DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. IL GOVERNO VUOLE LA CONSOB È L' UNICA CASELLA MANCANTE
Antonio Signorini per “il Giornale”
Enrico Zanetti, viceministro dell' Economia, non è nuovo a posizioni eccentriche. Mosca bianca in un governo dove la norma è l' obbedienza. Quando giovedì scorso ha chiesto le dimissioni del presidente della Consob Giuseppe Vegas, sull' onda della trasmissione televisiva Report, nessuno se l' è sentita di interpretare il suo sfogo come una sfiducia commissionata dal premier.
Ieri la situazione è cambiata. A parlare della Commissione per le società in borsa è stato un ministro di nomina recente. Talmente renziano da essere inviato prima a Bruxelles, per rappresentare gli interessi dell' Italia e trattare con la Commissione europea, e poi, dopo pochi mesi, richiamato a Roma a guidare il ministero per le Attività produttive.
«Non sta al governo commentare l' operato di autorità indipendenti, ma degli errori gravi sono stati fatti. La Gabanelli ha ragione», è stata la sentenza di Carlo Calenda pronunciata in un' intervista con Giovanni Minoli su Radio24. La vicenda è appunto quella dell' eliminazione degli scenari prospettici delle banche poi fallite. Il presidente Consob aveva già replicato alle accuse di Milena Gabbanelli e ieri, dopo l' affondo di Calenda, è stato ancora più esplicito. Ha denunciato «pressioni politiche esercitate nei miei confronti da alcuni esponenti di governo».
Ha difeso l' autonomia del ruolo di Consob che «risponde pienamente del proprio operato, come è sempre avvenuto». L' autorità «risponde, anche in sede giudiziaria, di ogni delibera e di ogni scelta. Tutti i suoi atti sono pubblici, motivati e appellabili».
Poi l' affondo. «Il legislatore, ad oggi, ha fatto una scelta opposta rispetto a quella dello spoils system, il meccanismo che comporta l' azzeramento dei vertici amministrativi di pari passo con gli avvicendamenti politici e di governo». Il messaggio nemmeno troppo nascosto è: le pressioni sulla Consob sono politiche e sono commissionate da chi vuole una casella libera per fare una nomina.
luca cordero di montezemolo enrico zanetti
Se e quando ci sarà una partita per decidere il dopo Vegas, si giocherà esclusivamente dentro Palazzo Chigi, con la decisione finale riservata a Renzi. Perché fino ad oggi è andata sempre così.
Il premier ha impiegato una buona parte dei suoi sforzi nelle nomine di governo e non. Fin dalla prima tornata che ha riguardato i vertici delle aziende partecipate dallo Stato, scaduti proprio quando Renzi è entrato a Palazzo Chigi. Vertici rivoluzionati con un piglio decisionista che il premier non ha abbandonato mai.
Nel 2014, quando ha scelto Rossella Orlandi alla guida dell' Agenzia delle entrate, dirigente pubblica che nello stesso anno aveva partecipato alla Leopolda. Oppure quando ha comunicato ai suoi ministri che alla guida dell' Inps sarebbe andato per «scelta politica» Tito Boeri. Due casi che dimostrano come lo spoil system non garantisca necessariamente fedeltà. Orlandi e Boeri hanno procurato qualche dispiacere al premier e non sono gli unici.
Ci sarebbe ad esempio un pasticcio in corso alla Cassa depositi e prestiti. Secondo indiscrezioni riportate ieri da Dagospia, l' amministratore Fabio Gallia e il presidente Carlo Costamagna, entrambi nominati da Renzi in un blitz estivo, sono ai ferri corti, tanto che si sono presentati al ministero dell' Economia con due candidati diversi per i vertici della Sace, controllata dalla Cdp.
FABIO GALLIA CLAUDIO COSTAMAGNA
Posizioni delicatissime, visto che la Cdp ha assunto un ruolo fondamentale su vari fronti, dal salvataggio delle banche con il fondo Atlante, al rilancio industriale con il Fondo strategico, senza contare tutta la partita sulla banda larga.
Incidenti di percorso che non scoraggiano il premier, che ha avviato un ricambio dei vertici Rai, senza dimenticare l' intrattenimento. È di pochi giorni fa la nomina di Carlo Conti a direttore artistico di Radio Rai, dopo due edizioni da conduttore e direttore del festival di Sanremo. Nomina toscana, subito interpretata come dettata dall' amico, ex sindaco di Firenze.
2. L’AFFONDO DI CALENDA
Andrea Ducci per il “Corriere della Sera”
gabanelli report vegas consob 4
Non è un avviso di sfratto, ma resta che la stretta intorno al presidente di Consob, Giuseppe Vegas, pone qualche interrogativo sulla tenuta del vertice dell' Authority che vigila sui mercati finanziari. A suggerirlo è la cronaca di ieri. Il colpo arriva per bocca del ministro dello Sviluppo Economico, che parla di «errori gravi» di Consob nell' attività di vigilanza sulla vendita ai risparmiatori di obbligazioni bancarie ad alto rischio. «Non sta al governo commentare l' operato di autorità indipendenti, ma degli errori gravi sono stati fatti. La Gabanelli ha ragione», specifica Calenda al microfono di «Mix 24» con Giovanni Minoli.
Il passaggio del ministro è esplicito e fa riferimento a quanto rivelato, il 5 giugno scorso, dalla trasmissione Report, mostrando una lettera in cui il presidente della Consob avrebbe indicato di eliminare i cosidetti scenari probabilistici nei prospetti che corredano le obbligazioni bancarie. Vale ricordare che, al termine di «Report», la conduttrice Milena Gabanelli aveva chiesto a Vegas di dimettersi.
gabanelli report vegas consob 2
L' intervento di Calenda segue di qualche giorno quello del viceministro dell' Economia, Enrico Zanetti, che in un' intervista al Corriere ha consigliato un passo indietro a Vegas. In quel frangente, nelle ore seguenti, nel governo ha prevalso un silenzio che certo non ha legittimato Vegas. Quiete interrotta ieri dallo stesso Zanetti: «Adesso siamo in due, nel governo, a dire in modo esplicito che ci sono stati errori e goffe auto assoluzioni. Il punto è capire se basta o dobbiamo diventare tre, quattro o cinque».
Contesto complicato per il presidente di Consob dove le parole di un altro viceministro dell' Economia, Enrico Morando, non bastano a stemperare. «Nel corso di questi duri anni di lavoro abbiamo potuto contare su una leale collaborazione di Consob». Sul versante politico l' uscita di Calenda alimenta l' offensiva del centrodestra, (la designazione di Vegas, del resto, è figlia di un governo Berlusconi). Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, chiede all' esecutivo di riferire in Parlamento per fare chiarezza sulla vicenda, interrompendo così le intimidazione nei confronti di «un' autorità indipendente e del suo presidente».
gabanelli report vegas consob 3
Da parte sua Vegas esce allo scoperto con l' obiettivo di tenere la rotta. «Presiedo un' autorità di vigilanza che il Parlamento ha voluto indipendente fin dalla sua legge istitutiva - ricorda - aggiungendo che, Consob risponde pienamente del proprio operato. Tutti i suoi atti sono pubblici. L' Istituto ha sempre operato con l' unico obiettivo di perseguire i suoi fini istituzionali, fissati dalle norme nazionali ed europee».
Una puntualizzazione seguita da una precisazione, tanto composta quanto secca. «Prendo atto delle pressioni politiche esercitate nei miei confronti da alcuni esponenti del governo - spiega Vegas - sono sollecitazioni che prendono mosse da ricostruzioni mediatiche alle quali ho già replicato e ritengo di avere dimostrato l' infondatezza delle accuse». Una difesa che non scongiurerà nuovi affondi della politica.
Nell' intervento a «Mix 24» Calenda ha parlato anche del tema ballottaggi in caso di vittoria dei Cinque Stelle a Roma e Torino. Specificando che a Renzi spetta «continuare a governare, anzi deve reagire governando di più». Al premier il ministro riconosce, tra l' altro, «il fatto che se tu gli proponi un cambiamento raramente ti dice di no». Al punto che, a volte, il premier si trova nella condizione di gestire «troppe cose in presa diretta».
3. CONSOB: BRUNETTA, ATTACCO A VEGAS INDECENTE, COMM. INCHIESTA
(ANSA) - "Inaccettabile e indecente che un ministro in carica, quale è Carlo Calenda, attacchi un'Autorità indipendente e il suo presidente dopo una trasmissione televisiva. Il 'caso Vegas' dimostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, la pochezza, la mancanza di senso dello Stato, di senso delle Istituzioni e l'arroganza di Matteo Renzi e del suo governo".
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Lo afferma Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia. "Renzi faccia approvare al più presto - prosegue Brunetta - dalla sua maggioranza le svariate proposte di legge per l'avvio di una Commissione parlamentare di inchiesta proprio sull'operato delle autorità, Banca d'Italia e Consob. Risalgono a diversi mesi fa e fino ad ora è stato proprio lui con il suo partito a rallentarne l'iter. Sarebbe interessante capire perché, dopo un semestre di calma apparente, Renzi sia tornato in attacco sul tema banche.
Che qualcosa stia bollendo in pentola e prendersela con Vegas sia il maldestro tentativo di 'sistemare' le cose? O dobbiamo pensare - conclude l'esponente di Fi - che sia Milena Gabanelli a dettare l'agenda di governo?".
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