CAUCUS AMARI - SONO LE PRIMARIE REPUBBLICANE PIÙ INCERTE DI SEMPRE: IL NEMICO DA BATTERE PER GLI IMPROBABILI SFIDANTI REPUBBLICANI È MITT IL MORMONE - SANTORUM SPERA NEL COLPACCIO, MA È RON PAUL A FAR SOGNARE I FAN DEL TEA PARTY - RICK PERRY CORTEGGIA GLI EVANGELICI, MICHELE BACHMANN SPERA IN UN “MIRACOLO”. NEWT GINGRICH CI CREDE POCO: “FARE IL PRESIDENTE NON È LA COSA PIÙ IMPORTANTE DELLA MIA VITA” - CON CANDIDATI COSÌ SFIGATI IL PARTITO PREPARA IL “BOOK” ANTI-OBAMA: DALL’AMBIENTE, ALLA POVERTÀ, AI POSTI DI LAVORO. TUTTE LE PROMESSE NON MANTENUTE DALLO SBARACKATO…

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1 - IOWA, FINALMENTE SI PARTE. SANTORUM SOGNA IL COLPO
Maurizio Molinari per "la Stampa"

Rick Santorum e Ron Paul lanciano l'ultimo assalto a Mitt Romney nel tentativo di strappargli la vittoria in Iowa, dove oggi si celebrano le primarie repubblicane. Santorum arriva all'ora del breakfast nel Reising Sun Cafe di Polk City, affollato di agricoltori appassionati dei sandwich con manzo e crauti. I sondaggi danno in ascesa l'ex senatore della Pennsylvania grazie al fatto di essere il candidato più conosciuto dalla popolazione locale, avendo fatto sosta in ognuna delle 99 contee per un totale di 350 eventi pubblici. Seduto al tavolo con un allevatore di bestiame, dice che «in Iowa bisogna ascoltare la gente, non dirle cosa deve fare».

È un modo per iniziare l'affondo contro il favorito Mitt Romney, al quale rimprovera un «atteggiamento professorale» forse dovuto, aggiunge con sarcasmo, «al fatto che da queste parti non si è visto molto».

Agricoltori con i capelli grigi e giovani con l'iPad applaudono, e Santorum incalza: «Romney si comporta da top manager ma all'America serve un comandante in capo». Per spiegare cosa intende si descrive così: «Farò ciò che affermo e affermo ciò in cui credo».

Ovvero, principi saldi e coraggio nell'applicarli «per restituire l'America a se stessa, guidandola fuori dall'attuale crisi che non è solo dovuta alla crisi economica ma alla carenza di valori». Santorum crede nel «governo minimo previsto dalla Costituzione scritta dai padri fondatori» e nella necessità di «tenere la spesa sotto controllo».

Quando gli chiedono conto delle posizioni anti-gay, risponde: «L'emendamento costituzionale più urgente non è contro le nozze omosessuali ma per la parità di bilancio». Uno degli elettori più anziani quasi lo sfida: «Lei che è così conservatore come farà a lavorare con i democratici al Congresso?». «Farò come in passato - replica - quando da senatore ho scritto le sanzioni anti-Iran e anti-Siria assieme a Barbara Boxer, democratica della California». Come dire, quando l'interesse nazionale è in gioco occorrono intese bipartisan.

Una cinquantenne gli chiede a bruciapelo «che fare con i clandestini?». La risposta parte dalla sua storia: «Mio padre scelse di venire in America per non vivere nell'Italia di Mussolini, dobbiamo restare aperti agli immigrati ma loro devono rispettare le nostre leggi e i clandestini le hanno già violate troppo a lungo». La ricetta per rilanciare l'economia si basa sulla «abolizione delle centinaia di regolamenti varati da Obama che penalizzano le aziende».

Valori conservatori, linguaggio moderato e frequenti riferimenti all'Iowa spiegano la folla che obbliga Santorum a uscire dalla porta sul retro, per dirigersi verso la prossima tappa della maratona. Ma i numeri dei fan del deputato del Texas Ron Paul, che si ritrovano nel Marriot Hotel di Des Moines, sono assai più significativi, perché lì ci sono anche i militanti del Tea Party, guidati da Rand Paul, il figlio divenuto senatore del Kentucky nel 2010.

«Mio padre è l'unico candidato capace di ragionare da indipendente», assicura Rand presentando sul palco un padre osannato da centinaia di persone, molte delle quali con cappelli o pantaloni militari. Anche Paul attacca Romney: «C'è un solo argomento su cui siete chiamati a votare, la libertà individuale, e nessun altro candidato ne parla. I repubblicani devono capire che i soldi spesi per il Pentagono non sono sacri e i democratici devono fare lo stesso con quelli per il welfare».

Se Santorum contesta a Romney di non avere la stoffa del comandante in capo, Paul gli rimprovera di far parte dello stesso establishment dei Bush e dei Clinton. Sono queste le sfide su cui oggi gli elettori dell'Iowa si pronunceranno e la situazione resta fluida al punto che per Gallup si tratta delle primarie repubblicane «più incerte di sempre».

Da qui le mosse degli altri candidati per riuscire a tenere in vita le rispettive speranze: Rick Perry fa sosta nelle chiese corteggiando gli evangelici, Michele Bachmann auspica un «miracolo» e Newt Gingrich abbassa le attese, assicurando che «fare il presidente non è la cosa più importante della mia vita».

2 - IL GOP: ECCO TUTTI I FIASCHI DI OBAMA
Massimo Molinari per "La Stampa"

Mentre in Iowa inizia la battaglia delle primarie, a Washington gli strateghi del partito repubblicano stanno per terminare «The Book», un manuale di 500 pagine redatto in vista del duello finale con Barack Obama. Servirà come cavallo di battaglia a chiunque otterrà la nomination dalla Convention di Tampa, in Florida, a fine agosto. A svelare l'esistenza di «The Book» è il Washington Post, secondo il quale si tratta di una raccolta di frasi dette e scritte da Obama sin dalla campagna del 2008 al fine di dimostrare quante sono state le «promesse mancate».

A raccogliere il materiale è un team di ricercatori, lavorando per mesi sugli archivi di giornali, tv e siti Internet per ricostruire in maniera meticolosa - data per data, luogo per luogo - gli impegni disattesi da Obama su temi come la creazione dei posti di lavoro, l'assistenza ai proprietari di immobili, gli aiuti a chi vive in povertà, la riduzione dei premi delle assicurazioni sanitarie, le borse agli studenti universitari e i più rigidi controlli sulla gestione delle informazioni del governo.

L'intento di fondo è trasformare la maggiore arma di Obama, il potere della sua oratoria, nel più vistoso elemento di debolezza politica, attirando l'attenzione del grande pubblico su parole specifiche. Ad esempio, le affermazioni del 2009 sul fatto che il pacchetto di aiuti fiscali all'economia avrebbe consentito a due milioni di americani di risollevarsi dalla povertà, mentre il più recente censimento attesta che dal giorno del suo insediamento alla Casa Bianca a oggi il numero di poveri negli Stati Uniti è aumentato di sei milioni.

Sempre al 2009 risale la promessa che il piano governativo per il settore immobiliare avrebbe consentito a 7-9 milioni di famiglie di rinegoziare il mutuo mentre in realtà a giovarsene sono stati meno di 2 milioni.

Ancora più lampante è la differenza fra promesse e realtà sul fronte dell'economia verde, perché nel 2008 Obama promise che sarebbero stati creati 5 milioni di posti di lavoro mentre i risultati sono stati di gran lunga inferiori. «Abbiamo potuto portare a termine questo lavoro di ricerca - ha spiegato Reince Priebus, presidente del partito - perché a Barack Obama piace pronunciare discorsi, dunque abbiamo materiale in abbondanza» per denunciare le promesse mancate.

 

Primarie repubblicane in IowaPrimarie repubblicane in IowaPrimarie repubblicane in IowaPrimarie repubblicane in IowaPrimarie repubblicane in IowaPrimarie repubblicane in IowaPrimarie repubblicane in IowaPrimarie repubblicane in IowaPrimarie repubblicane in IowaPrimarie repubblicane in IowaPrimarie repubblicane in Iowa