"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……
Antonella Rampino per “la Stampa”
Si terrà oggi pomeriggio la riunione del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, «come previsto dalla legge, tanto che avvengono con una certa regolarità» spiega un’alta fonte istituzionale: Palazzo Chigi conferma l’appuntamento fissato come sempre in questi casi sull’agenda del premier Renzi, del sottosegretario di Palazzo Chigi con delega ai servizi Marco Minniti, dei ministri degli Esteri Mogherini, della Difesa Pinotti, dell’Interno Alfano, della Giustizia Orlando e dello Sviluppo economico Guidi.
Segretario delle riunioni è sempre il direttore del Dis, l’ambasciatore Giampiero Massolo che arriverà a Roma da Washington giusto stamattina. Di certo di questa riunione sarà interessante la discussione. Già lo scorso 12 luglio, nella lunga intervista a Mario Calabresi e nel sonoro silenzio di altre istituzioni, Giorgio Napolitano aveva lanciato l’allarme: «Attenti ai focolai che ci circondano», «il semestre a guida italiana dovrà occuparsi delle numerose instabilità ai confini dell’Europa», indicando anche il rischio di «conseguenze imprevedibili» che avrebbe portato invadere Gaza.
Le cose, come sappiamo, in Palestina sono andate anche oltre, e ieri il presidente è tornato a indicare il rischio delle crisi aperte da Gaza all’Iraq, dalla Siria alla Libia, all’Ucraina: in una parola, a un passo da casa. Non solo i temi saranno affrontati dalla riunione di oggi, soprattutto Napolitano è tornato sul punto con particolare incisività durante la cerimonia cosiddetta «del ventaglio», e poi in un colloquio con Matteo Renzi al Colle ieri pomeriggio che (come anticipato dalla Stampa) ha affrontato anche il dettaglio delle nomine in Europa, e intenzioni e strategie che il governo dovrà mettere in campo.
Il ragionamento di Napolitano è che «il tessuto delle relazioni internazionali, decisivo per garantire pace e sicurezza, è in una fase di drammaticità e violenza». Italia ed Europa sono esposte «ai contraccolpi» delle tensioni e tragedie, tra le quali spiccano «i tanti incolpevoli e inermi uccisi nei bombardamenti su Gaza in una spirale di uso indiscriminato della forza» di cui certo fa parte innegabilmente anche «il fittissimo lancio di missili su Israele».
Ma l’Europa sin qui è come stata avvolta in un torpore, «non c’è ancora consapevolezza della dimensione di questi fenomeni», compreso il «brusco deteriorarsi» dei rapporti di Ue e Usa con la Russia. A maggior ragione dunque serve un «rilancio» della Pesc, della politica estera e di sicurezza europea, ruolo al quale «l’Italia si considera in grado di concorrere con una sua personalità».
Il formalismo apparente di questa formulazione contiene distanza ma anche stima che Napolitano nutre per Mogherini, e insieme la necessità che non si dia per scontata la nomina (che infatti non ha passato il vaglio del Consiglio europeo del 16 luglio) e che si metta in campo una strategia adeguata. Assieme all’analisi dei teatri di crisi, e a un report sul recente viaggio in Africa di Renzi, al centro del colloquio col presidente del Consiglio c’era l’analisi di come l’Italia si muove nella complessa partita europea.
Dopo l’Economist che suggeriva di cambiare cavallo e puntare su Emma Bonino o Carl Scmidt, l’autorevole quotidiano economico francese Les Echos pur non mettendo in dubbio le qualità di Mogherini (per quanto «russofila» e «con poca esperienza») ha ieri puntato il dito contro «la mancanza di tattica di Renzi (aggravata dalla sua decisa opposizione al suo ex rivale Enrico Letta) e la gestione erratica delle alleanze in Europa».
EMMA BONINO A SHARM EL SHEIK 2
Napolitano dunque ha «sondato» i prossimi passi del premier. Seguendo del resto i dossier di politica estera con estrema attenzione e molti contatti diretti. «Il presidente del resto ha numerosi “colleghi” in Europa e nel mondo con i quali intrattiene oltre che rapporti di stima anche di amicizia personale» ci fa notare un’alta fonte istituzionale.
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