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SANREMO DIVENTA UN TALENT SHOW? LA SALA STAMPA RIBOLLE, SI SENTE DEFRAUDATA DEL POTERE DECISIONALE…
Franco Bechis per “Libero Quotidiano”
La commissione finanze della Camera con il parere favorevole del governo di Matteo Renzi sta per votare una norma che regala 750 milioni di euro alle quattro banche (Etruria e le altre) oggetto della procedura di risoluzione adottata il 22 novembre scorso.
È una cifra quasi identica all' ammontare delle obbligazioni subordinate azzerate, distruggendo i risparmi di una vita di migliaia di piccoli correntisti di quegli istituti di credito.
Ma non è destinata a loro. Andrà alle nuove banche che sono nate da quella risoluzione e per cui è stata già avviata una procedura di vendita. A chiedere questo regalo extra che finirà ai nuovi azionisti dei 4 istituti, è stata la Banca d' Italia in un' audizione del primo marzo scorso.
L' occasione è venuta dall' esame del decreto del governo sulle Banche di credito cooperativo (Bcc). Nel testo presentato all' articolo 15 si disciplinano fiscalmente per le Bcc casi di risoluzione simili a quelli adottato per Etruria.
protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 6
E si stabilisce che in caso di cessione «di diritti, attività e passività di un ente sottoposto a risoluzione a un ente ponte», queste non costituiscono realizzo di plusvalenze o minusvalenze a fini fiscali.
Il primo marzo scorso il capo del Dipartimento vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d' Italia, Carmelo Barbagallo, ha osservato: «La norma si applica dalla data di entrata in vigore del decreto-legge; ciò non consente l' applicazione della stessa ai 4 interventi di risoluzione già adottati nel novembre 2015, ma solo a eventuali interventi futuri».
La considerazione è sembrata una richiesta di intervento alla commissione. Così il Pd Marco Causi ha presentato due emendamenti al decreto Bcc per estendere la portata di questo articolo alla Nuova Banca Etruria e alle altre tre nuove banche nate a novembre.
Un emendamento stabilisce che «la cessione dei crediti d' imposta trova applicazione anche con riferimento alla cessione dei predetti crediti d' imposta da parte dell' ente sottoposto a risoluzione in favore dell' ente ponte». Il secondo emendamento retrodata questa possibilità al primo novembre 2015, in modo che ne possano beneficiare Etruria & c.
Fin qui la spiegazione tecnica di quel che sta avvenendo. In parole povere: il passaggio di attività e passività dalle vecchie alle nuove banche è stato effettuato il 22 novembre scorso sulla base dei dati di bilancio 2014 di quei quattro istituti. In quei bilanci gli amministratori o i commissari avevano svalutato i propri crediti inesigibili riducendoli da 8,5 a 4 miliardi di euro.
rignano funerale del risparmio caos etruria
Quella differenza - di circa 4,5 miliardi di euro - ha generato crediti di imposta per circa 1,3 miliardi di euro. Questo monte-crediti è stato trasferito alle nuove banche con quel decreto di risoluzione, e fanno parte della valutazione delle stesse effettuata per definirne un prezzo base per la vendita in corso (si sono raccolte ufficialmente le manifestazioni di interesse dopo la pubblicazione di un apposito bando).
Restavano però in carico alle 4 vecchie banche altri 4 miliardi di sofferenze. Questa somma è stata svalutata con gli stessi decreti di risoluzione del 22 novembre scorso adottati dalla Banca di Italia, e così sono passate da 4 a 1,5 miliardi con una diminuzione di 2,5 miliardi.
rignano funerale del risparmio caos etruria
Anche questa somma ha generato crediti di imposta per circa 750 milioni di euro. Ma questi - o per lo scarso tempo a disposizione, o per l' incertezza applicativa - non furono allora trasferiti alle quattro nuove banche.
Cosa che invece propone di fare ora quell' emendamento del Pd Causi su richiesta della Banca di Italia. Un trasferimento che contiene in sé una doppia ingiustizia. La prima deriva dal fatto che in quella svalutazione di 2,5 miliardi di euro che ha generato 750 milioni di euro di crediti di imposta, c' erano anche le famose obbligazioni subordinate che sono passate da un valore di 788 milioni di euro a zero.
rignano funerale del risparmio caos etruria
Quindi almeno un terzo di quei crediti di imposta sarebbe dovuto agli obbligazionisti subordinati, che verrebbero truffati una seconda volta nel giro di pochi mesi. La seconda ingiustizia deriva dal fatto che la trattativa per la vendita delle nuove banche è in corso e la loro valutazione non considerava quei 750 milioni di crediti di imposta extra, che si trasformerebbero in una sorta di regalo inatteso per i compratori.
rignano funerale del risparmio caos etruria
Insomma, il governo ha in mano una occasione d' oro per chiudere ogni polemica sulla truffa ai risparmiatori e rimborsare tutti, e invece di farlo opta per un impopolarissimo nuovo regalo al sistema bancario?
L' ultima parola non è ancora scritta. Ieri abbiamo chiesto allo stesso Causi perché ha presentato quell' emendamento, e lui con cortesia ha spiegato: «Era una richiesta della Banca d' Italia...». Osservato che quei crediti di imposta potevano essere una medicina ideale per sanare le ferite dei risparmiatori truffati, Causi non ha opposto un muro:
protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 9
«Forse ha ragione. Sono crediti virtuali, però forse ha ragione. Adesso mi metto a studiare una soluzione tecnica che magari immagini di trasferire quei crediti di imposta alle nuove banche al netto di una somma che vada ad incrementare il fondo da 100 milioni per i risarcimenti ai risparmiatori...». Una speranza ancora c' è.
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