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il coming out di vincenzo spadafora 4
«SONO OMOSESSUALE BASTA SQUALLIDI BRUSII, TEMA USATO PER FERIRE»
Claudio Bozza per il “Corriere della Sera”
D'un tratto, in diretta tv, la voce di Vincenzo Spadafora s' incrina: «Perché ho deciso di rivelare che sono omosessuale? Io l'ho fatto anche per me stesso. Perché, anche se l'ho imparato troppo tardi, è importante volersi bene e innanzitutto rispettarsi». L'ex ministro dello Sport, intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa , si commuove.
Poi, sostenuto anche da un applauso in studio, prende fiato e inizia a raccontare di quanto anche il suo impegno politico sia stato bersagliato da un «chiacchiericcio» improntato all'omofobia. Il deputato del M5S nel suo libro Senza riserve (Solferino) ne parla appunto a ruota libera.
«Penso che la vita privata delle persone debba rimanere tale - riprende Spadafora - e se noi fossimo un Paese culturalmente più avanzato, soprattutto sul tema dei diritti, forse anche i dibattiti di queste settimane non li avremmo neanche affrontati. Penso però anche che chi ha un ruolo pubblico, politico come il mio, in questo momento storico, abbia quale responsabilità in più». Il coming out prosegue poi così: «Oltre a quella privata, c'è anche un'altra motivazione in questa mia scelta, quella politica: è appunto un modo per testimoniare il mio impegno politico.
vincenzo spadafora foto di bacco (1)
Per tutti quelli che ogni giorno - rivendica - combattono per i propri diritti e hanno meno possibilità di farlo rispetto a quante ne abbia io grazie al mio lavoro». Spadafora tiene a marcare anche la propria fede cattolica come fattore «non in contraddizione» e chiude con un'altra riflessione privata: «Il tema dell'omosessualità, in politica, purtroppo viene ancora utilizzato per ferire l'avversario, per quel brusio di fondo a volte molto squallido e che ho subito anche io. Io questa sera volevo spegnere questo brusio - sottolinea in tv - sapendo che resto l'uomo che sono, con tutto il percorso, anche complicato, personale, che ognuno di noi fa nella sua vita, per qualunque motivo.
E di cui dobbiamo avere molto rispetto». E infine: «Spero di essere considerato da domani per quello che faccio, per come lo faccio, lo stesso uomo di sempre. Forse da domani - dice con il volto decisamente più disteso rispetto all'inizio dell'intervista - sarò solo un po' più felice. Perché sarò anche più libero».
Il parlamentare M5S, che in passato aveva guidato anche la segreteria del ministero dei Beni culturali con Francesco Rutelli e aveva presieduto l'Unicef, chiuso il capitolo personale passa a quello prettamente politico e lancia un altolà. Dice che nel M5S il rischio di scissione «c'è e io lavoro affinché ciò non avvenga».
E per evitarlo invita Conte a «non interpretare la sua leadership in modo solitario: coinvolga tutti». Sul nodo Quirinale, Spadafora spera inoltre che «Conte voglia convocare i gruppi: penso che siano finiti i tempi in cui queste cose si decidevano altrove, ora si decidono insieme. Dal M5S può uscire la linea politica che chiede a Draghi di restare a fare il presidente del Consiglio», per «il bene del Paese». Ma l'ex premier «non lo ha ancora esplicitato».
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