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Paolo Mastrolilli per "La Stampa.it"
Il Senato degli Stati Uniti ha bloccato un primo tentativo di far approvare la nomina di Chuck Hagel come nuovo capo del Pentagono. Le speranze del veterano del Vietnam di diventare segretario alla Difesa, però, non sono ancora morte, e potrebbero trasformarsi in realtà quando tra dieci giorni si terrà un nuovo voto.
Hagel è un ex senatore repubblicano, che Obama ha scelto per prendere il posto di Leon Panetta. Appena le voci della sua possibile nomina avevano cominciato a circolare, proprio dal Gop si era alzato un fuoco di sbarramento preventivo, condotto dal gruppo dei neocon e da potenti parlamentari come John McCain e Lindsey Graham. I critici gli rimproverano di aver criticato la guerra in Iraq e l'operato della lobby israeliana negli Usa, e di aver preso posizioni troppo morbide sull'Iran.
Durante le audizioni per la conferma della nomina da parte del Senato, gli attacchi più duri sono venuti dagli ex colleghi repubblicani, e Hagel non è stato molto convincente nelle risposte. A quel punto la resistenza è aumentata, e i suoi avversari hanno sollevato vari ostacoli, minacciando di bloccare il processo di conferma attraverso l'ostruzionismo, se la Casa Bianca non avesse rilasciato altre informazioni sulle fonti di reddito del nominato e su alcuni discorsi relativi al Medio Oriente che ha pronunciato ma non pubblicato.
Per superare questo boicottaggio, il leader della maggioranza democratica Harry Reid ha deciso di forzare la mano, chiedendo di tenere un voto procedurale per scavalcare i blocchi imposti dal Gop e passare all'approvazione in aula. Per riuscire, questa mossa aveva bisogno di una maggioranza di almeno 60 voti, che non ha trovato. Infatti giovedì sera solo 58 senatori, cioè i democratici più i repubblicani Susan Collins del Maine, Thad Cochran del Mississippi, Lisa Murkowski dell'Alaska, e Mike Johanns del Nebraska, hanno sostenuto la mozione per bloccare l'ostruzionismo, che quindi non è passata.
La bocciatura di Hagel, però, non è definitiva. Tra dieci giorni, dopo una pausa nei lavori del Senato, si terrà una nuova conta, in cui basterà aggiungere due consensi del Gop per chiudere la pratica. A meno che nel frattempo lo stesso Hagel e la Casa Bianca non decidano di rinunciare alla battaglia e ritirino la candidatura.
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