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"LAMPADINA" FULMINATA - MA QUALE RANCORE DI LETTA VERSO LE “SCORIE” RENZIANE! SOTTO LA CENERE DEL SILURAMENTO DI LOTTI  PESA LA SUA STORIA GIUDIZIARIA: LOTTI È A PROCESSO NEL CASO CONSIP CON L’ACCUSA DI RIVELAZIONE DI SEGRETO D’UFFICIO - IL RINVIO A GIUDIZIO PER L’INCHIESTA SUI FINANZIAMENTI ALLA FONDAZIONE OPEN (CON RENZI, BOSCHI, CARRAI) - IN ZONA CSM, PRESIEDUTO DA MATTARELLA, NESSUNO HA DIMENTICATO GLI INCONTRI DI LOTTI CON PALAMARA - L'IRA DI BASE RIFORMISTA DI GUERINI E MARCUCCI, LA CORRENTE PIU' NUMEROSA DEL PD, PER LA DECAPITAZIONE DI LOTTI - IL TWEET AL CIANURO DI SANDRA ZAMPA CONTRO L'ERA RENZI: ''VOGLIAMO PARLARE DELLE 5 CANDIDATURE COME CAPOLISTA DI MARIA ELENA BOSCHI E UN COLLEGIO UNINOMINALE A BOLZANO?”

DAGONEWS

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Sotto la cenere del caso Lotti, escluso dalle liste del Pd, si agita molto più del semplice rancore di Enrico Letta verso le “scorie” renziane. Il siluramento di “Lampadina” rientra nell’attenzione con cui il Nazareno valuta le storie personali e giudiziarie dei suoi candidati.

 

Lotti è a processo nel caso Consip con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio. Il 9 febbraio 2022 la Procura di Firenze ha chiesto per lui e altre 10 persone (tra cui Renzi, Boschi, Carrai) il rinvio a giudizio per l’inchiesta sulle presunte irregolarità nei finanziamenti alla Fondazione Open.

 

sergio mattarella

Non è tutto. In zona Csm, presieduto dal presidente della Repubblica Mattarella, nessuno ha dimenticato che Luca Lotti incontrava all’hotel Champagne di Roma, Luca Palamara e Cosimo Ferri con cui discuteva di nomine nella magistratura.

 

Ovviamente nella notte in cui sono state decise le candidature, nel Pd è iniziata la resa dei conti che si consumerà subito dopo il voto: se i dem a guida Letta vanno sotto il 22%, il Congresso sarà un Vietnam. Nella notte dei lunghi coltelli, in cui si è deciso il destino delle candidature, Guerini si è speso in un accorato quanto inutile elogio di Lotti. Capita l’antifona, i venti esponenti di Base riformista, la corrente di Guerini, Marcucci e Lotti, non hanno neanche partecipato al voto sulla definizione delle liste.

 

LUCA PALAMARA - OLTRE IL SISTEMA

Ai mal di pancia dei “riformisti” ex renziani del Pd, ha risposto la prodiana Sandra Zampa su twitter: “Sono sbalordita da una dichiarazione tra le tante allucinanti di oggi. Renzi che parla di liste e critica Enrico Letta. Nessuno che abbia vissuto la “sua” notte delle “lunghe liste” ha dimenticato cosa è stata. Uno choc, io c’ero. I suoi fedelissimi pluricandidati. Indimenticabile. Quella notte del 2018 resta la cosa più squallida e volgare che ricordi. Anche perchè il taglio del numero dei parlamentari non era stato fatto. Vogliamo parlare delle 5 candidature come capolista di Maria Elena Boschi e un collegio uninominale a Bolzano?”.

 

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LA BUSSOLA ANTI-RENZIANA DEI DEM

Marcello Sorgi per “la Stampa”

 

Era inevitabile che, dopo la fine del "campo largo", la definizione delle liste si lasciasse dietro una scia di polemiche, personali e politiche. Nel Pd le esclusioni, o semi, di Lotti, Ceccanti e Cirinnà sono i tre casi che stanno facendo più discutere. Lotti, che non aveva aderito alla scissione di Italia viva, per l'evidente collegamento a Renzi. Ceccanti, costituzionalista che avrebbe potuto dare un contributo strategico nel dibattito sul presidenzialismo e le autonomie locali, anche perché gli elettori di Pisa dovranno passare da un cattolico moderato a un esponente della sinistra radicale, Fratoianni.

 

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Cirinnà per l'incoerenza di un Pd che ha forti obiettivi in materia di diritti civili (ius scholae, matrimoni gay) e fa fuori la senatrice che ne è stata la paladina nella legislatura appena conclusa. Che Letta abbia agito con la bussola anti-renziana, in risposta, non solo alla fine del suo governo, ma con l'obiettivo della cancellazione o quasi dei renziani, è sicuro. E lo dimostra anche l'incerta candidatura di Marcucci, già giubilato da capogruppo al Senato, a Livorno. Per Lotti e Cirinnà avranno pesato pure gli strascichi giudiziari che li riguardano. Per Ceccanti la necessità di far posto ai nuovi alleati in liste necessariamente più corte dopo il taglio dei seggi di senatori e deputati.

 

STEFANO CECCANTI

Politicamente però è indubbio, come sottolinea l'ex ministro Fioroni, che la nuova collocazione del Pd risulti incerta: era contestata quella impropriamente giudicata sbilanciata al centro dopo l'accordo (fallito) con Calenda, lo è altrettanto quella delle intese con Sinistra Italiana e Europa Verde, sorretta anche da alcuni aspetti del programma come il no al nucleare e la scelta del sostegno a diritti civili poco digeribili per l'anima cattolica più moderata.

 

MATTEO RENZI - ENRICO LETTA

Quanto ai 5 stelle, spiccano le candidature, perfettamente legittime ma altrettanto opinabili, dei due ex magistrati, da poco andati in pensione, Cafiero de Raho e Scarpinato: ex procuratore nazionale antimafia il primo, ex procuratore generale nonché iniziatore dell'inchiesta sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia finita in un diluvio di assoluzioni, il secondo. Quando si sentirà ripetere che una parte della magistratura è politicizzata, sarà difficile non ricordarsi di loro.

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