DAGOREPORT – NEL NOME DEL FIGLIUOLO: MELONI IMPONE IL GENERALE ALLA VICEDIREZIONE DELL’AISE.…
Alessandro Alviani per la Stampa
L' architetto della rinascita democratica della Germania dopo la barbarie nazista, l' uomo che ha dato una spinta decisiva al processo di unità europea e fondato il partito guidato oggi da Angela Merkel? Era un politico autoritario, che sfruttava gli 007 per pedinare i propri nemici. È impietoso il ritratto di Konrad Adenauer, che emerge dai documenti riservati del governo tedesco e dei servizi segreti per gli esteri (Bnd) citati dallo Spiegel.
Il primo cancelliere della Repubblica federale e padre della Cdu fece spiare tra gli altri Willy Brandt e il futuro capo dello Stato Gustav Heinemann, mise in circolo fake news per screditarli, chiese al Bnd di manipolare i media, pensò di comprare l' odiato Spiegel per metterlo in riga, preparò - in barba al Bundestag - un piano anticostituzionale, per reagire a un eventuale conflitto tra i blocchi, e disprezzava a tal punto quegli stessi cittadini che gli avevano regalato nel 1957 la maggioranza assoluta che una volta, di fronte a un sondaggio secondo il quale Brandt era più popolare di lui, sbottò: «Il popolo è stupido, estremamente stupido».
Adenauer fece spiare sia i liberali della Fdp, che la Spd, entrambe all' opposizione - e non si curò di nasconderlo ai suoi colleghi di partito. Difficile, vista la sua formazione giuridica, che non sapesse di violare la legge. Dagli atti emerge quasi un' ossessione per Brandt, allora sindaco di Berlino e sfidante alle elezioni del 1961. In un appunto del 5 settembre 1960, il presidente del Bnd, Reinhard Gehlen, annota il seguente compito, dopo un colloquio in cancelleria: «Chi era la prima moglie di Brandt?».
Adenauer vuole poi sapere se Brandt, che all' avvento di Hitler era emigrato in Norvegia, sia stato responsabile di esecuzioni nella Guerra civile spagnola (che il futuro leader Spd aveva seguito come giornalista per alcune testate norvegesi) o abbia collaborato coi servizi di potenze straniere.
Non contento, diffonde fake news sul suo conto: «Non ha mai lavorato», «Se n' è andato a passeggio quando i berlinesi stavano malissimo» e «viveva in un bell' hotel», «ha combattuto contro i tedeschi, se si può parlare di combattere, è stato fatto prigioniero e rilasciato dai tedeschi», spiega agli amici di partito. Bufale evidenti, con uno scopo: sfruttare a proprio favore i sentimenti anti-Brandt.
Chissà se ora Merkel, che sta preparando un discorso per celebrare Adenauer per il cinquantennale della morte, il 19 aprile, staccherà il quadro appeso in Cancelleria: un ritratto di Adenauer firmato da Oskar Kokoschka.
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