DAGOREPORT – UN "BISCIONE", TANTE SERPI! GLI AVVERSARI DI BIANCA BERLINGUER A MEDIASET LAVORANO PER…
Andrea Arzilli per il “Corriere della Sera”
È stata Virginia Raggi, con un post su Facebook, ad annunciare di essere stata sentita ieri in Procura a Roma per la vicenda delle consulenze avute come avvocato dalla Asl di Civitavecchia, quando era consigliere comunale. «Ho chiarito tutto» ha scritto. Sarebbe stata sentita come indagata, il suo nome iscritto come atto dovuto, ma la Procura sarebbe pronta a chiedere l' archiviazione. «Ho piena fiducia nel lavoro della magistratura» ha concluso.
La sua giornata era stata caratterizzata dai dubbi sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024. Una decisione non è stata ancora presa. Ma la frase - «noi siamo coerenti» - pronunciata ieri dalla stessa Raggi a Montecitorio dopo l' incontro con la presidente della Camera, Laura Boldrini, rimette fortemente in discussione la possibilità di un cambio di passo rispetto a quanto era stato detto in campagna elettorale.
Daniele Frongia, vicesindaco con delega strategica allo Sport, punto di contatto dell' amministrazione con il Coni di Giovanni Malagò e il Comitato promotore di Luca di Montezemolo, si è schierato con la sindaca: «Le Olimpiadi - ha detto - non erano nel nostro programma elettorale e non compaiono neanche nelle linee programmatiche: non erano una priorità prima e non lo sono nemmeno ora».
Il riferimento è alla scelta di non inserire la candidatura olimpica nelle linee guida depositate giovedì sera dopo una giunta terminata in notturna.
Decisione che di fatto avrebbe scompaginato la gerarchia delle priorità di intervento per la città (l' emergenza rifiuti, i trasporti, la trasparenza) annunciate agli elettori romani. Una scelta politica, dunque. Ma sul piano pratico il dialogo inter-istituzionale sulla candidatura registra addirittura un salto di qualità.
ROBERTA LOMBARDI - FABIO MASSIMO CASTALDO - VIRGINIA RAGGI - PAOLA TAVERNA - GIANLUCA PERILLI
Dal «no» di principio si è entrati nel merito del dossier con una serie di incontri tenuti da Diana Bianchedi, coordinatrice del progetto Roma 2024, con i tecnici del Comune: coperture finanziarie, location delle strutture, eventuale strategia logistica e benefici per la città. Ed è arrivato sul tavolo della giunta: il tema della costruzione del villaggio olimpico ha animato la discussione tra chi non disdegna l' area indicata dal dossier, Tor Vergata, a patto di una garanzia anti speculazione; e chi invece propone la zona dell' ex aeroporto di Roma Urbe.
«Non vi è chiarezza sugli interventi che si vanno a fare e soprattutto sul rispetto dei budget», ha detto il presidente dell' Assemblea capitolina Marcello De Vito.
Lunedì la conferenza dei capigruppo potrebbe mettere in calendario la mozione referendum presentata da Stefano Fassina. Per questo Frongia cerca di dosare contatti e parole a fronte del pressing del Coni che ha nel secondo step davanti al Cio (a Losanna 7 ottobre) un passaggio inaffrontabile senza il sì di Raggi: «Da lì non si scappa», dice Malagò.
Lunedì la comitiva azzurra in partenza per i Giochi di Rio (277 atleti in totale, Roma con 37 è la città più rappresentata) sarà accolta in Campidoglio da Frongia anche se l' invito a Malagò porta la firma di Raggi. Di contro, il Coni ha invitato il Campidoglio a Rio per l' inaugurazione di Casa Italia il 3 agosto, ma ancora non si sa chi andrà. «Io no - ha detto Frongia -. Per quel che riguarda il Comune chiariremo tutto la prossima settimana».
2. IL CASO TAVERNA
Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”
«La Raggi? Prima cade e meglio è». La frase, pesante come una pietra tombale, sarebbe stata pronunciata da Paola Taverna. Secondo l' Unità , la senatrice del Movimento 5 Stelle l' avrebbe detta durante un colloquio alla buvette di Palazzo Madama, che viene descritto come scherzoso e animato, con alcuni senatori leghisti, tra i quali il capogruppo Gian Marco Centinaio.
La smentita della Taverna è furente. La senatrice non fa comunicati pubblici, ma alza il telefono e fa diverse chiamate. Minaccia: «Querelo tutti, non vi azzardate a scrivere questa cosa, che è falsa». Chiama anche Centinaio, chiedendogli se è lui la fonte e invitandolo a smentire.
Il capogruppo, che nega di essere l' autore della soffiata, non rilascia nessuna dichiarazione ufficiale, né di smentita né di conferma. Ma tra i leghisti presenti in buvette arriva una conferma delle parole, pur mitigate dal tono «scherzoso», da battuta. Centinaio avrebbe provocato la senatrice su parentopoli: «Mi sembra che teniate famiglia pure voi».
Risposta della Taverna: «Lascia fare. E poi tanto, Virginia prima cade e meglio è».
Controreplica del leghista, allettato dalla battuta: «Perché dici questo?». E lei: «Vedrai che casini verranno fuori». La Taverna è nel mini direttorio che dovrebbe aiutare (e controllare) il sindaco Raggi.
Organismo che ha già fatto parlare di sé, per non poche liti e divergenze di opinioni, che hanno riguardato innanzitutto Roberta Lombardi. Ma i dissapori, a cominciare dalla nomina poi revocata a capo di gabinetto di Daniele Frongia, avrebbero coinvolto anche la Taverna. Decisamente poco in sintonia con il neosindaco su diverse scelte.
Che la Taverna, ruspante e schietta, sia soggetta a qualche uscita fuori dalle righe è noto. Prima delle elezioni disse a Radio Cusano: «A Roma potrebbe essere in corso un complotto per far vincere il Movimento e farci fare brutta figura».
Alla stessa radio, lei reduce da un cammino neocatecumenale decennale, disse che «l' azione rivoluzionaria di Gesù Cristo è vicina alla nostra». Durante un comizio sbottò: «A Silvio je sputo in testa». A Tor Sapienza, respinta dai residenti che dicevano di non volere politici, rispose candidamente: «Ma io non sono un esponente politico».
la sindaca virginia raggi (2)TAVERNA
Poetessa, invece, lo è di sicuro. Tra i suoi versi più celebri, ci sono questi, dedicati ai politici: «Le bucie c' hanno le gambe corte / se dice a Roma e forse nell' Italia intera / la verità è qui dietro le porte / le uniche per voi aperte… quelle della patria galera».
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