DAGOREPORT – NEL NOME DEL FIGLIUOLO: MELONI IMPONE IL GENERALE ALLA VICEDIREZIONE DELL’AISE.…
Alessandro Oppes per “la Repubblica”
Qui non c’è bisogno di inventarsi i late night per tirar tardi. La normale programmazione televisiva rovina il sonno alla maggior parte degli spagnoli già all’ora del prime time. Che è talmente elastico da sforare i limiti del senso comune, ben oltre la mezzanotte. Ogni giorno, all’ora in cui l’Europa va a dormire, in Spagna si raggiungono i picchi massimi di audience. E lasciamo stare i casi di Paesi come il Belgio e la Germania, in cui la prima serata si conclude intorno alle 21,30.
Il confronto è improponibile anche con Francia e Italia, persino Portogallo, dove i programmi più seguiti finiscono tra le dieci e mezza e le undici di sera. Nella patria di quella che un tempo fu la movida, gli eccessi ora hanno le sembianze di uno schermo acceso a oltranza tra le mura domestiche. Quando nel resto del continente gli apparecchi sono ormai spenti, in Spagna ci si siede davanti alla tv, di solito alle 22,30, a seguire reality, film, dibattiti politici o serie di successo, che raggiungono il cosiddetto minuto de oro — il top dell’audience e anche degli introiti pubblicitari — intorno alle 23,15.
Si tratta di abitudini ormai consolidate nel tempo, legate allo stile di vita del tutto anomalo degli spagnoli, in parte conseguenza di un fuso orario che non corrisponde alla posizione geografica del Paese, che si trova all’altezza del meridiano di Greenwich e invece ha la stessa ora dell’Europa centrale. Curiosa situazione frutto di una scelta politica adottata nel maggio 1942 da Francisco Franco per compiacere Adolf Hitler e segnare un solco anche “temporale” con Winston Churchill.
Da qui, una vita completamente sfasata: uffici che chiudono tardi, cena non prima delle 21, orario in cui cominciano la maggior parte dei telegiornali. E così tutto il resto slitta sino a notte fonda. Anche perché in molti casi i programmi hanno una durata fiume di quattro ore o anche più, e mandano in onda i titoli di coda solo alle 2,30 del mattino.
La conseguenza è che, in Spagna, si dorme in media ogni notte 53 minuti in meno rispetto al resto d’Europa, con inevitabile pregiudizio per la salute dei cittadini. Perciò il Ministero della Sanità ha chiesto alle reti televisive di fare uno sforzo per modificare questa situazione.
L’unica a raccogliere in parte l’invito è stata sinora l’emittente pubblica, Tve, che ha deciso di anticipare alle 22 l’inizio dei programmi di prima serata, che si concludono prima di mezzanotte. Niente da fare, invece, per le tv commerciali, impegnate in una spietata guerra per l’audience che contrappone i due grandi gruppi Mediaset España, controllato da Berlusconi, e Atresmedia, dell’editore Planeta. Finché il pubblico continua ad apprezzare le lunghe notti televisive, non pensano di modificare la programmazione.
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