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Glauco Maggi per “Libero Quotidiano”
gary j byrne con hillary e bill clinton
L’ agente dei servizi segreti Gary J. Byrne c' era, ha visto tutto, e ora lo racconta. Ne sono successe tante di cose scabrose nella Casa Bianca di Bill Clinton, e ora sono di pungente attualità, visto che gli americani tra 5 mesi decideranno se promuovere Hillary da First Lady a Madame President. Il titolo del libro («Crisi di carattere: un ufficiale dei servizi segreti rivela la sua esperienza di prima mano con Hillary e Bill e su come si comportavano») è tanto promettente che le prenotazioni l' hanno proiettato al numero 1 su Amazon, anche se sarà in libreria solo il 28 giugno.
gary j byrne con hillary e bill clinton
Ecco qualche assaggio, ottenuto da Emily Smith per la Page Six del New York Post. «Cosa ho visto negli Anni 90 mi ha fatto star male», scrive Byrne, carriera di 29 anni nell' esercito e nei servizi segreti. Nella privilegiata postazione davanti alla Stanza Ovale l' agente ha conosciuto bene Hillary: «troppo incostante, incontrollabile e in certi frangenti manesca», e con una «personalità da Jekyll e Hyde» che lasciava lo staff terrorizzato per i suoi esplosivi e violenti, scoppi d' ira.
gary j byrne con hillary e bill clinton
Nel libro si legge che la First Lady ripetutamente urlava oscenità contro il marito, il personale e le guardie, e tutti vivevano nella paura della prossima tirata. Gli agenti discussero persino se dovevano proteggere il presidente dagli attacchi fisici della moglie.
L' autore riferisce di un «alterco violento» appena prima di un importante discorso di Bill alla nazione, ma l' episodio più clamoroso fu quel mattino del 1995 in cui, dopo una notte di litigate rumorose, lo staff trovò un vaso blu «ridotto in pezzi» e Bill si presentò con un «occhio livido, da metterci una bistecca sopra». Il poveretto diede la colpa alla allergia alla caffeina, ma la battuta che girava era che era allergia agli schiaffi. Hillary era paranoica al punto che voleva bandire il servizio segreto dalla Casa Bianca e in una occasione cercò di scaricare la sua stessa scorta.
crisi di carattere il libro di gary byrne su hillary e bill clinton
«Clinton è ora nella posizione di diventare la nominata per la presidenza, ma semplicemente manca dell' integrità e del temperamento per coprire quell' ufficio: nel profondo della mia anima so che ciò è vero», assicura Byrne. «Dalle sue più recenti manifestazioni mi sono convinto che il suo stile di leadership - vulcanico, rafforzato dai leccapiedi e che disprezza le regole fissate per chiunque altro - non è cambiato di un grammo».
Byrne, che al tempo fu chiamato a testimoniare in Congresso sull' affaire di Bill con Monica Lewinsky, racconta anche un episodio inedito sul presidente: la volta in cui interruppe una tresca perché entrò inavvertitamente in una stanza dove Bill «era coinvolto in modo non appropriato con una donna», che non era la moglie e neppure Monica. E l' ex agente aggiunge dettagli al caso stranoto del «vestito blu» con lo sperma: lui, personalmente, gettò nella spazzatura una salvietta con macchie di rossetto e «fluidi» presidenziali.
Nel 2014 e nel 2015 erano già usciti due libri sui «segreti» della Casa Bianca dei Clinton, il primo dell' ex reporter del Washington Post Ronald Kessler e il secondo di Kate Andersen Brower. Kessler aveva già riferito delle sfuriate di Hillary, in particolare durante il caso Lewinsky, ma ora la testimonianza sulla «crisi caratteriale» della Clinton è di prima mano.
La campagna di Hillary sarà danneggiata da queste ultime rivelazioni? Il fardello di scandali lontani, ma soprattutto vicini come la Global Foundation e il server privato, mostra che l' impermeabilità della sua reputazione, almeno tra i suoi fans, è a prova di tutto.
Ha avuto alle primarie 3 milioni di voti più di Sanders, e con i delegati che ha raccolto domenica vincendo a Porto Rico, più quelli che avrà il 7 giugno in Dakota, New Mexico, Montana, New Jersey e California, è sicura di tagliare il traguardo dei 2383 delegati. Ma nello stato più popoloso e più liberal, i cui risultati arriveranno per ultimi per via del fuso orario, Hillary rischia la madre di tutte le figuracce. Se perde - e i sondaggi dell' ultima settimana sono di sostanziale parità - Sanders avrà la spinta per reclamare «una convention contestata», come ha ancora detto ieri.
Dopo aver vinto oltre 20 Stati, e forte dei faccia a faccia che lo vedono battere Trump con margini più ampi della Hillary, il socialista non s' accontenta di spostare a sinistra la piattaforma DEM a Filadelfia. Questo obiettivo l' ha già raggiunto imponendo a Hillary di corrergli dietro su tutto, dai patti commerciali al superwelfare. Ora punta al ribaltone, ossia a convincere i 500 superdelegati che si sono dichiarati pro Hillary a dare a lui il voto alla Convention. Vincere nel Golden State gli darebbe l' argomento più valido.
Monica Lewinsky e Bill Clinton
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