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QUALCUNO DICA ALLA MELONI CHE ATTACCARE LA BANKITALIA NON E’ UN BUON VIATICO PER IL GOVERNO – IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, BRACCIO DESTRO DI DONNA GIORGIA, ALL’ATTACCO DI PALAZZO KOCH: "LE CRITICHE DI VIA NAZIONALE ALLA MANOVRA? NON MI SORPRENDONO. BANKITALIA È PARTECIPATA DA BANCHE PRIVATE. LA BCE, AL CONTRARIO, È D’ACCORDO NEL NON LIMITARE L’USO DEL CONTANTE” – TAJANI SPIEGA: "TETTO AL CONTANTE È UN'IPOTESI DI UN DIRIGENTE DELLA BANCA D'ITALIA"
Da open.online
ignazio visco foto di bacco (5)
La manovra non piace? Allora è una buona manovra. Il sottosegretario con delega all’attuazione del programma, Giovanbattista Fazzolari, non ha dubbi: «Che la manovra non piaccia a sindacati, Confindustria, Bankitalia, vuol dire che non pende da nessuna parte. È un buon segno. Penso che sia normale che ognuno dica gli aspetti che lo deludono. Bankitalia è partecipata da banche private, è una istituzione che ha una visione, legittimamente, e questa visione fa sì che reputi più opportuno che non ci sia più di fatto utilizzo di denaro contante». La visione di Bankitalia, però, evidenzia il sottosegretario, non è quella della Bce che «ribadisce che la banconota è l’unica moneta a corso legale e che gli Stati membri non possono limitarne l’utilizzo a favore di una moneta privata».
giorgia meloni e giovanbattista fazzolari
Una critica netta alla presa di posizione di questa mattina da parte di Palazzo Koch che riporta alla memoria le tensioni dell’epoca del governo giallo-verde. Meno dirompente, almeno dal punto di vista istituzionale, la linea sul Superbonus, che rimane netta: «Non proroghiamo il Superbonus anche perché non è quello il problema – dice sempre Fazzolari – Il problema sono i crediti di imposta, stiamo tentando di trovare su questo una soluzione». La differenza di contribuzione non peserà più di tanto, dice il sottosegretario: «110% o 90% cambia che l’inquilino che deve fare 10mila euro di lavori prima non pagava niente e ora deve pagare 1000 euro, ma per chi è in difficoltà interveniamo con un apposito fondo. Si confondono i due temi che sono diversi. Dobbiamo trovare un meccanismo per cui le banche possano prendersi questi crediti senza mandare all’aria i conti pubblici. Vale 60 miliardi, non può pagare lo Stato».
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