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Francesco De Dominicis per "Libero Quotidiano"
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A un paio di settimane dalla discussa riforma delle banche popolari, spunta un altro blitz sui «mercati finanziari» del governo di Matteo Renzi. Nel mirino dell’esecutivo, secondo voci che rimbalzano freneticamente tra il Tesoro e palazzo Chigi, stavolta ci sono le authority. Tutte.
Che, stando alle indiscrezioni, potrebbero seguire il solco tracciato nel luglio 2012 dall’ex Isvap (assicurazioni) con un decreto del governo Monti e finire in blocco (o a tappe) sotto il cappello della Banca d’Italia. Gli occhi del premier sarebbero puntati, in particolare, sulla Consob, l’ente che vigila sulla borsa avvolto dalle polemiche da quando alla presidenza c’è Giuseppe Vegas. Ma l’attenzione è rivolta anche all’Antitrust (concorrenza) e alla Covip (fondi pensione). L’elenco è ancora aperto.
La mossa non pare in grado di turbare o alterare i corsi e gli andamenti dei titoli quotati a piazza Affari. Anche se non passerebbe in silenzio. Non è la prima volta, comunque, che un ampio riassetto degli enti di vigilanza e controllo dei mercati viene discusso nelle stanze che contano di palazzo Chigi. A più riprese, diversi esecutivi hanno provato l’affondo, ma poi - vuoi per ragioni «diplomatiche» vuoi per equilibri «burocratici» da preservare - non se n’è mai fatto nulla. E adesso?
Gli sponsor del provvedimento scommettono sul decisionismo di Renzi. «Stavolta potrebbe essere quella buona» si racconta nei palazzi romani. Le carte sono secretate e come per il decreto sulle banche popolari - quello che obbliga gli istituti con attivi superiori a 8 miliardi alla trasformazione in spa - girano un paio di testi. Strategia che gli sherpa del premier ormai adottano sistematicamente per depistare le lobby, in questo caso quelle dei boiardi di Stato.
Al momento non è stata ancora definito il veicolo, ma se il governo volesse mettere l’acceleratore, potrebbe optare per un emendamento al decreto « popolari» che in Parlamento ha iniziato l’iter per la conversione definitiva in legge. I dossier, peraltro, si intrecciano. Il provvedimento sulle coop bancarie ha scatenato il rally sui listini dei titoli del settore e proprio la Consob ha accesso il classico «faro» per capire se ci sono state «soffiate» fra gli addetti ai lavori o addirittura ipotesi di insider trading.
Premio Guido Carli Giuseppe Vegas con la moglie
Sarebbe da escludere, in ogni caso, qualsiasi intento punitivo: insomma, non è un attacco di Renzi a Vegas, che pure ha il «peccato originale» di essere stato nominato dal governo Berlusconi e di aver fatto il vice dell’ex ministro Giulio Tremonti. Sta di fatto che la Consob opera con due commissari in meno e la lunga pausa di riflessione del premier sulla doppia nomina andrebbe letta come il preludio al blitz. Per giustificare il giro di vite sulle authority Renzi dovrebbe far leva su razionalizzazione, lotta agli sprechi e costi. Così magari trova pure ampio consenso in Parlamento.
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