NO-BAMA! – IL PRESIDENTE CEDE AI REPUBBLICANI ED E’ PRONTO A TAGLIARE LA SANITA’

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1-DEFAULT, RESTANO 48 ORE - DEMOCRATICI PRONTI A RITOCCARE LA SANITÀ
Maurizio Molinari per "La Stampa"

A 48 ore dal default finanziario degli Stati Uniti i leader democratici del Congresso di Washington avanzano una proposta con cui ritengono di poter superare l'impasse con i repubblicani.

Ad averla confezionata è Harry Reid, capo della maggioranza al Senato, includendovi aumento del tetto del debito, ripresa del finanziamento del governo, inizio di negoziati con i repubblicani su tagli automatici alla spesa pubblica e abolizione della tassa dell'Obamacare, la riforma della Sanità.

È stato Reid ad annunciare il passo intervenendo nell'aula del Senato per dirsi «ottimista» sulla possibilità di raggiungere un accordo «costruttivo e in buona fede» con il repubblicano Mitch McConnell, capo della minoranza al Senato. «Condivido l'ottimismo di Reid, riusciremo ad arrivare ad un accordo accettabile da entrambe le parti» ha assicurato McConnell.

Al fine di dare più tempo a Reid e McConnell, la Casa Bianca ha posticipato un previsto incontro nello Studio Ovale con i leader del Congresso. Il presidente Barack Obama, andando a visitare una mensa per dipendenti federali congedati, ha ammonito sulla necessità di «raggiungere un'intesa questa settimana perché altrimenti avremo un default con effetti devastanti sull'economia nazionale». Mostrandosi teso, con gli occhi verso il basso e parlando a bassa voce, Obama ha sottolineato i «progressi in corso» per «evitare un default che danneggerebbe gli americani».

Resta tuttavia da vedere se il possibile accordo fra Reid e McConnell riuscirà a ottenere il sostegno del Tea Party, l'ala più conservatrice del partito repubblicano che alla Camera dei Rappresentanti è in grado di far mancare la maggioranza a qualsiasi intesa raggiunta al Senato. A dare la misura dell'ostilità del Tea Party nei confronti di un compromesso con Obama c'è il comizio che Larry Klayman, del gruppo ultraconservatore Freedom Watch, ha pronunciato a Washington invocando la «disobbedienza civile» dei cittadini per costringere il presidente ad «alzarsi dalle ginocchia, abbandonare il Corano, venire fuori a mani alzate e lasciare la città».

2-L'AMERICA CHE TEME L'ABISSO SI RIPARA DENTRO I BUNKER
Paolo Mastrolilli per La Stampa

Comunque vada a finire, la sfida tra il presidente Obama e i repubblicani sul debito degli Stati Uniti e lo shutdown del governo, ha già dei chiari vincitori: i fornitori di merci per i "survivalist", inclusi i bunker dove rinchiudersi nel caso arrivi l'apocalisse. Nelle ultime settimane sono saliti alle stelle gli ordini di cibo preconfezionato o kit di sopravvivenza, ma anche le iscrizioni ai corsi per cavarsela in qualunque situazione.

Negli Stati Uniti c'è un'antica tradizione di questi movimenti, che per ragioni politiche o religiose pensano sempre di essere sull'orlo dell'abisso: il governo sta crollando, l'economia collassa, gli elicotteri neri del nuovo ordine mondiale imposto dall'Onu stanno decollando, oppure il Messia sta tornando sulla Terra per fare i conti con i peccatori.

Qualunque sia la motivazione profonda, un discreto numero di americani vive preparandosi al peggio. Vengono raggruppati nella categoria generica dei "survivalists", cittadini votati alla sopravvivenza, nonostante le differenze che li distinguono tra loro. In genere vivono in zone isolate di campagna, dove hanno a portata di mano i beni naturali di prima necessità.

Alcuni si chiudono nei bunker, che un tempo erano silos per i missili intercontinentali riadattati dopo la fine della Guerra Fredda, ma ora sono confortevoli casette sotterranee progettate su misura. Fanno incetta di "meals ready to eat", altrimenti noti come MREs, cioé le razioni militari di interi pasti impacchettati a lunghissima conservazione.

Parecchi si iscrivono ai corsi di sopravvivenza, per essere in grado di cavarsela in qualunque condizione. E.J. "Skullcrusher" Snyder, un ex militare che organizza queste lezioni, ha visto un recente incremento nelle iscrizioni: «La ragione - spiega - è semplice. In caso di catastrofe, chi sa raccogliere i vegetali commestibili, cacciare, intrappolare gli animali, purificare l'acqua, sale subito in alto nella catena alimentare. Io sono pronto: ragiono sempre come se il diasatro fosse imminente».

Un po' come i clienti di Ken Lester, manager della compagnie MRE Star, che impacchetta razioni militari in North Carolina: «Da gennaio, fino a tre settimane fa, gli ordni erano stati stabili. Ora c'è stata l'impennata, in corrispondenza con la crisi del debito».
Qualcuno guarda anche più lontano, e questa è la fortuna di Ron Hubbard, che di mestiere costruisce i bunker per sopravvivere all'apocalisse.

Una volta si ripulivano i silos dei missili nucleari, o si riaggiustavano le basi militari abbandonate: ora si costruiscono vere casette di lusso sotterranee, dove trovi pure la jacuzzi. «Non faccio in tempo - spiega Ron - a costruire i bunker, che sono già venduti. La gente cerca sicurezza, e il mio motto è semplice: è sempre meglio preparare il tuo rifugio con dieci anni d'anticipo, che con cinque minuti di ritardo».

 

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