DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1.RIMBORSI E CENE IL CASO MARINO FINISCE IN PROCURA “DENUNCIO TUTTI”
la scorta di marino travolge un fotografo 1
Mauro Favale Giovanna Vitale per “la Repubblica - Roma”
È furioso, il sindaco Marino. A 15 anni di distanza, non ha alcuna voglia di ripiombare nell’incubo Pittsburgh, la brutta storia di note spese anomale e rimborsi irregolari che nel 2002 si risolse con le dimissioni del chirurgo dall’università americana e dall’Ismet di Palermo. Anche allora, come oggi, Marino parlò di un piano per farlo fuori. Da sventare alzando il vessillo dell’onestà contro la macchina del fango che lo vuole sporcare.
IGNAZIO MARINO PRIMA DELLA TINTA
Perciò «se questa campagna offensiva dovesse continuare Roma Capitale sporgerà querela», ha contrattaccato il suo ufficio stampa per fermare ulteriori ricostruzioni ritenute «offensive, orientate da interessi politici e prive di fondamento». Solo che stavolta, oltre le inchieste giornalistiche, c’è di più. C’è che le opposizioni hanno presentato una serie di esposti in Procura e alla Corte dei conti perché facciano chiarezza sulle ricevute per cene istituzionali e missioni, con relativi giustificativi, depositati da Marino e messi a disposizione sul sito del Campidoglio.
«È tutto online», insistono da Palazzo Senatorio. «Si tratta di un gesto di trasparenza e novità assoluta per un comune italiano. Ogni singola spesa è motivata formalmente dal sindaco nelle modalità previste dalle norme ». Un gesto, però, non sufficiente a placare le ire della minoranza. Lista Marchini, M5S e Fdi vogliono che Marino spieghi, sapere se le decine e decine di colazioni di lavoro sono davvero motivate da ragioni istituzionali.
Per nulla soddisfatti delle delucidazioni fornite dallo staff, che di nuovo ieri ha precisato che in poco più di due anni — da quando cioè è primo cittadino della capitale — Marino ha speso 1.789,43 euro al mese, di cui 773 per rappresentanza e 1.016,43 per missione. «Le spese di rappresentanza degli organi di governo di Roma Capitale — sottolinea una nota — per il 2014 ammontano complessivamente a 128.028,10 euro, una cifra certificata. Tra le spese di rappresentanza degli organi di governo sono contenute molte voci non certo attribuibili alla persona del sindaco: dalla realizzazione delle medaglie, ai doni alle delegazioni internazionali che sono ricevute in Campidoglio.
Su queste spese negli anni dell’amministrazione Marino sono stati fatti sostanziosi tagli rispetto al passato e sono, se rapportate alle dimensioni della città, più che in linea quando non spesso inferiori a quelle di tutte le altre grandi realtà italiane».
Ma, a parte il fatto che anche così i conti non tornano, le opposizioni insistono. «Marino deve chiarire questa storia dei pranzi di famiglia — attacca il leader della Destra Francesco Storace: non c’è solo l’America a costare quattrini ai romani. Ma anche insopportabili pranzi e cene di sabato e domenica nei dintorni di casa». Come documentato ieri da Repubblica.
Con i grillini che tornano a chiedere «la creazione di un sito web ad hoc, un vero e proprio sistema open data dove i romani potranno controllare in tempo reale l’estratto conto della carta di credito in dotazione al sindaco, nonché tutte le spese sostenute dagli uffici del Comune». Fermo restando che «sarà ora la magistratura — afferma il capogruppo di Fdi, Fabrizio Ghera — a dirci se le “‘spese ballerine” di Marino sono state effettuate secondo un uso disinvolto di soldi pubblici a fini privati».
2.TOUR DEI RISTORANTI “MAI VISTO QUI CON SUA MOGLIE”
Lorenzo D’Albergo per “la Repubblica”
C’è il ristorante specializzato in crudi di mare. Ecco, poi, la trattoria romana dove fanno pausa pranzo i senatori. Infine il locale trendy con affaccio sullo struscio di via di Tor Millina e il salotto neobarocco in piazza delle Coppelle. Il quadrilatero culinario disegnato dalla coda di ricevute pubblicate sul sito del Comune dallo staff del sindaco ruota tutto attorno al Pantheon e piazza Navona. Attorno a casa di Ignazio Marino.
Così l’idea del primo cittadino che si ha alla fine della passeggiata tra piazza del Fico e piazza del Collegio Romano è quella di un gourmet “pigro”, ma allo stesso tempo sperimentatore. Cambiano le cucine, i colori e i sapori, ma le location sono tutte entro i 500 metri dall’abitazione dei coniugi Marino.
RISTORANTE ARCHIMEDE A SANT'EUSTACHIO ROMA
Prima fermata da Archimede, ristorante a cento metri dal Senato e due passi dall’appartamento del sindaco. Enzo è il titolare. Tira giù la serranda e racconta: «Marino viene da anni, da quando era presidente della commissione Sanità. Qui ce l’ha portato la prima volta il predecessore Antonio Tomassini. La cena del 21 settembre 2013? E chi se la ricorda».
Di una cosa, però, Enzo è certo: «Non è mai venuto con nessuna ragazzina. Qui in giro se ne vedono tante pronte a tutto, ma lui è uno onesto. Viene una o due volte al mese. Le carte che ha usato? Mica mi metto a guardarle. Faccio il conto e basta. A lui come a Quagliarello e Alfano». Se al ristoratore si ricorda che procura e Corte dei conti potrebbero presto occuparsi del caso, la risposta è secca: «Dirò le stesse cose. Che non sono in grado di dire con chi fosse quel giorno».
Secondo stop da Cybo, vista su via della Pace: il proprietario non c’è e le cameriere non si prendono responsabilità. Anche a Casa Coppelle, cornici Napoleone III e interni firmati dal designer francese Jacques Garcia, vige il silenzio. Luca, il direttore, sorride e spiega: «Sono qui da tre mesi, mai visto il sindaco».
RISTORANTE SAPORE DI MARE ROMA
Ultima tappa: Sapore di mare. Chef Gino suda sette camicie per giustificare il ribasso sullo scontrino che ha fatto indispettire i vertici di Sant’Egidio: «Il prezzo è scontato perché Marino non mangiò aragosta, ma astice. Costa di meno. Mi ricordo che c’erano due persone con lui, ma non so dire chi. La moglie? La incrocio spesso al bar, ma qui non l’ho Mai vista ». Peccato, si sarebbe seduta accanto alle celebrità che sorridono in foto: dall’ex presidente della Repubblica Napolitano al capitano Francesco Totti, sul muro del locale di via del Piè di Marmo ci sono proprio tutti.
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