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Di Aldo Fontanarosa per la Repubblica
Per cambiare la sua informazione regionale, la Rai pensa ad un telegiornale "meridionale e meridionalista", in onda da Napoli e visibile in tutta Italia. Pensa a dislocare almeno un cronista - con forti capacità multimediali - in ognuno dei 118 capoluoghi di provincia. E pensa di creare dei super governatori. Cinque, per la precisione. Saranno manager dai grandi poteri che controlleranno le cinque macro aree in cui la tv di Stato divide l'Italia.
Il nuovo assetto della televisione pubblica viene delineato nel Piano di riforma che Carlo Verdelli, direttore editoriale per l'Offerta informativa, sottoporrà il 22 dicembre al giudizio dei consiglieri di amministrazione. Il Piano non si limita a tratteggiare la riorganizzazione delle news (nazionali ed anche locali; ne ha scritto L'Espresso il 27 novembre). A sorpresa, introduce anche questa novità assoluta delle 5 macro aree e dei 5 super governatori, che avranno voce in capitolo su tutte le strutture, le attrezzature e le persone impiegate nei loro territori, sia per lo spettacolo sia per l'informazione.
In questo nuovo schema, le 21 storiche sedi regionali resteranno in piedi (anche perché sono previste dalla legge Gasparri). Avranno però un peso molto minore. Scenderanno di un gradino, al punto che non saranno più guidate da un direttore di sede, ma da un dirigente con mere funzioni di coordinatore.
Ecco, dunque, le cinque macro aree. L'area Nord Ovest comprenderà la Liguria, la Valle D'Aosta, il Piemonte e - a sorpresa - la Sardegna (con Torino come Centro di produzione di riferimento). L'area Nord Est avrà sotto di sé il Friuli, il Trentino, il Veneto e la Lombardia (Centro di produzione Milano). L'area Centro Nord raggrupperà Emilia, Marche, Umbria e Toscana (Centro di produzione Bologna). Nell'area Centro Sud ci saranno Lazio, Abruzzo, Molise e la lontanissima Puglia (Roma il Centro di produzione di riferimento). Chiude l'elenco l'area Sud che unirà Sicilia, Calabria, Basilicata e Campania (nel Centro di produzione di Napoli sarà assemblato un "Tg Sud" che andrà in onda sulla Terza Rete, in tutto il Paese, dopo le 14:20).
Il Piano dice che ogni macro area "riorganizza e concentra la burocrazia amministrativa e la gestione dei mezzi pesanti di produzione". Sono previsti, poi, "accorpamenti degli uffici anche nell'ottica della razionalizzazione del personale che supporta" i singoli telegiornali regionali.
La testata giornalistica TgR - che oggi confeziona tutti i telegiornali regionali - confluirà nel nuovo contenitore Newsroom Italia. Dentro questo contenitore ci saranno anche il canale RaiNews24 e infine Rai Italy. È un canale informativo in lingua inglese, nuovo di zecca. Qui, tra le altre cose, saranno lavorati tutti i contenuti della tv di Stato che potranno interessare all'estero. Il Piano cita lo scoop dell'intervista al presidente turco Erdogan (a giugno 2016) come un'occasione mancata, nel senso che era "troppo italiana" per essere venduta a emittenti straniere.
Il contenitore generale Newsroom Italia avrà un mega direttore giornalistico, che seguirà in prima battuta RaiNews24. Sotto di lui, opererà un condirettore o un vicedirettore "in prima" (sistemato a capo delle news regionali, della nuova TgR). L'intera informazione delle cinque macro area verrà affidata a cinque vice direttori. Nelle 21 sedi regionali il comando sarà nelle mani di un capo redattore.
Ogni sede regionale avrà almeno 15 giornalisti. Una parte di questi sarà schierata nei capoluoghi di provincia come "redattore multimediale territoriale". La Sardegna - per fare un esempio - avrà sette redattori territoriali (ad Olbia, Nuoro, Oristano, Tortolì, più tre a Sassari). In Emilia queste sentinelle locali presidieranno Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Ravenna e Forlì.
Oltre alle 21 sedi regionali, resteranno in vita "alcune sedi distaccate" come Sassari, Catania e Udine, considerate strategiche. Ma in una logica di contenimento delle spese, sarà chiusa l'edizione della mezzanotte di tutti i telegiornali regionali che costa molto anche come straordinari (risparmio stimato 3 milioni di euro).
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