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1. ARRIVA IL TERZO UOMO?
Inizia a complicarsi maledettamente la partita per le Regionali in casa Pd. Il vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini, in una intervista di Adolfo Pappalardo, sul “Mattino”, non si è mostrato affatto entusiasta delle (auto)candidature di Vincenzo De Luca e di Andrea Cozzolino. Anzi a voler essere cattivi, la sua pare, proprio una stroncatura in piena regola con contestuale apertura a un futuro “papa nero”.
E il motivo è semplice: la svolta di centro-centrosinistra, imposta da Matteo Renzi al Pd, è incompatibile con la storia dei due. De Luca a Roma viene visto come uno “sceriffo” facile all'ira e incontrollabile, come dimostra il feeling con le truppe cosentiniane in libera uscita dal centrodestra.
Le tre inchieste in cui è coinvolto (una delle quali si sta avviando a conclusione con una richiesta di condanna avanzata dal pm a 3 anni per peculato) lo rendono per di più assolutamente vulnerabile sotto il profilo della “legge Severino” (Giggino docet). Cozzolino, invece, fa troppo rima con Bassolino, di cui è stato super-assessore alle Attività produttive, e non solo per questioni fonetiche.
L'europarlamentare non piace all'area ex “Margherita” e sconta ancora lo scandalo delle primarie del 2011, per le comunali di Napoli, coi cinesi in fila per votare e le ombre della camorra sui seggi del Pd tra Miano e Secondigliano, roccaforte del clan Lo Russo. Primarie su cui, peraltro, la Dda di Napoli e i carabinieri di Torre Annunziata da mesi stanno indagando.
La data per la competizione interna al Partito democratico continua a slittare, e da Roma si sta lavorando a un nome di garanzia che riesca magari anche a solleticare l'interesse degli “alfanoidi” che con il governatore di centrodestra Stefano Caldoro non riescono proprio ad andare d'accordo.
2. OCCHIO ALL'ORSI
E ora chi glielo dice a Roberto Saviano che uno dei suoi pm di riferimento, citato in “Gomorra” a proposito delle inchieste sulle ecomafie in provincia di Caserta, avrebbe contribuito a truccare una gara per favorire nientemeno che gli uomini vicini a Nicola Cosentino? A fare il nome di Donato Ceglie, ex magistrato della Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), è stato il pentito Giuseppe Valente, ex presidente del Consorzio Caserta4 nel corso del processo per concorso esterno a carico di Nick 'o mericano.
LIBRO DI BASSOLINO FOTO IL MATTINO
Ceglie, già sotto processo per concussione per costrizione, violenza sessuale e calunnia, per aver costretto la moglie di un imprenditore da lui messo sott'inchiesta a rapporti sessuali prospettando una serie di benefici riguardanti il fallimento dell'azienda, ovviamente respinge ogni addebito e, attraverso il suo legale, si riserva di querelare Valente.
“Prima della gara – ha raccontato l'ex manager del consorzio dei rifiuti controllato secondo la Procura dal clan dei Casalesi - ero molto preoccupato del fatto che dovessero vincere gli Orsi (imprenditori legati alla camorra, ndR) in quanto c'era la Covim, azienda che effettuava la raccolta a Mondragone, che era creatura del clan locale dei La Torre e sapevo che sarebbe stata interessata alla gara.
Aveva paura di essere ucciso se avessi escluso la Covim; così Sergio Orsi mi disse di rivolgermi all'allora pm della Procura di Santa Maria Capua Vetere Donato Ceglie, con cui mi fissò un appuntamento. Così incontrai il pm che mi consigliò di inserire nel bando di gara la clausola che prevedeva l'esclusione di aziende che avessero contenziosi con il Consorzio. La Covim non aveva contenziosi in quel momento con il Ce4, fui io a citarla in giudizio. Così non prese parte alla gara”.
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