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MELONI INTERNATIONAL – IL QUOTIDIANO FRANCESE “LE FIGARO”, NEL SUO MAGAZINE SETTIMANALE, DEDICA UN LUNGO APPROFONDIMENTO E LA COPERTINA AL “FENOMENO MELONI”, E SI CHIEDE: “È ‘DRAGHETTA’ O ‘DUCETTA’?” (ANCHE I FRANCESI LEGGONO DAGOSPIA) – INTANTO “POLITICO EU” LA METTE AL PRIMO POSTO TRA I “CATTIVI”, I “DISRUPTER” CHE SI PREPARANO A FARE A PEZZI L’EUROPA. ALLA PRESENTAZIONE DELLA CLASSIFICA C’ERANO I VERTICI EUROPEI, CHE NON HANNO FATTO UN PLISSÉ DI FRONTE AI GIUDIZI TRANCHANT PER “LA DUCE” (COSÌ L’HANNO CHIAMATA): “DIETRO UNA MASCHERA DI PRESENTABILITÀ…”

1. IL FENOMENO GIORGIA MELONI

DAGONEWS

giorgia meloni in copertina su le figaro magazine

Ai francesi girano i Meloni! Le Figaro, storico e autorevole quotidiano (tendenza destra conservatrice) di Parigi, dedica un lunghissimo approfondimento a Giorgia Meloni nel suo Magazine settimanale. Un’inchiesta, firmata dalla corrispondente a Roma, Valerie Segond, accompagnata da alcun estratti della biografia della premier (“Io sono Giorgia”), per analizzare il “fenomeno Meloni”.

 

Si parte, ovviamente, dagli scazzi con Macron: “È a capo del governo italiano da soli 50 giorni, ma dal 22 ottobre ha già iniziato a lasciare il segno nel suo Paese. E non sta certo facendo amicizia con i suoi vicini europei, soprattutto a Parigi. Con Giorgia Meloni al potere, l'Italia è diventata ‘nemica della Francia’ per il ministro dell'Interno Gérald Darmanin; uno Stato ‘dai metodi inaccettabili’ per il ministro degli Esteri Catherine Colonna; un Paese che, durante la vicenda dell'Ocean Viking, ha ‘rotto la fiducia’ secondo il segretario di Stato per l'Europa, Laurence Boone.

 

EMMANUEL MACRON E GIORGIA MELONI

Accuse inusuali che dimostrano quanto il governo di Emmanuel Macron sia a disagio con l'ambivalenza del nuovo presidente del Consiglio italiano, non sapendo con chi dovrà confrontarsi su ogni questione: È la ‘Draghetta’, o piccola Draghi (in riferimento al suo predecessore europeista), responsabile e aperta al dialogo, o la ‘Ducetta’, l'erede del Duce (soprannome dato a Mussolini, fondatore del fascismo), che rimane attaccata ai suoi riflessi atavici e alle vecchie fedeltà?

 

Due soprannomi che, oggi a Roma, riassumono questo doppio volto che tanto ha sconcertato Parigi. Ma potrebbe sfuggire a questo ‘lato profondamente gianico’, secondo lo storico specializzato in Italia Marc Lazar? Perché non è facile passare senza transizione dal ruolo di oppositore a quello di capo del governo, in un momento in cui le crisi si accumulano e l'Italia fatica ad attuare il suo gigantesco piano di risanamento.

le figaro su giorgia meloni

 

Questa "responsabilità mi tiene sveglia la notte", ha ammesso Giorgia Meloni prima della sua vittoria del 25 settembre. L'emozione di questa "outsider", come si presenta lei stessa, proveniente da un "ambiente culturale che è stato spesso confinato ai margini della Repubblica", era palpabile. Quasi un segno di fragilità per questa donna volitiva, il cui padre, Franco Meloni, che la abbandonò all'età di due anni, fu arrestato nel 1995 a Minorca e condannato a nove anni di carcere per traffico di droga”

 

L’articolo di Valerie Segond prosegue ripercorrendo le tappe che hanno portato l’Italia ad avere la sua prima donna premier,che “a 45 anni, ha rifiutato il titolo di "signora presidente" e ha chiesto di essere chiamata "presidente del Consiglio”. Un dettaglio che non è un dettaglio, lei che rifiuta tutte le politiche femministe, dalle quote rosa alla femminilizzazione dei titoli, giurando che deve il suo successo solo al suo merito”.

 

le figaro su giorgia meloni

“Con la sua netta vittoria, con il 26% dei voti alle elezioni legislative, ha imposto la sua leadership alla destra e ha formato il suo governo da sola. Tuttavia, fin dai primi giorni, il suo vicepresidente del Consiglio e leader della Lega, Matteo Salvini, ha dettato l'agenda, che la Ducetta ha fatto propria, dandole la possibilità di affermare i propri valori.

 

 

La giornalista poi riassume il caso Rave Party e la crisi diplomatica con la Francia per il rifiuto allo sbarco della nave Ocean Viking: “La crisi tra Francia e Italia fu il prodotto inatteso della gestione improvvisata di Ducetta? Oppure è stata la creazione deliberata di un problema per costringere l'Europa a trovare una soluzione comunitaria?”

 

LO SCONTRO DIPLOMATICO ITALIA FRANCIA VISTO DA GIANNELLI

Tutto l’articolo di Valerie Segond si gioca sul dualismo Ducetta/Draghetta: a volte prevale una, a volte l’altra. Ma alla fine quale prevarrà? "La tensione tra le due sarà permanente", prevede oggi Marc Lazar: "La scelta di Giorgia Meloni di mostrare un volto responsabile all'esterno significa che, qualunque sia la sua vera natura, che resta da scoprire, la sua agenda di governo è ora vincolata al 90%", ritiene Giovanni Orsina. Dopo soli 50 giorni, è probabilmente troppo presto per una prognosi affidabile. Soprattutto perché, dice, è "un'outsider; che per vincere ha dovuto battere tutte le probabilità". E oggi ha "tutte le intenzioni di farlo ancora una volta".

 

2 - NELLA CLASSIFICA DI POLITICO 28 "LA DUCE" PRIMA FRA "I CATTIVI"

Francesca Sforza per “la Stampa”

POLITICO EU CONTRO GIORGIA MELONI

 

Quelli che fanno, "doers", quelli che sognano, "dreamers", quelli che disgregano, "disrupters": sono queste le categorie con cui l'influente magazine online americano "Politico" divide le personalità politiche più potenti dell'anno che sta per finire. E durante la presentazione a Bruxelles dell'ultima edizione di "Politico 28" (l'evento si chiama così dai tempi in cui nell'Unione Europea c'era anche la Gran Bretagna, ma ora sarebbe più corretto ribattezzarlo "27") gli italiani presenti hanno avuto la sorpresa di vedere, al primo posto tra i "disrupters" del 2022, la premier Giorgia Meloni, ritratta con il volto accigliato, decisamente imbruttita e descritta con il sottotitolo "La Duce". Seguivano, nella classifica dei cattivi, Orban, Starmer, Mélenchon, fino ad arrivare a Lavrov, "the dark diplomat".

 

giorgia meloni alla prima della scala 2022

Il motivo per cui Meloni è stata riconosciuta prima fra coloro che vogliono mandare in pezzi il sogno europeo è illustrato nelle motivazioni del board di "Politico": «Dietro una maschera di presentabilità - quando gli eurocrati non la guardano - la premier italiana si scaglia contro gli immigrati, contro la cultura gender e il politicamente corretto, fa risalire l'aborto a una cultura di morte, lancia invettive contro l'islamizzazione dell'Europa e definisce "barbari" i sostenitori del Black Lives Matter».

 

Un giudizio inequivocabile che individua nella trasformazione di Giorgia Meloni, «da radicale a rispettabile», la differenza «fra lei e gli altri euroscettici». Da cui la palma, che non è toccata ad esempio a Marine Le Pen, finita nel gruppo dei "doers", i fattivi, insieme a Lagarde e a Erdogan, in quanto membro della Nato, ancorché «sotto osservazione».

 

OCEAN VIKINGS - MEME BY CARLI

Si dirà che "Politico" è una lettura per appassionati del genere, ma l'annuncio sui potenti del 2022 è stato dato nel corso di una serata generosa di selfie e photo opportunity. Tra i presenti la presidente del Parlamento europeo Metsola, l'ambasciatrice Usa presso la Nato Julianne Smith, il Commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton, l'ambasciatore ucraino a Bruxelles Chentsov e il meglio della rappresentanza dei grandi gruppi dell'energia e della finanza (Generali era lo sponsor della manifestazione). I criteri di selezione?

 

«Li decidono ai piani alti», dice una giornalista di "Politico" facendo intendere che l'algoritmo si basa soprattutto sul sentiment che circola a Bruxelles.

 

MELONI LE PEN 2

Prima di arrivare ai "disrupters", è stata applaudita la scelta di mettere al primo posto, tra i "doers" - quelli che fanno - Robert Haebeck, il ministro degli Esteri tedesco, definito «il vero cancelliere» (anche i tedeschi erano un po' in imbarazzo) e tra i "dreamers" la premier finlandese Sanna Marin, «autentica leader».

 

 In quest' ultima categoria si trovavano anche Timmermans e lo stesso Breton, che il suo sogno in qualche modo l'ha anche espresso: alla domanda se vorrebbe fare il prossimo presidente della Commissione Europea ha risposto di essere sempre stato considerato un piano B, e che se ci sarà bisogno di un piano B allora sì, è il candidato giusto. A sorpresa, è finito nella lista dei "dreamers" anche Vladimir Putin, «perché è un sognatore: sogna la grande Russia, ma resta un perdente», spiegano dallo staff di "Politico". Gli applausi più sentiti, in ogni caso, sono andati al presidente ucraino Zelensky, presente in un videomessaggio e vincitore assoluto della gara sui più potenti del 2022, ovviamente fuori concorso.

giorgia meloni alla prima della scala 2022. EMMANUEL MACRON SANNA MARIN LE PEN MELONIsanna marinMELONI LE PEN 56giorgia meloni alla prima della scala 2022 2GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON MEMEGIORGIA MELONI EMMANUEL MACRONEMMANUEL MACRON GIORGIA MELONI emmanuel macron giorgia meloni by edoardo baraldi andrea giambruno e giorgia meloni alla prima della scala 2022