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REGNO UNITO DI PAURA – PERICOLO BREXIT, ANCHE I LABURISTI DI CORBYN SI SCHIERANO UFFICIALMENTE PER IL “REMAIN” – LA MAGGIORANZA DEI BRITANNICI E DEI LEADER POLITICI VUOLE RESTARE, MA A VOTARE CI ANDRANNO IN MASSA GLI ARRABBIATI: CON UNA BASSA AFFLUENZA SI RISCHIA GROSSO

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Caterina Soffici per il “Fatto Quotidiano”

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Sor tentenna Jeremy Corbyn ha rotto gli indugi e si è schierato con il fronte del Remain, cioè di quelli che vogliono mantenere il Regno Unito nell' Unione europea. Il capo dell' opposizione laburista si è espresso ieri contro la Brexit e ha ricordato quanto di positivo è stato fatto dalla Ue per la difesa dei lavoratori, dei consumatori e dell' ambiente.

 

L' ambiguità del leader laburista verso l' Unione è comprensibile: in primis perché così va a dare una mano al suo avversario politico, il premier conservatore Cameron, che deve fronteggiare l' ala euroscettica dentro il partito in vista del referendum del 23 giugno. E in secondo luogo perché i laburisti duri e puri hanno sempre visto in Bruxelles la lunga mano della finanza e considerano la Ue un' istituzione antidemocratica, dominata dall' ideologia neoliberista e dagli interessi delle multinazionali.

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Corbyn ha detto sì alla Ue con molti distinguo. "Io e altri siamo stati e restiamo molto critici sui difetti della Ue, quindi l' Europa deve cambiare. Ma questo cambiamento può avvenire solo lavorando con i nostri alleati all' interno dell' Ue". Ma ormai il partito laburista è schierato ufficialmente accanto a quello conservatore sul fronte del Remain.

 

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È la prima buona notizia per Cameron da settimane (dalla presentazione del budget fino allo scandalo dei Panama Papers) e si capisce che abbia accolto con un certo entusiasmo l' aiuto di Corbyn. "Ci dividono molte cose ma entrambi sosteniamo la permanenza in una Ue riformata", ha detto, salutando il fronte trasversale che va dai Laburisti, Libdem, Verdi e Tory.

 

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E così si arriva al paradosso in cui i principali partiti, i loro leader e la maggioranza della popolazione è per rimanere. Ma poiché - come spiega una bella analisi dell' FT - andranno a votare soprattutto gli arrabbiati che vogliono uscire, l' astensionismo sarà il vero motore e ago della bilancia. La Gran Bretagna rischia di uscire volendo però rimanere.