DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Monica Guerzoni per corriere.it
Stefano Bonaccini sprona regioni e governo a «lavorare insieme» e torna a parlare del Pd: «I renziani? Offensivo rappresentarci come un partito di ex».
Draghi è in pressing sui governatori. Che fare perché tutti gli italiani abbiano lo stesso trattamento?
«Lavorare uniti, una condivisione che riscontro ogni giorno nel confronto col governo. L’ondata di febbraio e marzo ci ha costretto a nuove restrizioni, ma adesso la strategia deve evolvere rapidamente perché le famiglie e gli studenti non possono più aspettare, così come le attività sospese. Serve un piano di ripartenza sicura che abbia al centro non più le chiusure, ma l’immunizzazione rapida di tutti, a partire dagli anziani e dai più fragili».
Le regioni che procedono in ordine sparso non contribuiscono a frenare la campagna vaccinale?
«Se c’è qualcuno che finora ha avuto un’enorme responsabilità sono le grandi aziende farmaceutiche che non hanno rispettato i contratti. Vergognoso».
Le sembra saggio che le regioni rifiutino le task force offerte dal governo?
«Presiedo la Conferenza delle Regioni e conosco l’impegno che tutti i presidenti ci stanno mettendo. Non ci sono venti campagne vaccinali regionali, ma una sola nazionale. Da soli non si esce dalla pandemia, ne usciremo insieme come Paese. Trovo giusto che il governo metta a disposizione risorse e strumenti per far sì che si possa viaggiare tutti al massimo della velocità. Alcune regioni hanno adottato il sistema di prenotazione delle Poste».
dario nardella stefano bonaccini
Perché l’Emilia Romagna che lei presiede no?
«La nostra struttura di prenotazione era pronta prima e sta funzionando bene, perché cambiarla? Abbiamo bisogno di accelerare, non di fermarci e sarebbe irragionevole farlo dove non ci sono problemi. Mi pare che coi ministri Speranza e Gelmini ci sia pieno accordo anche su questo».
Farete muro contro la riapertura delle scuole?
«Riaprire le scuole è la prima cosa da fare non appena torneremo al di sotto delle soglie di rischio. E dobbiamo fin d’ora prevedere programmi di recupero per i ragazzi».
Con Letta al posto di Zingaretti i rapporti tra il Pd e Draghi miglioreranno?
«Avrà pure difetti, ma il Pd si è sempre dimostrato una forza responsabile, che sta al governo in modo leale e costruttivo. Lo è stato con Conte, lo sarà con Draghi. Il Pd deve sostenere il governo con le sue idee e un’identità chiara e riconoscibile, l’impostazione che sta dando Enrico Letta mi sembra centrata ed efficace».
Fa bene il segretario ad attaccare Salvini, col quale lei si è trovato più volte in sintonia sulla lotta al Covid?
stefano bonaccini dario nardella
«La mia visione della società è molto distante da quella di Salvini. In Emilia-Romagna lo abbiamo battuto proponendo l’idea di una regione solidale, aperta, innovativa. Enrico fa benissimo a mettere avanti le idee del Pd, non
per polemizzare con Salvini, ma per parlare al Paese».
Condivide la scelta delle donne capigruppo, o Letta usa il tema della parità per silurare due «renziani» e scardinare le correnti?
«Il percorso avviato da Letta va nella direzione opposta a promozioni o siluramenti sulla base di fazioni. Noi dobbiamo essere identificati per le battaglie che facciamo, non per i litigi e le lotte tra di noi».
Ha ragione Marcucci a resistere, perché Base riformista ha i numeri al Senato?
«La richiesta di nominare due capigruppo donne non la intendo certo come un siluramento di due presidenti che hanno svolto un ottimo lavoro, ma come l’affermazione della necessità di più donne al vertice. Non credo sia in discussione il consenso che Delrio e Marcucci hanno nei gruppi parlamentari e il ruolo che debbono svolgere in questa stagione che si apre».
Letta in queste ore vedrà Conte e poi Renzi. Qual è la linea giusta sulle alleanze?
«Letta ha proposto un partito forte, che organizzi un nuovo centrosinistra, non un partito di retroguardia che saldi conti. Una linea che condivido in pieno. Se il M5s di Conte confermerà posizioni riformiste ed europeiste sarà un interlocutore naturale. Dobbiamo però costruire un campo più largo. Elly Schlein è la vicepresidente della mia Regione ma in maggioranza ci sono anche Italia Viva e Azione, i Verdi e i socialisti, oltre a tanto civismo. La nostra gente ci chiede unità».
I renziani del Pd chiederanno presto il congresso e lei sarà il candidato, oppure Letta deve arrivare al 2023?
«Chiederei più rispetto per il Pd. Renzi è uscito dal partito nel 2019, continuare a rappresentarci come una comunità di ex è offensivo. Una dinamica sterile e tossica, che è stata utilizzata anche al nostro interno. Letta invece sta rinnovando il gruppo dirigente».
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