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Danilo Taino per il “Corriere della Sera”
In queste ore, dopo l'attentato al mercatino di Natale a Berlino, in Germania c' è una questione politica che tutti i partiti hanno presente anche se nessuno la esplicita. Fino a quale gradazione si può attaccare Angela Merkel? Fa guadagnare più consensi attaccarla a muso duro subito o stare per ora sulle generali e aspettare che il terrorista sia catturato? I partiti alla destra della Cdu della cancelliera tedesca, hanno scelto la prima strada.
Ieri sera, gruppi di neonazisti dell' Npd, militanti del movimento anti-immigrati Pegida e aderenti ad Alternative für Deutschland hanno organizzato una serie di manifestazioni nella capitale tedesca. La più numerosa, un comizio di meno di 300 persone, si è tenuta davanti alla cancelleria: bandiere, cartelli contro Frau Merkel, musica popolare. E discorsi di accusa alla leader per aver aperto le porte ai rifugiati.
Una seconda manifestazione di neonazisti, un centinaio, si è avvicinata alla Breitscheidplatz, il luogo dell' attentato di lunedì scorso, tenuta sotto controllo dalla polizia. Poco distante, una contromanifestazione della sinistra, 800 persone, sotto lo slogan niente neonazi, ovunque; niente islamisti, ovunque.
Non un grande successo, per ora, la mobilitazione dura pura delle destre. Più preoccupante, dal punto di vista di Merkel, è che sia sceso in campo subito anche Horst Seehofer, il leader della bavarese Csu, partito gemello della Cdu, membro del governo di Grande Coalizione. Poche ore dopo l'attacco terrorista, ha chiesto di ripensare e ridefinire l'intera politica di immigrazione e sicurezza. Come atto dovuto alle vittime.
E' stata la tempistica della dichiarazione a suscitare reazioni: non si hanno certezze sull'autore della strage, non si sa se si tratti di un rifugiato o meno e Seehofer già stabilisce un legame tra terrorismo e profughi - è la critica. Non è un approccio normale alla politica, ha sostenuto il numero due della Cdu nel Parlamento, Armin Laschet. La deputata verde Renate Künast ha detto che Seehofer politicizza l'attentato mentre i cittadini sono ancora scioccati e in lutto.
Per ora, l'attacco diretto dei politici alla cancelliera non sta producendo effetti rilevanti. La grande maggioranza dei tedeschi ritiene ancora che la Germania sia un Paese sicuro. Nei prossimi giorni, però, le ricadute politiche dell' attentato saranno più evidenti. Soprattutto, Merkel dovrà cercare di chiudere la divergenza con Seehofer, da tempo critico della politica di porte aperte ai rifugiati: senza la sua Csu non può vincere le elezioni del prossimo autunno.
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