RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Ilario Lombardo per www.lastampa.it
Giuseppe Conte pensosissimo durante il vertice virtuale con gli altri leader europei
Lo diceva Giuseppe Conte: «L’Italia è stata colpita prima. Poi toccherà agli altri. Nessuno può ritenersi immune». Sono passati dieci giorni, ma sembra che si sia già incenerita un’era. Forte della consapevolezza di essere stato l’avanguardia della sfortuna e di aver applicato un modello di contenimento del contagio ora replicato ovunque, il presidente del Consiglio italiano si è seduto davanti al computer e ha chiesto ai colleghi europei connessi in videoconferenza di fare di più.
giuseppe conte diventa teen idol sui social
Molto di più: «Perché nessuno si illuda di rimanere al riparo da questo tsunami economico-sociale». La risposta «deve essere comune», per evitare di esporre l’Europa alle reazioni dei mercati. Ed è una risposta che va data subito: «Un ritardo sarebbe letale per tutti e per questo irresponsabile». Le diplomazie sono al lavoro da giorni per presentare la proposta che secondo l’Italia è in grado di scardinare le regole della vecchia Ue destinata a essere travolta dall’epidemia.
metro milano in epoca coronavirus 7
La sostanza di quanto sostenuto da Conte sta in due possibili strumenti: i coronavirus-bond e un fondo di garanzia europeo ad hoc, «in modo da finanziare con urgenza tutte le iniziative dei singoli governi per proteggere le proprie economie». Il governo sta cercando, nel disastro, di sfruttare al massimo i possibili vantaggi che deriveranno dall’inevitabile stravolgimento degli accordi Ue.
Conte prende a prestito le parole dell’economista Lucrezia Reichlin e invita a considerare la pandemia anche «un’opportunità» per creare un meccanismo di gestione delle crisi proiettato verso una politica fiscale coordinata. Un «nuovo patto» chiede il premier, sul quale fondare l’Europa che uscirà dalla guerra contro il Covid-19. Un’Europa che permetta l’emissione di titoli battezzati dal marketing di Palazzo Chigi coronavirus-bond, un’Europa che metta in condivisione vaccini sperimentali, e la produzione di materiale sanitario quando necessario, che si mostri più solidale.
La scadenza
La giornata dedicata al confronto europeo non ha fatto però dimenticare a Conte i problemi di casa. Le vittime continuano a salire, i contagiati sono sempre di più, le terapie intensive sono allo stremo. Eppure si percepisce un fragile ottimismo nel governo. La speranza è che la curva dei positivi arresti la salita. Se, come dicono molti scienziati, il picco sarà entro domenica, il contenimento avrebbe dato i suoi frutti.
«Questa è la settimana decisiva», ripete Conte che ha già chiaro quello che gli esperti sanno da sempre: il 3 aprile nulla o quasi verrà riaperto. Salvo miracoli, la data di scadenza fissata nei decreti non sarà rispettata. La chiusura delle scuole sarà prorogata e così i divieti per attività non essenziali. L’esempio cinese suggerisce di diluire nel tempo le riaperture, per evitare di scatenare una nuova e incontrollata diffusione del virus.
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Le immagini della metropolitana di Milano affollata, anche a causa della riduzione delle corse che sta costringendo i pendolari ad ammassarsi, sono la fotografia di un Paese che non ovunque riesce a fermarsi come dovrebbe. E così il Viminale è costretto a minacciare di irrigidire controlli e sanzioni, già in forte aumento, per chi esce di casa senza motivo.
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I governatori e l’esercito
Conte deve anche trovare un equilibrio nella gestione dell’emergenza nei singoli territori. Ma se una decina di giorni fa il governo centrale si era impuntato contro ogni iniziativa individuale, ora Roma appare più propensa a chiudere un occhio di fronte alle ordinanze di governatori e sindaci.
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In Veneto Luca Zaia tira dritto e, ispirato dal format sudcoreano, punta a fare tamponi su tutta la popolazione, in contrasto con le direttive scientifiche del comitato nazionale. Vincenzo De Luca, a caccia di focolai da spegnere, ha dichiarato zona rossa altri 4 comuni della Campania e chiede l’intervento dell’esercito contro gli assembramenti e la trasgressione dei divieti. Lo stesso chiedono con una lettera al premier e al ministero della Difesa tutti i comuni della provincia di Cosenza, mentre la governatrice Jole Santelli riduce il trasporto locale e sull’esempio del collega campano ha già sigillato due paesi che hanno registrato un’impennata preoccupante di casi.
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