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PURTROPPO L’EUROPA NON PUÒ FARE A MENO DEL BULLO TRUMP – COME DENUNCIATO DA MARIO DRAGHI, IL COATTO DELLA CASA BIANCA HA MANIPOLATO L’UE E IMPOSTO A BRUXELLES LE SUE CONDIZIONI SU COMMERCIO E SICUREZZA – L’AMBASCIATORE STEFANINI: “UNO SPETTRO SI AGGIRA PER L'EUROPA: QUANTO CONTARE SULL'AMERICA DI TRUMP E A CHE CONDIZIONI. A CONDIZIONE, COME HA ESORDITO IERI DRAGHI A RIMINI, ‘DI RASSEGNARCI AI DAZI IMPOSTI DAL NOSTRO PIÙ GRANDE PARTNER COMMERCIALE E ALLEATO DI ANTICA DATA’? EBBENE SÌ. MA NON AVEVAMO SCELTA. LE RELAZIONI TRANSATLANTICHE RESTANO UNA CONTRO-ASSICURAZIONE PER L'EUROPA. MA PIÙ INDIPENDENTI SIAMO, ECONOMICAMENTE, TECNOLOGICAMENTE E NELLA CAPACITÀ DI DIFESA, PIÙ SAREMO IN GRADO DI RIEQUILIBRARLE…”
Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “La Stampa”
URSULA VON DER LEYEN - DONALD TRUMP
Uno spettro si aggira per l'Europa da esattamente sette mesi: quanto contare sull'America di Donald Trump e a che condizioni. A condizione, come ha esordito ieri Mario Draghi a Rimini, «di rassegnarci ai dazi imposti dal nostro più grande partner commerciale e alleato di antica data»? Ebbene sì. Ma non avevamo scelta.
[...] In giugno, il Presidente americano ha disertato mezzo G7; ha poi costretto i leader della Nato a un incontro minimalista su spesa per la difesa e poco altro. Un agosto di vertici improvvisati, guerre continuate, emergenze umanitarie precipitate ha fatto chiarezza sulle rispettive posizioni su Ucraina (avvicinabili) e sulla guerra di Israele contro Hamas a Gaza (lontane).
mario draghi al meeting di rimini 2025
Avevamo dimenticato i dazi. Adesso, con l'accordo tariffario Usa-Ue, il quadro è completo. Sui dazi, l'Unione europea aveva raggiunto un accordo con gli Usa – altro vertice tra due Presidenti, Donald Trump e Ursula von der Leyen, a fine luglio – ma non sapevamo esattamente cosa avesse concordato. Lo stava ancora negoziando a livello tecnico.
[....] All'accordo quadro Usa-Ue, diramato ieri l'altro a Bruxelles, e presentato dalla Commissione agli ambasciatori Ue senza obiezioni di sorta da parte di alcuno, bastano quattro pagine che elencano in 19 punti le nuove condizioni tariffarie Usa-Ue. È un accordo politico non giuridicamente vincolante – in teoria.
In realtà, come spiega chi è stato coinvolto nel processo negoziale, è un testo «assolutamente vincolante» ai fini dei rapporti commerciali Usa-Ue. I 19 punti sono il nuovo Codice della Strada del commercio transatlantico. E
, con un Presidente americano che considera il commercio internazionale una trave portante della sua politica estera, l'accordo quadro sui dazi diventa una delle basi delle relazioni transatlantiche. Forse non proprio al livello del Trattato di Washington del 1949 che istituì la Nato, ma quasi.
Gli elementi principali dell'accordo quadro sono stati già ampiamente illustrati su queste colonne. Non sfugge lo sbilanciamento tariffario a favore degli Stati Uniti. Era inevitabile. Non tanto e non soltanto perché i nuovi dazi Usa sull'Ue sono analoghi a quelli che l'amministrazione Trump impone sui partner/alleati asiatici, Giappone e Corea del Sud, e solo di una frazione (5%) superiori a quelli del Regno Unito. Quindi, c'è poco da lamentarsi o accampare un "si poteva fare di più?". [...]
IL SIGNOR QUINDICIPERCENTO - DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - MEME BY EMILIANO CARLI
Nessuno al mondo è riuscito a "fare di più", per un semplice motivo. L'amministrazione Trump ha negoziato i «dazi reciproci» col coltello dalla parte del manico. I Paesi esportatori non vogliono perdere il mercato americano.
Di conseguenza vanno presi seriamente anche gli impegni non tariffari previsti dall'accordo, tanto più che non dipendono, se non in parte da Bruxelles, bensì dagli Stati nazionali: acquisti energetici, di gas naturale liquefatto e combustibile nucleare, per un valore di 750 miliardi di dollari, di chip per AI per 40 e di investimenti in Usa, in «settori strategici» per 600, entro il 2028.
Il coinvolgimento del settore privato sarà essenziale. Sulla partita energetica, particolarmente importante per noi, Milano ospita per felice coincidenza la 53° edizione di Gastech, che è il maggior evento internazionale in materia, dal 9 al 12 settembre. Ci saranno tutti gli interessati, pubblici e privati.
foto di gruppo vertice alla casa bianca con zelensky e i leader europei foto lapresse
Nell'era Trump la dimensione transattiva delle relazioni Usa-Europa - che è sempre esistita, le controversie commerciali tra Washington e Bruxelles sono ordinaria amministrazione da sempre – non è più subordinata all'alleanza strategica. Anzi, diventa prioritaria e condizione indispensabile per sostenere l'alleanza.
Il convitato di pietra del lungo negoziato sui dazi, spiegano a Bruxelles, era… l'Ucraina. Cioè, ai negoziatori Ue era ben presente la necessità di tenere agganciata l'amministrazione Trump al sostegno europeo a Kiev. Operazione finora riuscita ma a prezzo di indebolire Bruxelles nelle trattative commerciali con Washington.
Ursula von der leyen e donald trump a Turnberry in Scozia - foto lapresse
Il secondo motivo, oltre l'appetibilità del loro marcato, per cui gli americani partivano in vantaggio era la dipendenza europea, oggi per la difesa dell'Ucraina, domani per l'intera sicurezza europea. Nell'era Trump le due dimensioni, difesa e commercio, sono indissolubilmente legate. Finché l'Europa ha bisogno degli americani per la propria sicurezza ne deve accettare le condizioni.
«In un mondo che non ci guarda con simpatia», riprendendo da Mario Draghi, le relazioni transatlantiche restano una contro-assicurazione di cui l'Europa non può fare a meno, anche alle esorbitanti condizioni trumpiane.
mario draghi al meeting di rimini
Ma, a neanche un sesto del secondo mandato di Donald Trump, vanno inquadrate in una prospettiva in cui più indipendenti siamo, economicamente, tecnologicamente e nella capacità di difesa, più saremo in grado di riequilibrarle. Al momento pendono dalla parte di Washington. Tempi migliori verranno solo accettando la sfida del «mondo in cui stiamo entrando», compresa America First.
VERTICE ALLA CASA BIANCA CON DONALD TRUMP VOLODYMYR ZELENSKY E I VOLENTEROSI
VERTICE ALLA CASA BIANCA CON DONALD TRUMP VOLODYMYR ZELENSKY E I VOLENTEROSI
volodymyr zelensky alla casa bianca con i leader europei foto lapresse
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