RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria per “La Stampa”
giorgia meloni giancarlo giorgetti
Tremila miliardi di euro. Il debito pubblico italiano potrebbe passare questa soglia entro la fine dell'estate. A giugno, secondo gli ultimi dati di Banca d'Italia, si è toccata quota 2.948,5 miliardi, con una crescita di 30,3 miliardi rispetto al mese precedente.
Una crescita, spiegano gli esperti di Palazzo Koch, che «riflette il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (15,3 miliardi), la crescita delle disponibilità liquide del Tesoro (13,5 miliardi, a 45,4), nonché l'effetto degli scarti e dei premi all'emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione dei tassi di cambio (1,4 miliardi)».
Il governo non commenta, le opposizioni attaccano, il sentiero per la prossima legge di Bilancio si restringe proprio mentre la spesa, compresa quella per le pensioni, sale. «Inarrestabile», dice Antonio Misiani, responsabile economico del Pd in riferimento alle dinamiche dell'indebitamento.
[…] Positivo è il sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante, secondo cui «i dati di Bankitalia confermano l'efficacia delle ricette del governo», parlando delle entrate fiscali in aumento. La gelata di Ferragosto non è tanto quella meteorologica, bensì quella dei conti pubblici.
Come rilevato da Banca d'Italia, lo stock dell'indebitamento italiano continua a salire. «Il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 30,4 miliardi», spiega la nota. In calo di 100 milioni quelle delle amministrazioni locali, invariato quello degli enti di previdenza.
La nota positiva a giugno le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 42 miliardi, in aumento del 9,9 per cento (3,8 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2023. Nel primo semestre del 2024 le entrate tributarie sono state pari a 248,8 miliardi, in aumento del 7,5 per cento (17,5 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Risorse che potranno essere utili in fase di redazione della manovra per il 2025, la cui discussione è già iniziata e prevede di essere intorno ai 24/25 miliardi di euro.
giancarlo giorgetti giorgia meloni
Il debito pubblico del Paese aveva superato i 2.800 miliardi ad aprile del 2023 mentre la soglia dei 2.700 miliardi era stata sorpassata nel luglio del 2021. Secondo le stime del governo indicate nel Documento di economia e finanza (Def), il debito italiano era destinato a superare i 3mila miliardi di euro l'anno prossimo.
A conti fatti, con questo ritmo, è possibile che ci sia una revisione delle previsioni. Negli ultimi 12 mesi l'aumento del debito è stato di 91,5 miliardi, con una dinamica costante da novembre a oggi. Il rapporto debito pubblico/Pil, sempre secondo il Def, chiuderà l'anno al 137,8% del Pil e salirà per avvicinarsi al 140% nei prossimi anni (per il 2027 la stima è 139,6%).
maurizio leo - giancarlo giorgetti
A preoccupare gli analisti, così come le opposizioni, c'è poi il capitolo relativo ai costi passivi. Nel 2023 l'Italia ha speso circa 78,6 miliardi di euro per rimborsare gli interessi sul debito pubblico (il 3,8% del Pil). E il governo nella nota di aggiornamento al Def prevede che questa spesa rispetto al Pil salirà al 3,9% quest'anno, al 4% nel 2025, al 4,1% nel 2026 e al 4,4% nel 2027. Cifre che potrebbero incidere sulle prossime leggi di Bilancio.
[…]
Il percorso che porterà alla presentazione alla Commissione Ue la prossima legge di Bilancio si preannuncia lunga, con coperture ridotte e con un clima sui mercati finanziari che potrebbe essere precario. La grana del debito, inoltre, potrebbe anche avere un impatto sulle agenzie di rating, che in autunno (fra il 18 ottobre e il 22 novembre) dovranno aggiornare il loro giudizio sul Paese.
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