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Paolo Boccacci per "la Repubblica - Roma"
Un esposto in Procura, un'accusa dal M5S («Hanno pagato dieci euro a voto»), la difesa di Marino e del ministro Riccardi. Il caso dei rom ai seggi delle primarie, sollevato da Cristiana Alicata, renziana, della direzione regionale del Pd, è diventato oggetto di uno scontro politico durissimo.
Ad alzare il tono il Campidoglio, con il vicesindaco Sveva Belviso che annuncia: «Oltre all'indagine interna avviata dal dipartimento Politiche Sociali, chiederò alla Procura che accerti immediatamente la fondatezza delle denunce mosse dal Movimento 5 Stelle. Questa azione si rende necessaria sia per tutelare il rispetto della legge, sia per evitare che alle prossime elezioni comunali si possano verificare casi analoghi».
Poco prima il candidato a sindaco dei grillini De Vito aveva scritto su Facebook: «In queste primarie romane c'è una novità , alcune persone sono state pagate ben 10 euro per esprimere il loro voto!!!». E al post linkava due foto: in una la coda di nomadi a un gazebo, nell'altra una donna rom che infila la scheda nell'urna. «Hanno dichiarato apertamente che hanno avuto 10 euro per il loro voto», conclude De Vito.
Ribatte il vincitore delle primarie Ignazio Marino: «Come sapete gli appartenenti a quella comunità presenti in città , compresi i neonati, sono 7.000, e se fossero andati a votare tutti, ne rimarrebbero 93mila. Quindi non credo si possa parlare di primarie dei rom».
«Non ci siamo venduti i voti, ipotesi del genere non sono plausibili né accettabili» replicano le comunità rom «Dal prossimo sindaco ci aspettiamo che stabilisca con noi un dialogo e che la faccia finita con i campi nomadi. Da tempo chiediamo case popolari».
«Non conosco la vicenda però dove si vede qualche rom non spaventiamoci subito» afferma il ministro Andrea Riccardi che ieri ha celebrato nella sala della Presidenza del Consiglio la Giornata internazionale del popolo rom «Ho sentito qualche usciere dire "mo' Riccardi ha fatto pure venire gli zingari al Ministero"».
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