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AVEVA RAGIONE DRAGHI: ERDOGAN È UN DITTATORE DI CUI ABBIAMO TUTTI BISOGNO – IL “SULTANO” È INDISPENSABILE IN OGNI SCENARIO: LA TURCHIA BLOCCA I MIGRANTI PER CONTO DELL’EUROPA, È UN FORNITORE CRUCIALE DELL’UCRAINA (PUR MANTENENDO I RAPPORTI CON PUTIN) E HA IL SECONDO ESERCITO DELLA NATO – ERDOGAN MANTIENE UNA PRESENZA MILITARE IN LIBIA, SI PONE COME UNICO MEDIATORE POSSIBILE NEL CAUCASO E “CONTROLLA” I TERRORISTI DI HAMAS (AVENDOGLI DATO SOLDI E PROTEZIONE, È L’UNICO INSIEME AL QATARINO AL THANI CHE PUÒ GESTIRLI)
Traduzione di un estratto dell'articolo di Gonul Tol per il “New York Times”
RECEP TAYYIP ERDOGAN DONALD TRUMP
A settembre, pochi giorni dopo che decine di migliaia di turchi erano scesi in strada per protestare contro l’ennesima stretta del presidente Recep Tayyip Erdogan sui suoi oppositori politici e contro un’economia in crisi, Erdogan sorrideva accanto al presidente Trump alla Casa Bianca.
Il prezzo di quell’incontro tanto agognato era stato alto: nei giorni precedenti si era parlato di nuovi acquisti turchi di aerei Boeing e F-16, e Ankara aveva annunciato la cancellazione di ulteriori dazi sui beni statunitensi e la firma di un accordo ventennale per l’acquisto di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti.
Ma per Erdogan ne valeva certamente la pena: le sue alleanze di politica estera — soprattutto con l’Occidente — gli hanno fornito la copertura politica e la linfa economica necessarie per consolidare il suo potere proprio mentre smantella gli ultimi pilastri rimasti della democrazia turca.
Le foto di Erdogan con il presidente degli Stati Uniti erano un trofeo particolare, e mandavano un messaggio potente in patria.
ISTANBUL - PROTESTE CONTRO L'ARRESTO DI EKREM IMAMOGLU
Lo stesso vale per le immagini della scorsa settimana, che lo ritraggono mentre stringe la mano al cancelliere tedesco Friedrich Merz e al primo ministro britannico Keir Starmer.
È un’epoca di realpolitik, e il mondo è disposto a fare affari con uomini forti “utili” come Erdogan — anche se ciò rende infinitamente più difficile la lotta delle voci pro-democrazia in Turchia e altrove.
donald trump incontra Recep Tayyip Erdogan
A marzo, la polizia turca ha arrestato Ekrem Imamoglu, sindaco di Istanbul e principale rivale di Erdogan, insieme a molti dei suoi collaboratori, con accuse di corruzione e terrorismo.
Le enormi proteste che ne sono seguite hanno fatto pensare che, dopo oltre vent’anni al potere, Erdogan avesse finalmente esagerato.
Ma mesi dopo, più di dieci sindaci del principale partito d’opposizione, il Partito Popolare Repubblicano (C.H.P.), incluso Imamoglu, restano in carcere […].
keir starmer recep tayyip erdogan
Con sorpresa di molti, le proteste continuano, ma Erdogan non mostra alcuna preoccupazione.
Al contrario, ha intensificato la repressione: un tribunale turco ha emesso di recente un altro mandato d’arresto per Imamoglu, questa volta con l’accusa di “spionaggio politico”.
[…] Gli elettori scontenti inflissero a Erdogan un duro colpo alle elezioni municipali del 2019, quando il suo partito perse molte grandi città. Con la popolarità in calo e l’economia in difficoltà, Erdogan ha puntato sulla politica estera per ottenere sia denaro che credibilità, scommettendo sul fatto che l’importanza strategica della Turchia avrebbe garantito, se non il silenzio, almeno un’accettazione riluttante.
ABDEL HAMID DBEIBAH RECEP TAYYIP ERDOGAN
Aveva buone ragioni per crederlo. All’inizio del 2016, l’Unione Europea — disperata di frenare l’afflusso di rifugiati dalla Siria — aveva stretto un accordo migratorio con la Turchia.
Il blocco aveva promesso 6 miliardi di euro per l’assistenza ai rifugiati e, l’autunno precedente, aveva persino rinviato un duro rapporto sui diritti umani per tenere Erdogan al tavolo. Quel patto gli mostrò ciò che doveva sapere: se la Turchia avesse servito gli interessi europei, l’Europa avrebbe distolto lo sguardo.
RECEP TAYYIP ERDOGAN E VLADIMIR PUTIN AD ASTANA
Da allora, il valore strategico della Turchia è solo aumentato. Dopo l’invasione russa su vasta scala dell’Ucraina nel 2022, Erdogan ha mantenuto aperti i canali sia con Mosca che con Kiev, mentre rafforzava la cooperazione con i governi occidentali.
Le aziende turche della difesa sono diventate fornitori cruciali per l’Ucraina. Un impianto di munizioni in Texas, inaugurato l’anno scorso, utilizza linee di produzione costruite in Turchia — assemblate in loco da tecnici turchi — e dovrebbe fornire circa un terzo dell’obiettivo produttivo del Pentagono.
La guerra in Ucraina ha anche accelerato la spinta europea a rafforzare la propria capacità di difesa, un’esigenza rafforzata dal ritorno di Trump alla Casa Bianca e dai rinnovati dubbi sull’impegno statunitense nella NATO. Anche qui la Turchia è fondamentale. A giugno, l’Alto rappresentante dell’Ue, Kaja Kallas, ha annunciato l’inclusione di Ankara nella nuova iniziativa SAFE, che offre accesso a finanziamenti e programmi di approvvigionamento congiunto nel settore della difesa.
E solo la settimana scorsa, mentre i procuratori turchi accusavano Imamoglu di spiare indirettamente per l’intelligence britannica, Starmer ha siglato ad Ankara la vendita di caccia Eurofighter alla Turchia, durante un incontro con Erdogan. Pochi giorni dopo, Merz si è recato a sua volta in Turchia, affermando che “non c’è alternativa a una buona e più profonda partnership”.
La Turchia mantiene migliaia di truppe in Siria — dove preservare la stabilità è cruciale per l’Europa per evitare un nuovo afflusso di rifugiati — e una presenza militare in Libia […]. Nel Caucaso meridionale, corridoio vitale per i commerci e i trasporti europei, molti governi del continente guardano oggi ad Ankara come al mediatore più capace di spingere l’Azerbaigian verso una pace duratura con l’Armenia.
erdogan felice mentre bombarda i curdi
Questo approccio pragmatico è il segno dei tempi — un’America transazionale, una Russia aggressiva, un Medio Oriente febbrile. La priorità immediata dell’Europa è la difesa. E la Turchia, con la sua vicinanza alle zone di conflitto, la forza militare e un’industria bellica in espansione, è strategicamente indispensabile.
Ma le nazioni occidentali dovrebbero stare attente a non considerare la democrazia in Turchia un lusso invece che una necessità. I turchi non sono disposti a rinunciare in silenzio al diritto di scegliere i propri leader. Finché continueranno a lottare, Erdogan troverà difficile consolidare il suo dominio […].
la turchia bombarda i curdi in siria
recep tayyip erdogan ebrahim raisi vladimir putin
elezioni turchia 7
ERDOGAN MACRON 1
Sumeyye Erdogan
erdogan con merkel con le stampelle
giorgia meloni con recep tayyip erdogan a sharm el sheikh
putin erdogan - brics
recep tayyip erdogan all onu con le foto delle macerie di gaza 8
recep tayyip erdogan all onu con le foto delle macerie di gaza 6
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