donald trump balla

RIBALTONE TRUMP - IL PRESIDENTE ACCUSA FBI E DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI AVER SPIATO LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE. LO ‘SPYGATE’ SOSTITUIRÀ IL ‘RUSSIAGATE’? - I REPUBBLICANI SUPERANO I DEMOCRATICI NEI SONDAGGI: È LA PRIMA VOLTA IN MOLTO TEMPO, ED È UNA PESSIMA NOTIZIA PER I DEM IN VISTA DI ELEZIONI DI MIDTERM CHE ERANO CONVINTI DI AVERE GIÀ IN TASCA…

1. TRUMP ACCUSA: "HANNO SPIATO LA MIA CAMPAGNA ELETTORALE"

Paolo Mastrolilli per la Stampa

hillary clinton donald trump il town hall

 

«Lo Spygate potrebbe essere uno degli scandali politici più grandi della storia». Con questo tweet, il presidente Trump ha lanciato una nuova campagna per screditare l' inchiesta sul «Russiagate», puntando il dito contro l' amministrazione Obama, il dipartimento alla Giustizia e soprattutto l' Fbi. L' accusa è che hanno spiato la sua campagna per comprometterla, rovesciando così il tavolo, rispetto al sospetto che invece sia stato lui a collaborare con il leader russo Putin per far deragliare Hillary Clinton.

 

Durante le indagini aperte nell' estate del 2016 sulle interferenze di Mosca nel processo elettorale americano, l' Fbi si era avvalsa di un informatore, il professore Stefan Halper, che aveva avvicinato alcuni consiglieri di Trump, tra cui Carter Page. Halper era legato al Partito repubblicano, quindi non aveva suscitato sospetti nei suoi interlocutori.

donald trump

 

L' Fbi sostiene che fosse un informatore come tanti, e l' intera inchiesta era partita perché un collaboratore di Donald si era vantato di avere contatti con la Russia. Il presidente e i sostenitori dicono invece che si era trattato di un' operazione di spionaggio, lanciata dall' amministrazione Obama per infiltrare la campagna repubblicana e farla fallire. Per chiarire la situazione, il capo della commissione Intelligence della Camera, Nunes, ha ottenuto che il dipartimento alla Giustizia e l' Fbi incontrino lui e un collega, per rivelare le informazioni segrete dell' indagine.

 

Secondo i democratici, esclusi da questo appuntamento, lo scopo è raccogliere materiali classificati da usare contro il «Russiagate», screditando l' inchiesta del procuratore Mueller e chiedendo di aprirne una su Hillary Clinton per lo «Spygate». Trump ha chiesto di indagare sull' Fbi e ha già detto che questo scandalo potrebbe risultare peggiore del Watergate: dimostrerebbe come l' amministrazione Obama aveva sfruttato agenzie di intelligence per abbatterlo. L' ex direttore dell' Fbi Comey ha difeso l' uso degli informatori, distinguendoli dalle spie.

ROD ROSENSTEIN

 

Da Kiev 400 mila dollari a Cohen

Mueller sta in silenzio e aspetta di interrogare Trump. Il procuratore speciale va avanti col lavoro, parlerà solo attraverso gli atti basati sui risultati dell' indagine. Intanto, nuove rivelazioni gettano un' ombra sulla figura dell' avvocato di Trump, Michael Cohen: avrebbe incassato da Kiev 400.000 dollari per favorire un incontro fra lo stesso Trump e il presidente ucraino filo-occidentale Petro Poroshenko: incontro poi avvenuto nel giugno scorso a Washington.

 

 

2. TRUMP FA VOLARE I REPUBBLICANI NEI SONDAGGI

Glauco Maggi per Libero Quotidiano

 

FBI

Da quando Trump è alla Casa Bianca non era mai successo, in nessuna delle rilevazioni raccolte da Real Clear Politics tra tutti i sondaggi, che i Repubblicani, come partito, passassero in testa. Ora il sorpasso del GOP sui Dem è avvenuto, con un vantaggio di 6 punti nel sondaggio Reuters Newswire Service.

 

Il risveglio deve essere stato traumatico per Nancy Pelosi, la Dem ex speaker della Camera che già sognava di tornare a occupare quella carica che va al partito con la maggioranza dei deputati. I precedenti sondaggi dei mesi scorsi, con vantaggi anche di 10-15 punti per i Dem, e la conseguente certezza diffusa dai media, avevano già decretato il passaggio del controllo della Camera ai Democratici: a rafforzare le speranze, la notizia del ritiro dalla politica dello Speaker attuale, Paul Ryan, pezzo da Novanta della destra, e le annunciate rinunce a ricandidarsi di numerosi altri deputati repubblicani.

Michael Cohen

 

Ogni due anni i 435 deputati della Camera scadono, e quindi la maggioranza è sempre in palio. Il voto di «metà mandato», del resto, è la prima occasione in cui l' elettorato nazionale può esprimersi con un giudizio politico sull' operato della novella Casa Bianca, e di solito usa il voto con severità. I primi due anni di Obama produssero un rimbalzo storico nel 2010: i Dem persero 63 deputati e scesero da 256 a 193, mentre i repubblicani ne aggiunsero 63 e balzarono a 242. L' eccezione al calo fu George Bush nel 2002, che fece guadagnare seggi al GOP nel clima post 11 settembre.

 

«VOTO GENERICO»

NANCY PELOSI CON I DEPUTATI CHE SI ABBIOCCANO ALLE SPALLE

Per riprendere la Camera, ai Dem basterà conquistare un avanzo netto di 23 seggi, e fino a oggi sembrava facilmente alla loro portata. Il sorpasso registrato dalla Reuters non è sul filo di lana (il 40,7% dei probabili elettori pro GOP contro il 34,5% che sosterrà il candidato Dem), ma è ribaltabile. I veri nomi sulle schede non si conoscono ancora tutti, perché in molti distretti sono in corso le primarie, quindi il sondaggio (detto del «voto generico») ha un valore indicativo. Decisiva sarà la formazione finale con cui i partiti si presenteranno alle urne.

 

Sotto questo aspetto i candidati del GOP hanno una certezza: correre con la bandiera di Trump, che ha tagliato le tasse e sta mietendo successi in economia e nelle partite estere. I Dem sono dilaniati dal dubbio: appoggiare gli estremisti che promettono di avviare subito l' impeachment del presidente o giocare le carte di personaggi moderati? Il problema è che nella base dei Dem il «vento progressista» sta montando, come hanno mostrato gli esiti delle primarie di martedì che hanno selezionato candidati vicini a Sanders.

 

MITCH MCCONNELL PAUL RYAN DONALD TRUMP MIKE PENCE

ALLARME

Il quale, peraltro, ha migliorato il suo profilo in modo significativo: sei mesi fa aveva il 37% di approvazione nella media dei sondaggi, oggi è oltre il 43%. Douglas Schoen, sondaggista DEM, ha suonato l' allarme : «I risultati delle primarie dicono tutto: i progressisti di sinistra stanno battendo massicciamente i loro oppositori moderati e l' incertezza resta sulla capacità dei Dem di riprendersi la Camera».

 

Ieri anche il Cook Political Report, che fa le previsioni distretto per distretto, ha migliorato le chance dei Repubblicani rispetto a un mese fa. I Dem avrebbero 179 seggi sicuri, contro i 155 del GOP, ma i repubblicani hanno oggi 56 seggi «probabili» o «tendenziali», contro 13 per i DEM. I 32 seggi restanti sono 50-50 tra i due partiti. Sulla percentuale del 50% di assoluta incertezza tra la difesa o la perdita del controllo da parte del GOP si e' assestata anche la recente rilevazione di Larry Sabato, il professore di scienze politiche della Università della Virginia che cura il sito Sfera di Cristallo.