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I MISTERI DEI FRATELLI OCCHIONERO – NEGATI I DOMICILIARI, RESTANO IN GALERA: DA CASA GIULIO PUO’ DISTRUGGERE LE PROVE E TORNARE ALL’ATTIVITA’ DI CYBERSPIA – PER LA PROCURA, LA SORELLA FRANCESCA MARIA POTEVA TORNARE AI FORNELLI, MA IL GIUDICE SI E’ OPPOSTO
da Agi
Restano in carcere i fratelli Giulio e Francesca Maria Occhionero, arrestati il 9 gennaio scorso con l'accusa di aver avviato un'attivita' di cyberspionaggio, infettando una serie indeterminata e numerosa di sistemi informatici riconducibili a societa' e a privati.
Lo ha deciso il giudice Antonella Bencivinni del tribunale di Roma, davanti al quale i due sono imputati, bocciando cosi' un'istanza di concessione dei domiciliari presentata dagli avvocati Stefano Parretta e Roberto Bottacchiari. Nel caso dell'ingegnere romano, per i quale il pm Eugenio Albamonte aveva espresso parere negativo alla scarcerazione, il giudice ha sostenuto che "i gravi indizi di colpevolezza posti a carico dell'ordinanza cautelare permangono, allo stato, inalterati", perche' non e' affatto vero che, come sostenuto dalla difesa, c'e' stato un "affievolimento del pericolo di inquinamento probatorio, alla luce della conclusione delle indagini preliminari e dell'intervenuto sequestro di materiale probatorio".
"E' piu' verosimile ritenere - si legge nel provvedimento di tre pagine - che Giulio Occhionero, ove sottoposto a misura meno afflittiva, possa dedicarsi a continuare la sua opera di distruzione probatoria". E anche il rischio di reiterazione del reato non "puo' essere validamente fronteggiato mediante la concessione degli arresti domiciliari".
Misura quest'ultima definita "inidonea" posto che i reati contestati a Occhionero "ben si prestano ad essere agevolmente e comodamente consumati nel proprio privato domicilio". Per il giudice, infine, continua a essere sussistente anche il pericolo di fuga: lo prova il fatto che l'ingegnere, quando ha avuto contezza di essere indagato nell'agosto del 2016, "si e' concretamente attivato per ricercare un lavoro all'estero e ha attivato, su una linea telefonica a lui riconducibile, l'opzione 'tim in viaggio full' che comprendeva traffico telematico e telefonico a utilizzare nell'ambito di altri Paesi della Comunita' Europea".
E argomentazioni piu' o meno analoghe sono state espresse dal tribunale anche nei riguardi di Francesca Maria Occhionero, nonostante, in questo caso, il parere favorevole della Procura alla sostituzione dell'attuale misura cautelare.
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