DAGOREPORT – NEL NOME DEL FIGLIUOLO: MELONI IMPONE IL GENERALE ALLA VICEDIREZIONE DELL’AISE.…
Giovanna Vitale per la Repubblica - Roma
Neanche l' operazione stadio della Roma, che nelle intenzioni dei vertici del Movimento avrebbe dovuto rilanciare l' immagine di Virginia Raggi facendole riguadagnare quel gradimento perso per strada dal giorno delle elezioni fino a oggi, è riuscito a smuovere il giudizio negativo che ormai la maggioranza dei romani nutre nei confronti della sindaca.
Quasi il 70% dei cittadini dell' Urbe dichiara infatti di non apprezzare il suo operato, contro un risicato 22% che invece continua ad avere fiducia nelle sue capacità di governare la capitale d' Italia.
Una erosione costante e progressiva del consenso, trainata dal forte scontento che monta anche tra gli elettori grillini, quelli che a giugno tinsero di giallo 12 municipi su 14 e consentirono alla candidata Cinquestelle di entrare in Campidoglio con una percentuale mai registrata prima.
A neanche nove mesi dal trionfo, circa il 40% di chi allora votò la candidata Raggi non apprezza quanto fatto sinora, mentre quasi il 52% si mostra ancora fiducioso, con una percentuale di indecisi tuttavia in netta flessione, segno che chi prima aveva sospeso il giudizio in attesa dei risultati (che però faticano ad arrivare) ha virato sul negativo.
È quanto emerge dal sondaggio effettuato dalla società di rilevazione Izi su un totale di 1.048 interviste condotte fra il 3 e il 6 marzo. Laddove emerge che, appunto, a bocciare la sindaca 5S sono ormai il 67,2% dei romani, poco meno di 7 su 10, con il 39,4% di grillini che condividono questo sentimento diffuso in città.
Tant' e che se si rivotasse oggi Virginia Raggi raccoglierebbe appena il 17,2 per cento dei voti, contro il 35,2 registrato al primo turno delle ultime amministrative: esattamente la metà di quanto incassato appena nove mesi fa e piuttosto in fretta dilapidato.
Per rendersene conto, d' altra parte, basta fare l' elenco degli elettori pentiti: da Cesare Romiti a Fiorella Mannoia, si fa ogni giorno piu lunga la lista di chi, dopo averla vista all' opera, dichiara che non rifarebbe più quella scelta.
«Ciò che più colpisce - spiega l' ad di Izi Giacomo Spaini - è la costanza con cui cala non solo il gradimento nei suoi confronti, ma pure lo sgradimento, dovuto in gran parte al fatto che a scendere di molto è la percentuale di indecisi fra gli elettori grillini: significa che chi a novembre, data della nostra ultima rilevazione, era ancora incerto e perciò determinato a concedere ancora tempo alla Raggi, oggi - di fronte a una città ancora sporca, piena di buche, coi trasporti mal funzionanti, le società che continuano a macinare debito e la paralisi nei municipi che penalizzano i servizi, ha perso la pazienza».
In più, osserva Spaini, «l' effetto stadio non c' è stato. E questo ha sorpreso anche noi. Evidentemente questa operazione, spacciata come un grande successo politico dei Cinquestelle, non è stata vissuta dalla città come qualcosa in grado di migliorare la qualità della vita».
È il confronto con i sondaggi precedenti a fotografare la frana: nel novembre scorso, dopo 5 mesi di governo, un terzo dei romani giudicava ancora bene l' operato della Raggi (il 30,6%), oggi solo uno su quattro (il 21,9); mentre il 59,3 sosteneva che stava facendo male, contro il 67,2 di oggi.
Negli ultimi quattro mesi, dunque, la percentuale di giudizi negativi ha subito un' impennata di 7,6 punti (quasi 2 al mese) e i giudizi positivi sono calati del 5,6%.
Mesi durante i quali è accaduto di tutto: l' arresto per corruzione del braccio destro Raffaele Marra, il commissariamento della giunta per mano di Grillo- Casaleggio, l' avviso di garanzia notificato alla sindaca e le drammatiche dimissioni di Paolo Berdini. Una slavina che he la marcia indietro sullo stadio non è riuscita ad arginare.
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