DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Carmelo Lopapa per la Repubblica
«Su Stefano Parisi ho commesso un grave errore, dovremo richiamarlo alle armi». È la svolta di inizio anno di Silvio Berlusconi, il ravvedimento (o la giravolta, l’ultima delle tante) sul manager corteggiato, arruolato e poi mollato senza tanta diplomazia, tutto in una manciata di mesi. Telefonata di auguri nei giorni scorsi - partita dal leader di Forza Italia - la rottura del ghiaccio dopo il prolungato silenzio, l’impegno a rivedersi subito dopo le feste, al rientro in Italia dell’ex ad di Fastweb.
Molto ha lavorato in questa direzione il tandem Gianni Letta-Fedele Confalonieri. Il primo soprattutto, consigliere tornato in grande spolvero e artefice tra l’altro della ricostruzione del rapporto con il Quirinale di Sergio Mattarella. Pochi giorni prima di Natale, in un pranzo romano nella residenza del cardinale Camillo Ruini, proprio l’ex sottosegretario e il presidente Mediaset sembra che abbiano preannunciato la presa di distanze di Forza Italia da qualsiasi “deriva populista”.
agoll43 gianni letta fedele confalonieri
Di più, rassicurato il prelato, che continua a osservare con attenzione lo scacchiere della politica italiana, sul ritorno alle sponde moderate, dopo gli eccessi della campagna per il referendum del 4 dicembre. Prefigurando appunto il (nuovo) reclutamento di Parisi a conferma della mutata strategia berlusconiana.
maria rosaria rossi con francesca pascale
Già, perché nulla avviene per caso, alla corte del Cavaliere, che ha concluso ieri a Villa Certosa in Sardegna alcuni giorni di vacanza con Francesca Pascale e la “rientrante” Mariarosaria Rossi. Il ritorno alla carta Parisi matura sulla scia del giro di boa che l’ex premier si è imposto: sul governo Gentiloni e sulla trattativa per la nuova legge elettorale che intende impostare col Pd.
Del resto, Berlusconi ha ormai realizzato che con Matteo Salvini e Giorgia Meloni - intenzionati a organizzare a breve le primarie del centrodestra, a liquidarlo e a sponsorizzare una riforma elettorale in chiave maggioritaria - non va lontano. Lui invece ha l’esigenza in prima battuta di far quadrato intorno alle aziende, in un momento così delicato in cui Mediaset è sotto l’assedio Vivendi, e in cui i rapporti con Palazzo Chigi devono essere quanto meno normalizzati.
Come con il Partito democratico col quale - nonostante Renzi - spera di strappare una riforma su base proporzionale per puntare dritto al “governissimo” dopo il voto. Altro che Salvini. Berlusconi - racconta chi gli ha parlato in queste ore non ha deciso quale ruolo affidare a Stefano Parisi, che nel frattempo continua a costruire il suo network “Energie per l’Italia”.
Non ha ben realizzato se coinvolgerlo in un’alleanza tra moderati, una riedizione della Casa delle libertà in versione antipopulisti, o se affidargli un ruolo più attivo. Tanto più che considera ormai il governatore ligure Giovanni Toti in squadra coi “populisti”. Il Cavaliere continua in privato a mostrare forti dubbi sulle doti da leader dell’ex candidato sindaco di Milano. Il quale, dal canto suo, si riavvicina ad Arcore con parecchia prudenza dopo quanto è avvenuto solo due mesi fa. Per cominciare ha ripreso i contatti con molti parlamentari forzisti.
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