere il fine al quale è proteso: aggirare il precedente diniego ed ottenere oggi - in riferimento ad una situazione processuale assolutamente grottesca per la sua inconsistenza indiziaria - ciò che per effetto del voto del Parlamento Sovrano non si riuscì ad ottenere nell'inverno 2009/2010.

 

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