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“ME LO ASPETTAVO, DIETRO LA DECISIONE CI SONO MOTIVAZIONI POLITICHE” - IL GOVERNATORE DEL VENETO LUCA ZAIA E' DELUSO PER LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE CHE GLI IMPEDISCE DI RIPRESENTARSI. LA LEGA FISSA LE CONDIZIONI CON FRATELLI D’ITALIA: “IL VENETO DEVE RESTARE A NOI” - SUL TAVOLO ALTRI DUE NODI DA SCIOGLIERE: LA PROROGA PER CONSENTIRE A ZAIA DI INAUGURARE LE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA (MA CI SONO CONTRASTI NORMATIVI) E IL FUTURO DEL "DOGE" CHE SEMBRA IL CANDIDATO IDEALE A SINDACO DI VENEZIA…
Cesare Zapperi per corriere.it - Estratti
Al rientro a casa dai bagni di folla e dai selfie del Vinitaly Luca Zaia si ritrova a bere l’amaro calice della sentenza della Corte costituzionale che, bocciando un terzo mandato al collega campano Vincenzo De Luca, pare mettere davvero una pietra tombale sull’ipotesi di continuare a governare il Veneto (per quella che, in realtà, sarebbe la quarta esperienza).
Non è stata una sorpresa. «Me lo aspettavo» confida a chi gli sta vicino. Fosse per scaramanzia o per il malcelato sospetto di una decisione ad hoc dei giudici, il presidente leghista da tempo andava dicendo che non si aspettava buone notizie da Roma. Perché lo stop, in fondo, faceva comodo ad entrambi gli schieramenti alle prese con governatori «ingombranti».
MATTEO SALVINI - LUCA ZAIA - FOTO LAPRESSE
Ma subito, a scanso di equivoci, il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari mette le mani avanti: «Per noi resta la questione politica: il Veneto deve rimanere alla Lega». E chissà cosa ne penseranno gli alleati. A caldo, invece, Zaia evita dichiarazioni volanti e preferisce affidare il suo pensiero ad una nota più meditata. Ma le parole che usa sono appuntite. Per il Doge «è evidente che dietro certe posizioni, e dietro la normativa in vigore, si celano motivazioni politiche. Appare come l’unico strumento per impedire ad alcuni candidati di ripresentarsi».
Secondo Zaia non si capisce perché certe cariche (parlamentari e ministri) non prevedano limiti mentre altre sì (governatori e sindaci). E questo sarebbe, parole sue, «un insulto all’intelligenza dei cittadini» perché in qualche caso amministratori incapaci o non amati sono stati bocciati ai seggi anche dopo un solo mandato.
vinitaly 2025 - francesco lollobrigida luca zaia e damiano tommasi
«È la prova che il tema del potere non ha nulla a che vedere con il limite dei mandati - spiega la nota diffusa in serata - Utilizzarlo come giustificazione è strumentale e, francamente, inaccettabile. La verità è che siamo davanti a un sistema ipocrita che caratterizza questo Paese». Al di là del comunicato emesso dalla Corte, bisognerà attendere il dispositivo per capire la reale portata della sentenza. Ma da quel che si capisce in un passaggio specifico, i giudici avrebbero implicitamente stabilito che anche la legge del Veneto del 2012 era incostituzionale e che quindi Zaia non avrebbe potuto candidarsi già nel 2020.
matteo salvini federico sboarina giorgia meloni luca zaia
Se davvero la questione nuovo mandato è chiusa, sul tavolo restano due nodi da sciogliere. Il primo è quello di quando terminerà l’esperienza in corso. Salvini ha auspicato una proroga alla primavera prossima per consentire a Zaia di inaugurare le Olimpiadi di Milano-Cortina (ma pare ci siano contrasti normativi). Il secondo è il futuro del Doge. Con quell’appellativo, sembrerebbe il candidato ideale a sindaco di Venezia. Ma se la Lega rivendica la Regione, è difficile che FdI conceda anche il capoluogo ad un leghista.
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