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Massimo Vanni per "La Repubblica"
La scalata alla segreteria del partito. E poi pure la candidatura-bis a sindaco di Firenze. Protetto dal silenzio stampa che lui stesso si è dato fino a dopodomani, Matteo Renzi riflette sul da farsi. Conferma il suo pronostico sul governo Letta: «Non vedo elezioni dietro l'angolo».
Anzi, tanto per chiarire che lui alle urne proprio non ci crede, convoca la sua maggioranza politica per il 9 settembre, proprio il giorno del voto sulla decadenza di Berlusconi nella giunta del Senato. E avverte i suoi che l'obiettivo ravvicinato resta quello del congresso. Annunciando di essere pronto a fare il segretario e di nuovo il sindaco di Firenze.
«Mi sono convinto che fare il leader nazionale e il sindaco non è incompatibile». Non lo è «a giudicare dal consenso della mia amministrazione comunale». La visibilità nazionale che si è conquistato, ha spiegato più volte, aiuta anzi a risolvere difficili nodi burocratici e a trovare anche le risorse per i progetti avviati.
E adesso che è di nuovo a Palazzo Vecchio il messaggio che consegna ai suoi è proprio questo: se l'obiettivo dell'autunno è la scalata del partito, a primavera «mi ricandido a sindaco da segretario».
Dopodomani sarà dunque sul palco delle feste di Forli e Reggio Emilia: la campagna congressuale è al via. E nella sua agenda c'è già un'altra decina di date. «Certo se il governo Letta deve andare avanti, deve anche fare le cose», riflette il sindaco con i suoi.
Ma l'idea di sovrapporre il ruolo di segretario e di sindaco solleva dubbi. «Vorrei un segretario che si dedicasse a tempo pieno al partito», dice da tempo il governatore toscano Enrico Rossi. Mentre il viceministro dell'economia Stefano Fassina dice alla festa Pd di Firenze: «Deve decidere lui ma io sono abituato a fare un mestiere alla volta».
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