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Liana Milella per ‘La Repubblica’
«Non faccio leggi spot contro la corruzione, sull’onda dell’emergenza, ma una riforma organica e complessiva». Dice così il premier Matteo Renzi. E detta le linee guida del consiglio dei ministri che la prossima settimana, venerdì 13 giugno, riscriverà le regole della lotta alla corruzione.
Un decreto su Expo e sui poteri del commissario Raffaele Cantone, un disegno di legge che avrà come fiore all’occhiello l’idea su cui Renzi sta insistendo ormai da giorni, un Daspo per i politici corrotti, il divieto di partecipare alla vita politica per i condannati per reati di corruzione. Misura costituzionalmente complessa, ancora da mettere a punto e calibrare con estremo rigore, ma che affascina il segretario del Pd.
protesta contro i leader europei attaccati a bombole di gas e petrolio durante il g sette
il pupazzone di matteo renzi protesta a bruxelles durante il g sette
Nello stesso provvedimento le nuove norme sul falso in bilancio, sull’auto- riciclaggio, sull’inasprimento degli strumenti antimafia che il Guardasigilli Andrea Orlando ha ormai pronte già da qualche settimana. Nello stesso consiglio dei ministri sarà approvata la riforma della Pubblica amministrazione. Le due manovre — anti-corruzione e riforma della Pa — vengono ben viste assieme perché remano nella direzione di una macchina trasparente ed efficiente dello Stato.
Intervento stabile, niente emergenza, misure solide e verificate nei minimi dettagli,
questo preme a Renzi. Che ieri non ha avuto dubbi sul rinvio di una settimana anche rispetto a chi premeva per dare invece una risposta immediata ai fatti di Venezia. «Non voglio inseguire i fatti, prendere iniziative sull’onda dell’emergenza, perché comportarsi così non è mai positivo» ha detto Renzi ai suoi, chiedendo il massimo impegno dello studio e nella stesura delle nuove regole, cui sta lavorando il capo dell’ufficio legislativo di palazzo Chigi Antonella Manzione.
renzi harper obama
renzi con merkel cameron van rompuy harper
La manovra anti-corruzione subisce comunque un’innegabile accelerazione
dovuta alle inchieste prima su Expo e adesso sul Mose, ma è motivata soprattutto da un ragionamento del premier, maturato durante i suoi meeting internazionali, sull’immagine dell’Italia, anche in vista del semestre di presidenza della Ue. «Mi sono reso conto che quando qui da noi si riesce ad assestare un colpo ai corrotti, immediatamente migliora l’immagine del nostro Paese».
Per questo Renzi punta molto sul Daspo, mutuato da quello che colpisce i tifosi violenti e che li allontana dagli stadi. È convinto che una simile misura potrà avere un forte impatto internazionale, proprio per la caratura di discontinuità rispetto all’immagine del politico italiano che non si fa mai da parte e che comunque si ricicla nonostante le inchieste giudiziarie.
protesta contro i leader europei attaccati a bombole di gas e petrolio durante il g sette
Considerate le polemiche, e poi le mediazioni necessarie, sulle norme della legge Severino per l’incandidabilità e incompatibilità dei condannati ad oltre due anni di pena, quelle che hanno portato alla decadenza di Berlusconi da senatore, si capisce bene come sul Daspo per i politici corrotti si vada con i piedi di piombo per gli evidenti problemi di costituzionalità che può comportare.
Ugualmente importanti sono i nuovi poteri da affidare al commissario anti-corruzione Raffaele Cantone, dal pieno controllo sugli appalti vecchi e nuovi, con strumenti di accesso e di verifica sui bandi di gara, sulle gare medesime, sui criteri di aggiudicazione, ma anche sulle modifiche progettuali in corso d’opera (se necessarie oppure no) con le relative perizie di variante e l’aumento dei costi originari, ai maggiori mezzi per controllare le stazioni appaltanti, al rispetto delle norme già previste dalla legge Severino sulla corruzione.
il pupazzone di matteo renzi protesta a bruxelles durante il g sette
Proprio la legge Severino, con i patti di integrità sottoscritti al momento del contratto, potrebbe fornire la via per passare alle revoche degli appalti chiacchierati.
Cantone, comunque, avrà i poteri che ha chiesto e che Renzi gli ha promesso quando gli ha affidato l’incarico. Riguarderanno l’Expo di Milano, non certo il Mose e l’inchiesta veneziana.
Infine c’è il capitolo delle norme penali, dal falso in bilancio all’auto-riciclaggio, attese ormai da oltre un decennio dai magistrati dopo le leggi ad personam di Berlusconi. L’approvazione della prossima settimana per entrambe è certa. Un falso in bilancio riportato a un massimo di 5 anni di pena, quindi intercettabile, e un auto-riciclaggio a 8 anni che darà ai magistrati la possibilità di arrestare direttamente i suoi stessi proventi del reato. Resta in sospeso, invece, il nodo della prescrizione, un altro intervento difficile.
Quasi sicuramente non dovrebbe far parte del pacchetto Renzi-Orlando, perché si tratta di una riforma molto più complessa delle altre, perché ci sono più soluzioni possibili, perché il Guardasigilli ha aperto un tavolo con gli avvocati per affrontare la questione e vorrebbe evitare levate di scudi che finiscono negli scioperi della classe forense. Sarebbe
solo un breve rinvio.
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