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DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
Mattia Ferraresi per “Il Foglio”
L’84 per cento degli elettori dell’Iowa fra i 17 e i 29 anni ha votato per Bernie Sanders, mentre bisogna superare la soglia dei quarantacinquenni per incontrare una maggioranza clintoniana stabile. Sono questi i dati sulla demografia elettorale più importanti usciti dalla sfida democratica, quella che nonostante i conteggi e i sospiri Bernie ha moralmente stravinto.
Bernie è il vecchio candidato dei giovani, questo non era sfuggito. Ma su cosa si fondi esattamente il suo improbabile appeal generazionale è la domanda a cui si fatica a rispondere. Decine di motivazioni sono state addotte per spiegare altre decine di studi su comportamenti, flussi, serie storiche eccetera, ma molto di ciò che è stato detto può essere raggruppato in tre argomenti fondamentali: purezza, autenticità, futuro.
La purezza ideologica è affascinante per gli spiriti più giovani e idealisti più o meno dai tempi in cui i Fenici commerciavano nel mediterraneo, e in epoche più recenti la sinistra ha costruito una certa tradizione sui puri che epurano. In America esiste un ramo populista dei democratici assai solido, semmai la perplessità che può nascere è intorno al motivo per cui la purezza di Bernie sia così diversa da quella di Huey Long e George Wallace.
Autenticità significa innanzitutto “say what you mean and mean what you say”. Bernie crede davvero in quel che dice, non lo dice per convenienza o storytelling: questa è la convinzione che è riuscito a instillare. Il suo popolaresco accento di “New Yawk” aiuta.
A un livello più profondo, autenticità significa che a Brooklyn qualche anno fa hanno coniato uno slogan da stampare sulle magliette: “Ascolto band che non esistono nemmeno”. E’ la lotta al mainstream portata alle sue estreme conseguenze, tanto che la stessa esistenza è un attributo che compromette, è l’inizio della corruzione.
Bernie in un certo senso non esiste, esiste una rappresentazione volutamente vaga di un’idea di mondo, roba che se precipitasse nella realtà si disintegrerebbe sotto il peso delle sue contraddizioni. Tutto questo fluttuare piace agli ascoltatori di band inesistenti.
Terzo gruppo di argomenti: Bernie parla al futuro, apre le porte al mondo che verrà. Hillary e il suo clan non parlano d’altro che di quello che ha fatto, dell’esperienza accumulata, delle glorie del passato.
SANDERS CLINTON
bernie sanders hillary clinton
bernie sanders hillary clinton
bernie sanders
hillary clinton martin o malley bernie sanders
SANDERS
hillary clinton bernie sanders
SANDERS HILLARY CLINTON
Perfino Chelsea la butta sulla saggezza più che sull’entusiasmo. Ha scritto Frank Bruni: “Bill Clinton prenderà pure applausi, ma ogni volta che fa un discorso per lei offre la promessa di rivivere il passato, non di tracciare il futuro”. In questi tre gruppi risiedono tutte le forze e tutte le debolezze del genio di Bernie.
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