
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
marisela federici e silvio berlusconi (3)
Tommaso Labate per Corriere della Sera
«Alla ripresa del dibattito sull’Italicum al Senato diremo che sul premio di maggioranza alla lista, in assenza di altre novità, la nostra posizione rimane quella di dicembre. Quindi, che non siamo d’accordo». Doveva essere una semplice riunione per fare il punto sulla ripresa dei lavori parlamentari. Doveva.
Perché ieri, quando ad Arcore si sono materializzati per pranzo il consigliere politico Giovanni Toti e i capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta, Silvio Berlusconi e i suoi hanno deciso di dare una sterzata nella complicata partita a scacchi con il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Mercoledì arrivano a Palazzo Madama le pregiudiziali di costituzionalità della legge elettorale. E il cammino, agevolato da un dialogo che sembrava in fase avanzata anche sul metodo di selezione del prossimo presidente della Repubblica, pareva in discesa.
il collegio della corte d appello che ha assolto berlusconi al centro enrico tranfa
Ma ieri, forse per ragioni di tattica, l’ex Cavaliere e i suoi hanno invertito la rotta. «Fino a che non ci saranno garanzie sulla clausola di salvaguardia che impedirà all’Italicum di diventare legge prima del 2017, noi rimaniamo fermi ai no detti in precedenza».
berlusconi con gli occhiali per l'uveite
Più d’uno — tra i berlusconiani raggiunti ieri dall’eco della riunione riservata — ha legato lo stop alla nuova legge elettorale alle polemiche sul ritiro della contestata norma salva-Berlusconi.
Anche perché proprio l’ex Cavaliere, davanti ai suoi, ieri s’è abbandonato a un commento stizzito: «Non ne sapevo nulla di quella roba. Certo è singolare che una norma venga ritirata solo perché c’è il sospetto che aiuti anche il sottoscritto». Un modo come un altro per ribadire che «se il governo decide di abbassare le tasse sulla casa non è che poi fa marcia indietro solo perché si scopre che Berlusconi ha tante case…».
silvio berlusconi borsalino giovanni toti 3
Tattica o strategia, norma salva-Berlusconi o meno, Forza Italia — in assenza di segnali da parte di Matteo Renzi — opporrà un muro all’ultima versione dell’Italicum.
Un modo per ricucire la frattura che s’è creata con Raffaele Fitto, spiegano alcuni. Resta il fatto che, in attesa che la scelta del successore di Giorgio Napolitano al Quirinale venga messa in calendario, il patto del Nazareno — nell’ottica dei forzisti — «ha bisogno di un tagliando finale».
Difficile, almeno al momento, prevedere se e quando ci sarà il faccia a faccia tra il premier e l’ex Cavaliere. Quest’ultimo, che arriverà a Roma domani, sta pianificando per la settimana successiva due assemblee con i gruppi parlamentari.
In attesa di un segnale da Palazzo Chigi sulla clausola di salvaguardia sulla legge elettorale, che può sbloccare un risiko che al momento pare di nuovo bloccato.
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