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Corriere.it
Lo Stato islamico rivendica gli attentati in serie di venerdì notte a Parigi. E lo fa con un lungo messaggio diffuso dai canali ufficiali della propaganda del Califfato e tradotto in più lingue. Il testo è indirizzato ai francesi, accusati «di aver demolito le loro case con le loro mani». Nel comunicato si legge: «In un attacco benedetto Allah, un gruppo di soldati del Califfato che Allah gli doni potenza vittoria, ha preso come bersaglio la capitale degli abomini e della perversione che porta la bandiera della croce in Europa, Parigi. Un gruppo di martiri è avanzato contro i nemici, cercando la morte nel sentiero di Allah per umiliare i nemici».
Otto fratelli kamikaze»
bulldozer decapita uomo in iraq
Il messaggio prosegue con la descrizione di quanto raccontato fin qui anche dalla stampa di tutto il mondo: «Otto fratelli kamikaze, con cinture esplosive e fucili d’assalto hanno preso come bersaglio gli angoli scelti minuziosamente nel cuore della capitale francese: lo stadio di Francia, durante l’incontro di due paesi crociati Francia e Germania, al quale assisteva l’imbecille di Francia, Francois Hollande.
Poi: il Bataclan, dove erano riuniti centinaia di infedeli, durante una festa di perversione, così come altri obiettivi nel decimo, undicesimo e diciottesimo arrondissement. Il bilancio è di 200 morti». Il comunicato descrive anche sommariamente il modus operandi dei kamikaze. «I martiri, dopo aver sparato, si sono fatti esplodere in mezzo ai miscredenti.
Il filmato di Al-Hayat dell'anno scorso
Poi la minaccia finale: «La Francia e quelli che la seguono devono sapere che restano tra i principali obiettivi dello Stato Islamico e che continueranno a sentire l’odore della morte per aver preso la guida della crociata, per aver insultato il nostro profeta, per essersi vantati di combattere l’islam in Francia e colpire i musulmani nelle terre del Califfato con i loro aerei che non vi sono stati utili nelle vie maleodoranti di Parigi. Questo attacco non è che l’inizio della tempesta, un avvertimento per coloro che vogliono meditare su questa lezione». Nella mattinata di sabato è circolato su Twitter un filmato dall’Al-Hayat Media Center, ufficio di comunicazione e propaganda del gruppo jihadista, che incita i musulmani francesi ad unirsi al jihad ma che risale al novembre del 2014 e non può dunque essere collegato agli attentati di Parigi.
#Parigibrucia
Ma non solo. Sono molti i messaggi postati su Twitter e sui social postati dai supporter di Isis. Il picco si è avuto tra le 23 e l’1 di notte, con l’hashtag #Parigibrucia, scritto in arabo, poi bloccato dagli utenti e dagli hacktivist. «Il sapore del sangue francese è buono», scrive un utente che posta anche un’emoticon per ribadire il suo delirante messaggio. E poi aggiunge: «Ma il sapore del sangue americano è ancora più buono. Lo gusteremo presto».
«Questo è l’11 settembre di Parigi»
L’invito è a «ricordare, ricordare il 14 novembre. Non dimenticheranno mai questo giorno, come l’11 settembre per gli americani», si legge in un’altro messaggio lanciato dal Dabiq France. La propaganda jihadista sembra dunque aver ritrovato vigore dopo un periodo di silenzio. Inoltre gli hacker del Cyber Califfato sembrano essere tornati attivi.
Tra le varie foto pubblicate, anche un fotomontaggio che ritrae Francois Hollande in ginocchio davanti alla Torre Eiffel, sovrastato dalla minacciosa immagine di Jihadi John, probabilmente ucciso in Siria. Il sito di intelligence The Site ricorda come recentemente si sia registrata anche una serie di attacchi contro siti francesi, all’insegna dell’hashtag #FranceUnderHacks (Francia sotto gli hacker).
LA FOTO DEL PRESUNTO CADAVERE DEL CALIFFO AL BAGHDADI
Inoltre negli scorsi mesi la propaganda jihadista aveva annunciato che avrebbe colpito «Parigi prima di Roma». Parole cui sembra fare eco la dichiarazione già diffusa dalla rete di simpatizzanti di Isis su Twitter in cui si sostiene che dopo stanotte a Parigi «il prossimo attacco sarà a Londra, Washington e Roma». E non mancano le minacce a Spagna e Portogallo, territorio dell’antico Califfato in Europa.
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